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Nei giorni successivi, cora iniziò a girovagare per tutto l'ospedale con l'aiuto della sedia a rotelle.
Anche se pian piano si stava adattando alla vita ospedaliera, non voleva star lì e sperava ogni giorno di uscirne il piu presto possibile.
Ogni momento della giornata pensava al suo fedele amico Corrado. A quanto le sarebbe mancato non sentire più l'aria fresca del mattino o il vento che le scompaiava sempre la chioma color pece.

La sua stanza era così bianca che una notte mentre tutti dormivano lei si intrufolò per tutte le stanze vicine a prendere dei fiori, perché la madre gliela aveva tolti dicendo che si doveva riposare e non fantasticare come al suo solito. Era riuscita a prendere qualche girasole e qualche tulipano, li incastrò sotto al lettino e quelli che ne rimanevano li mise accanto alla finestra.

Sistemandoli da lontano vide una flebile luce che a stento illuminava tre alberi perfettamente in fila. Cora vise che due erano oramai stradicati ma al centro di essi c'è n'era uno più giovane.

Quel solo alberello le bastò tanto da riempirgli gli occhi di lacrime tra felicita' e dolore.

<<Emh ciao, tu-tu bhe come ti chiami ?>>iniziò a parlargli ininterrettamente senza accorgersi che la sua nuova infermiera fosse alle sue spalle.

<<Sono la tua nuova infermiera e adesso... fila a dormire invece di parlare con degli insulsi alberi!>> si giro di scatto e vide l'espressione arrabiata della donna.

<<Scusi>> disse trattenendosi.

La mattina dopo si svegliò ragiante e si precipito  frettolosamente con la sua sedia, alla finestra con un sol movimento la aprì e fece un sospiro profondo.

<<oh buongiorno alberello ed anche te corrado ovunque tu sia>> chiuse gli occhi per pensare al suo amico mancato e poi riprese.

<< Sai alberello >> sospiro per pensare <<Tu non parli molto come gli alberi in paese, vabbè te lo darò io il nome>>
ci pensò su e poi in modo secco:

<<Clarissa>>fece un sorriso a trentadue denti e poi richiuse la finestra.

Dopo circa un'oretta mentre lei stava leggendo dei libri che le avevano dato l'ospedale, entrarono nella sua camera tre donne: una era sua madre, un'altra era l'infermiera che l'aveva sgridata il giorno prima e infine una donna che non aveva mai visto dalla sua permanenza in ospedale.

Quel giorno cambiò tutto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora