1 - Sottosopra

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Zuko

"Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto soltanto per
proteggerti. Ricordati questo Zuko: per quanto
possa sembrare che le cose cambino, tu non
dimenticare mai chi sei"

Le cose cambiano, sono contento di aver finalmente capito che mia madre aveva ragione. Sapere che ci sono altri sentimenti oltre alla rabbia, l'odio, la frustrazione. E scoprire che il mio destino é quello di ristabilire l'equilibrio in questo mondo, mi fa sentire davvero onorevole. Questa mattina ho raggiunto il Tempio dell'Aria dell'Ovest, un luogo davvero incantevole ma non del tutto sconosciuto. Non molto tempo addietro mi ci ero recato nella speranza di scovare l'Avatar e ci avevo trovato soltanto rovine di un vecchio monastero costruito per sfidare le leggi della fisica.
A quel tempo, non avevo colto le buone parole di mio zio, lo avevo addirittura additato come pigrone e ora mi vergogno di ogni mia azione così scontrosa nei suoi confronti, sento la sua mancanza.

Le cose cambiano e io ora so chi sono.

La notte cala inesorabile, il vento fischia tra le fronde e la mia candela si spegne poco prima che io riesca a chiudere gli occhi. Stamattina mi ero rifugiato in un'ala del Tempio sconnessa dal resto degli edifici per evitare che la dominatrice della terra cieca potesse scovarmi appena appoggiati i piedi sul pavimento.
Nel mio sonno tormentato rivedo la vita che ho passato e che posso ancora cambiare.

Il buio mi avvolge e soprattutto mi opprime, nonostante le prime luci dell'alba che affiorano dalla piccola finestra.
Cerco la forza, dentro di me, per alzarmi e raggiungere il gruppo che non molto tempo prima ho scelto di tradire.
I miei pensieri però vagano sulle ipotesi di come ognuno reagirebbe al mio arrivo. L'Avatar di certo mi ucciderebbe. O piuttosto lui troverebbe il modo di perdonarmi, di trovare un nuovo amico e alleato in me, mentre Katara nel frattempo mi ucciderebbe.
Ma dovrei essere io quello arrabbiato! Lei poteva privarmi di questo terribile marchio inflittomi da mio padre e invece ha preferito salvare quello stupido bambino!
Che sto dicendo? Lui é l'Avatar e lei ha fatto la scelta giusta salvandolo.
Eppure non riesco a togliermi dalla testa la possibilità che scelte diverse per entrambi avrebbero portato a conseguenze totalmente differenti. Il suo tocco, il suo dominio e l'acqua magica dell'oasi degli Spiriti del Polo Nord mi avrebbero liberato da questa traccia che contraddistingue la mia vita.
E poi magari avrei scelto di non tradirla, di non tradire la sua famiglia.
Forse per questo motivo mi sento una persona migliore dietro la maschera dello Spirito blu, uomo senza cicatrici, senza passato e senza orgoglio da inseguire.

Mi risveglio di soprassalto, poco prima di risentire la mano di Katara che si poggia delicata sulla mia cicatrice, proprio sotto l'occhio. Quel momento di prigionia, a metà tra un tradimento e l'altro, poteva trasformarsi in un destino migliore. E invece quel passato ha rischiato di cancellare l'unica speranza di pace che la gente ha riposto nell'Avatar.

"Sei una persona terribile, lo sai questo vero? Ci hai inseguiti dappertutto cercando l'Avatar e provando a catturare l'ultima speranza di pace per il mondo. Ma cosa t'importa, tu sei il figlio del Signore del fuoco...il tuo scopo é diffondere guerra, violenza e odio!"

Quelle parole sono impresse nella mia memoria in modo indelebile, sono così fredde che bruciano.
Come posso dimostrare di non essere una persona terribile? Dopo tutto quello che ho fatto, nemmeno io sono sicuro di essere buono.
Per di più, Katara ha voluto credere in me in quella prigione ed io, appena me ne si é presentata l'occasione, ho deciso di tradirla.

"E solo che, da molto tempo, ogni volta che immaginavo la faccia del nemico pensavo alla tua faccia"

La mia faccia, certo. La mia cicatrice. La mia condanna. Come darle torto. Anch'io, se vedessi qualcuno con la mia stessa cicatrice, lo riterrei un nemico.
Addirittura un mostro, uno scherzo della natura. Eppure ne sono abituato: il segno del principe bandito, condannato ad inseguire per sempre l'Avatar.
Mi tocco la guancia sotto l'occhio sinistro e una lacrima, che vorrei fosse acqua magica, traccia una crepa sulla mia pelle frastagliata.

"Forse c'é un modo per liberartene"

E il modo c'era, ma fortunatamente non é stato sprecato per uno come me.

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Spazio autrice

Mi sembra strano scrivere qualcosa quando é solo l'inizio della storia, ma il primo capitolo rimane un po' come la copertina: l'incipit che ti introduce, non solo alla fanfiction, ma anche al tipo di scrittura e quindi l'unico vero modo per capire se leggerla o meno ...
Mentre questo piccolo spazio spero possa servire per conoscermi meglio.

Lascio a voi i commenti🤗
A presto

Un amore che brucia gelido - ZutaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora