10 - Ragione e pentimento

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Katara

Cosa mi é saltato in mente?
La scorsa notte non é mai accaduta. Tutto questo l'ho fatto completamente da sola, con l'unico aiuto di Appa. Questa sarà la versione che racconterò ad Aang e tutti gli altri.

"Che cosa ne é stato dei nostri desideri?"

- Ma quali desideri? Si é trattato di deliri e debolezze. Per quanto giusto possa essere sembrato in quel momento, non c'é stato niente di più sbagliato nella mia vita.
Eppure certe sensazioni continuano a vorticarmi nella testa.

"Sei davvero stupenda, Katara"

La presa che avevano le sue mani su di me mi faceva sentire vulnerabile, ma anche protetta. Ora mi lascia un sentore di rabbia.
- Come ho fatto a sentirmi protetta tra le braccia del mio acerrimo nemico? La persona che temevo d'incontrare ad ogni angolo, che disturbava il mio sonno.
Vorrei soltanto capire quando tutto ciò é cambiato.
Non lascerò che una cosa del genere si ripeta in futuro.

Vedo il fumo dell'accampamento del Loto Bianco in lontananza. Gli stomaci di Appa brontolano rumorosamente e si mescolano al suono del mio. É da giorni che non mangio pasti decenti e il profumo che sento arrivare da una grande tenda centrale, mi fa venire l'acquolina.
Immaginando che siano tutti riuniti per la colazione, scollino Appa e lo lascio in una zona all'ombra, con la promessa di tornare con del cibo anche per lui.

"Buongiorno Katara, vuoi unirti a noi per colazione?" Pakku posa la mano sul posto libero accanto a lui e mi sorride gentile.
Saluto tutti, ma non mi sistemo.

"Grazie per la proposta, ma sono rimasta più del dovuto. Ormai mi staranno cercando" rispondo pacata.

Butto un'occhiata ad Iroh, intento a sorseggiare del tè e uno strano fastidio mi monta nello stomaco. Ha quell'aria gentile ma saccente che mi turba parecchio. Sembra quasi che, senza nemmeno guardarti, sappia già tutto sul tuo conto.
Ed io non vorrei mai che venisse a galla niente riguardo la scorsa notte.

"Dov'é mio nipote?" Senza preavviso, senza distogliere lo sguardo dalla tazza, Iroh mi domanda dove ho lasciato Zuko. Per non destare sospetti rispondo subito, ma con tutta calma e pieno controllo.

"La sua ferita si é riaperta, l'ho curato ed é subito crollato in un sonno profondo. Immagino che a breve ci raggiungerà..." ho evidentemente omesso qualche parte, ma a loro questo non deve interessare.

"Molto bene, sono contento che qualcuno abbia premura del mio povero nipote" ammise Iroh, senza mai incontrare il mio sguardo.

Dentro di me divampa un fuoco che rischia di esplodere, una vergogna che mi scuote le viscere. Vorrei rispondergli che non c'é nessuna premura nei suoi confronti e nessun povero nipote, anche se una disgustata parte di me é consapevole della menzogna. Ho provato molto più che semplice premura e questo pone dei contrasti che mi mettono in agitazione.
Ci tengo e allo stesso tempo non vorrei vederlo mai più.
Le due cose non stanno in piedi insieme, ma non so quale dovrei abbattere.
Per questo sto cercando di tornare dai miei amici prima che lui si presenti all'accampamento.

Piandao, che non mi ero resa conto mancasse all'appello, arriva alle mie spalle e vi poggia una mano sopra. Lo guardo e mi sorride.

"Ti prego di prendere almeno qualcosa per te e il tuo bisonte da portarvi lungo il viaggio di ritorno" mi scruta in modo rassicurante, direi quasi comprensivo. Gli sorrido a mia volta e poi noto Pakku mettere da parte un po' del cibo che stavano consumando. Mi avvicino per prenderlo e ringrazio tutti con un inchino.

Un amore che brucia gelido - ZutaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora