Capitolo 1 - Free Bird

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«METTI GIÙ L'ARMA E AVVICINATI LENTAMENTE! È L'ULTIMO AVVERTIMENTO!»

Il tono della voce di Ruriko era teso, quasi disperato, rimbombando tra le pareti della stanza. La lama del coltello puntata sul mio collo si avvicinava sempre di più, provocandomi un piccolo graffio. Una goccia di sangue macchiò il colletto della mia divisa scolastica. Potevo sentire il respiro irregolare di Ishida dietro di me, mentre il battito del mio cuore rimbombava nelle orecchie.

Un anno e due mesi prima

"Bip-bip-bip." Il suono della sveglia rimbombò attraverso la stanza come un martello che picchiava contro il cranio con una melodia penetrante.
"Ah... è già mattina, un'altra giornata come le altre. Quanto odio questo suono appena sveglia... vorrei solo stare a casa senza uscire o incontrare nessuno." Pensai tra me e me.
«Hana, sveglia!» Urlò mio padre dalla cucina.
«Sì, papà, mi sto alzando, dammi un secondo...» Dissi sfregandomi l'occhio destro.

La luce del sole entrava nella mia stanza attraverso le fessure della serranda, passando per la tenda rossa, i raggi si tingevano di un colore cremisi. Una volta sveglia, scesi dal letto, aggiustai le coperte e mi recai in cucina.

«Buongiorno, tesoro.» Disse mio padre ai fornelli.
«Buongiorno, papà.» Risposi sbadigliando.
«Oggi ho preparato la tua colazione preferita! Riso al vapore in bianco, pesce alla piastra, zuppa calda di miso e tsukemono.»
«Wow... grazie!»
«È da un po' di giorni che ti vedo giù... va tutto be-»
«Va tutto bene.» Dissi interrompendo la sua frase.
«Sei sicura?» Continuò mio padre.
«Sì.»
«Va bene... per qualsiasi cosa lo sai... papà c'è sempre.»
«Grazie papà, ti voglio bene.»
«Anche io... Prima che me ne dimentichi, questa sera probabilmente non tornerò a casa per cena. Stiamo finendo la costruzione del palazzo accanto al parco Gyoen, abbiamo deciso di fare un turno più lungo. Ti lascio la cena in frigo, va bene?»
«Certo, va bene.»

Papà è sempre impegnato col lavoro, è un capocantiere e sta fuori casa dalla mattina fino a tarda sera. Da quando ha divorziato con mamma, dieci anni fa, vivo con lui. Ha avuto qualche compagna in passato, ma non si è mai risposato. Passiamo poco tempo insieme, però quel poco mi basta per non sentirmi sola. Terminata la colazione, mi tolsi il pigiama, mi lavai e indossai l'uniforme scolastica.

«Io esco!» Dissi mettendomi le scarpe.
«Fa' attenzione!» Rispose mio padre dalla cucina.
"Oggi c'è proprio una bella giornata... già... peccato che mi stia sempre più avvicinando verso il mio inferno."

Arrivata ad un semaforo, notai un gruppo di liceali, dei miei coetanei, chiacchierare tra di loro.

«Ragazzi, dopo scuola andiamo da qualche parte?» Chiese uno dei ragazzi.
«Mh... sì, dove volete andare?» Rispose una ragazza.
«Non lo so... Ah! Andiamo alla sala giochi, che dite?» Propose un terzo ragazzo.
«Va bene!»
«Ci sto!»

Mi piacerebbe tanto avere degli amici con cui uscire... li invidio davvero molto. Alle medie avevo qualche amica, ma quando iniziammo le superiori ci siamo sentite sempre di meno, fino a scomparire completamente dalle nostre vite. Per evitare le discussioni dei miei coetanei, mi misi alle orecchie un paio di auricolari, durante il tragitto casa-scuola ascolto sempre della musica rock, è il mio genere preferito, sento scorrere in queste canzoni le mie emozioni, mi permettono di isolarmi dal mondo esterno. Arrivata a scuola, mi sedetti al mio posto e subito si avvicinarono due ragazze: erano Ishida Kaede e Koyama Masumi. Ishida era già mia compagna di classe al primo anno, purtroppo me la sono ritrovata anche al secondo, mentre Koyama l'ho conosciuta ad aprile, all'inizio di questo anno scolastico. Loro due sono la principale causa per cui odio andare a scuola. Hanno messo in giro un sacco di voci sul mio conto, ovviamente tutte spiacevoli, e soprattutto false. Tutto è iniziato circa a metà del primo anno con Kaede. Ancora oggi non capisco cosa le abbia fatto per farmi odiare così tanto.

The Opposite of Me - Watashi no HantaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora