9 - Eran forse un sogno?

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Zuko

Mi sfilo completamente la maglietta bagnata dalla testa, lanciandola con impazienza sul ramo di un albero sopra le nostre teste, frattanto che Katara traccia con le sue piccole dita le linee del mio petto. Si prende del tempo per guardarmi con attenzione, per davvero. Mi sento improvvisamente troppo esposto.

"Zuko" dice lei, dandomi una spinta sul petto, come a constatare che fosse tutto vero.

"Sei stupenda" Le afferro il volto tra le mani, l'accarezzo e cerco sicurezza nei suoi occhi.
In tutta risposta, Katara si china in avanti e mi prende un labbro tra le sue. Mi mette le mani ai lati del viso e assapora con la lingua il fuoco che ci brucia entrambi.
La aiuto a spogliarsi, poi faccio scivolare una delle mie mani sulla sua schiena e lei si inarca, modellando il proprio corpo contro il mio. Le sciolgo il nodo della lunga treccia e i capelli scuri le scendono lungo spalle e schiena, accarezzandole. Il calore dei nostri corpi e la sensazione della pelle contro la pelle sono terribilmente piacevoli.
Le mia labbra si posano sul suo collo, fermandosi premurose in ogni punto più sensibile. L'alito di Katara s'infrange su di me, caldo e
delicato. Si mescola al profumo della sua pelle, mi inebria completamente. L'acqua vortica intorno a noi, in un turbinio di luci
e colori. Danza tra i corpi, fa spazio ai nostri desideri.
E, con un bacio, mi si abbandona.
Katara si abbandona al principino che é un improbabile, assurdo errore ma che ora é il suo desiderio più grande.
- Questa sera, tutt'a un tratto, so che lei si é accorta che tutto ciò che importa é qui.
I nostri corpi caldi rimangono sospesi nell'acqua, avvicinandosi pericolosamente, scontrandosi come le nostre labbra.
La ricopro di baci, le accarezzo la pelle nuda delle cosce e la sento gemere. Le bacio il collo e lei accarezza i miei capelli, aggrappandosi ad ogni istante insieme.

"Sei davvero stupenda, Katara" glielo sussurro ancora una volta alle orecchie, passando poi a baciarle guancia e incavo del collo. I suoi sospiri si fanno sempre più affannati, le sue dita accarezzano il mio pomo d'Adamo. Ma ciò che davvero mi lascia estasiato sono i suoi bellissimi occhi azzurri come l'acqua ghiacciata, ma caldi della luce della Luna.

Voglio approfittare di ogni momento, assaporare la sua pelle calda contro la mia, continuare a sentire il battito martellante del suo cuore sul mio.
Nulla servirà più a tenerci lontani, lo siamo stati fin troppo.
Ed io la desidero con tale intensità.

"Vieni a combattere il Signore del Fuoco al mio fianco, Katara" le chiedo in un sussurro, incapace di trattenere quel desiderio più a lungo.

Lei s'immobilizza, il suo sguardo diventa glaciale e si allontana con forza da me. Non era la reazione che mi aspettavo, anche se avevo sentito quello che ha chiaramente ribadito a mio zio. Speravo soltanto che si fosse tutto ribaltato.

"Tu...tu non puoi chiedermi una cosa simile..." Katara balbetta in preda all'agitazione. Si scuote e poi si volta contrariata, iniziando a nuotare verso la riva.

"Katara, ti prego scusami!" La raggiungo in qualche bracciata ma, quando mi avvicino troppo, lei mi scaraventa al centro della pozza con un solo gesto secco e rabbioso.
Quando riaffioro la fisso sbigottito, mentre lei si strizza i capelli in piedi sulla riva.

"Tu sorgi con il Sole, ma io sorgo con la Luna" mi fissa con un misto di delusione e cattiveria che non mi aspettavo di rivedere. "Te lo ricordi?"
- Certo che lo ricordo, un altro dei miei errori e direi tra i peggiori.

"Katara, puoi ascoltarmi?" Le domando in modo dolce e senza cercare di riavvicinarmi. Voglio che continui a fidarsi di me.
Lei annuisce poco convinta e incrocia le braccia sotto il petto. Poi alza una mano con gesto fluido e l'acqua intorno a me mi circonda, alzandosi come l'alta marea. Rimango completamente bloccato.

"Ho sbagliato, é stato un desiderio egoistico che avrei dovuto tenere per me". Sono immobile, il liquido che mi racchiude. Vedo il suo piccolo sorriso e gli occhi che le brillano. Poi sento l'acqua smuoversi intorno a me e mi trasporta con velocità verso la riva.

Una volta con i piedi per terra, le sfioro la pelle delle mani con le mie, la accarezzo lungo le braccia fino ad arrivare a cingerle il volto. Mi avvicino e le poso un bacio sulla fronte.
- É così bella la sua pelle ambrata. Il suo profumo é ancora sulla mie mani.

"Per me sarebbe importante averti al mio fianco, ma solo se questo non va contro il tuo volere" cerco di rassicurarla, massaggiandole le guance con i pollici.
Lei mi sorride e mi da un caldo bacio.

"Ho esagerato, mi dispiace" si scusa con me. Per la prima volta, qualcuno si sente dispiaciuto per me.
E tuttalpiù, non qualcuno a caso ma la giovane donna che é finalmente tra le mie braccia.
La tengo più stretta a me, inalo il profumo dei suoi capelli bagnati.

Come ci sdraiamo per terra, ci addormentiamo avvinghiati l'uno all'altra.

* * *

La mattina arriva poche ore più tardi, accompagnata da fasci di luce caldi e luminosi. Mi alzo e mi accorgo di essere rimasto solo. Una piccola parte di me si preoccupa che qualcosa possa essere accaduto, un'altra che lei possa avermi abbandonato qui ed entrambe le circostanze non mi piacciono affatto.

Mi stropiccio gli occhi e poi vedo i miei vestiti impilati su una roccia al mio fianco. Immediatamente, elimino dalla testa entrambe le eventualità a cui avevo pensato poco prima. Mi sento più tranquillo.

"Forza principino, dobbiamo tornare" Katara é in piedi davanti a me, al fianco di Appa. Le sorrido, ma lei non sembra la stessa di qualche ora fa. I dubbi mi attanagliano lo stomaco.

Cerco di dire qualcosa e nulla esce dalle mie labbra.

"Vestiti in fretta, ti aspetto all'accampamento" continua lei senza nemmeno guardarmi, salendo in groppa ad Appa.

"Katara, ho fatto qualcosa di sbagliato?" Chiedo in preda all'angoscia. Lei mi scruta, il suo sguardo tagliente rischia di affettarmi.

"La tua ferita ti ha messo fuori gioco per svariate ore e questo ci ha rallentati" mi risponde irritata. "Una volta all'accampamento, le nostre strade si divideranno" aggiunge prima di incitare il bisonte ad incamminarsi.

Non riesco a reagire, non subito.

"Che cosa ne é stato dei nostri desideri?" Urlo a pieni polmoni e lei non si gira, ma se mi ha sentito significa che ha deciso di ignorarmi.
Crollo in ginocchio, sopraffatto dalla frustrazione.
Era troppo bello per essere vero.

- Che cosa ne é stato dei nostri desideri? Sono forse annegati?

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Spazio autrice!

Ed eccovi l'ennesimo capitolo in ritardo, ma solo di un giorno!😂🙈
Buona lettura:)

Un amore che brucia gelido - ZutaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora