-𝘴𝘰𝘢𝘱-

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non era la prima volta che eddie, doveva scontare una punizione.
anzi, a dirla tutta, quella doveva essere la decima volta in un mese.
il ragazzo frequentava il terzo anno di liceo, e aveva da poco compiuto diciassette anni.
era diventato "famoso" nella scuola per le punizioni e le feste che organizzava.
nonostante tutto, eddie non era un cattivo ragazzo.
dietro quei capelli disordinati e quei vestiti neri coperti di borchie, si celava un ragazzo dall'animo buono e onesto.
principalmente finiva in punizione perché amava ribellarsi, e chiaramente odiava le ingiustizie, di tutti i tipi.
doveva odiare questa parte del suo carattere, ma in realtà era il suo lato migliore.
oltre a considerarlo 'metal', era anche molto attraente. almeno così pensava lui.

"oggi pulirai il mio ufficio, munson"
l'uomo avanzava con il ragazzo alle sue spalle che lo seguiva a ruota.
era il vicepreside, nonché un uomo estremamente serio e taciturno.
aveva personalmente dato le punizioni al ragazzo nel corso dell'anno scolastico.
e anche se sperava che prima o poi imparasse la lezione, doveva ammettere a sé stesso che eddie era spiritoso.
molto spesso si è ritrovato a nascondere un sorriso, mentre si ribellava alla professoressa smith, una donna sulla sessantina che aveva problemi di udito.
nonostante ciò, eddie era tenace e anche se rischiava la bocciatura per il suo comportamento, non avrebbe mai smesso di essere sè stesso.
il ragazzo seguiva l'uomo davanti a lui in silenzio.
aveva le mani in tasca, e ogni tanto si stringeva nel suo giubbotto di pelle, dato il clima gelido che regnava in quella scuola.
non appena arrivarono davanti alla porta dell'ufficio, l'uomo tirò fuori dalla tasca le chiavi e le inserì nella toppa.
il ragazzo entrò guardandosi attorno.
conosceva quello studio a memoria, quasi meglio del suo caravan.
"aspettami quì"
la voce dell'uomo suonò bassa ed eddie si sedette sulla sedia girevole, attendendo il suo rientro.
cominciò a girare intorno sulla sedia, sbuffando di tanto in tanto per la noia.
anche se non gli pesavano le punizioni, era comunque tempo prezioso, che avrebbe potuto consumare facendo altro.
il ragazzo sorrise al pensiero di portare a scuola la sua chitarra e dare lì un concerto davanti ai professori.

l'uomo tornò subito dopo, facendo sussultare eddie, che notò assieme a lui un'altra figura.
"munson, lui è steve harrington. è anche lui del terzo anno, ti terrà d'occhio, per evitare che tu combina un'altra delle tue"
il moro sbuffò sonoramente, mentre i suoi occhi si posarono sulla figura del ragazzo, che aveva in mano un secchio, e tutto l'occorrente per pulire.
"buon lavoro"
il vicepreside se ne andò, lasciando i due ragazzi da soli.
nella stanza calò il silenzio, prima che eddie si alzò dalla sedia per andare davanti al ragazzo e prendere gli oggetti per pulire.
"bene, cominciamo"
eddie sbuffò ancora, mentre steve si chiuse la porta alle spalle.
cominciò ad indossare i guanti, mentre versava il detersivo nel secchio con l'acqua.
il ragazzo odiava scontare le punizioni con qualcuno, soprattutto se quel qualcuno era steve harrington.
ovvero per eddie, 'il mister perfettino"' della hawkins high.
"cominciamo? guarda che tu devi pulire. io sono solo qui per tenerti d'occhio"
il castano si sedette sulla sedia a pochi metri da lui, in modo da avere una completa visuale della stanza e di eddie.
accavallò le gambe, mentre si passava una mano sul suo lungo ciuffo.
eddie si morse l'interno guancia, mentre immergeva la pezza nel secchio
giuro che sto per ammazzarlo.

il ragazzo cominciò a spostare i vari oggetti personali del vicepreside, prima di passarci poi il panno umido per ripulire.
steve guardava la scena in silenzio, ed eddie sentiva che la sua pazienza era già al limite.
ad ogni suo movimento, riusciva a sentire il suo sguardo addosso.
"di solito non sei più loquace, munson?"
riuscì solo a sorridere, dopo che eddie strinse la pezza che aveva fra le mani, per poi fare un respiro profondo.
pensò subito che steve lo stesse provocando, non sapendo però, che il ragazzo cercava solo un pretesto per chiacchierare.
"quando sono in punizione mi limito a pulire, perché sono da solo"
eddie finì di pulire la scrivania, e senza voltarsi nemmeno per un istante cominciò a spruzzare del detersivo sui vetri per poi passarci un panno asciutto.
"ma adesso non sei solo, ci sono io"
il castano sorrise.
"giusta osservazione harrington, di cosa vuoi parlare?"
eddie non avrebbe mai voluto fare quella domanda, ma sapeva che il ragazzo l'avrebbe torturato per altre due ore, quindi tanto valeva dargli quello che voleva.
steve cambiò visuale, e guardò fuori dalla finestra come se lì ci fosse un qualsiasi argomento pronto da gettare nella conversazione.
alla fine si limitò a chiedere
"quanti anni hai?"
il castano si sentì stupido, quando eddie si voltò per incrociare il suo sguardo, steve sentì improvvisamente il suo cuore accelerare.
era la prima volta che lo guardava negli occhi, e doveva ammettere a sè stesso che eddie munson, aveva degli occhi meravigliosi.
steve dovette cambiare visuale, come se quegli occhi lo stessero spogliando.
eddie si limitò a sorridere sotto i baffi.
steve harrington timido?
"ne ho diciassette, e tu?"
il ragazzo finì di pulire anche i vetri e si stiracchiò, prima di sedersi sulla sedia girevole.
"sedici"
rispose steve, questa volta alzando lo sguardo verso di lui.

"bè, sembra proprio che io abbia finito prima del previsto"
eddie mise due mani dietro alla testa sbadigliando.
"cosa? no, non hai pulito lì"
il ragazzo si voltò, fingendo di non aver capito dove il più piccolo stesse indicando.
"dove?"
steve a quel punto si alzò e si avvicinò a lui, davanti al mobile che stava indicando.
eddie allora prese la spugna ricoperta di sapone e la nascose dietro la schiena.
"quì non hai pulit-"
il ragazzo gli lanciò la spugna sul viso, prima ancora che potesse finire la frase.
il metallaro cominciò a ridere come se non ci fosse un domani, mentre si godeva l'espressione sconvolta del ragazzo.
doveva ammettere che era carino, con la faccia ricoperta di sapone.
"come hai osato? la pagherai cara!"
steve prese il secchio d'acqua, e proprio quando eddie pensava che non avesse il fegato, il ragazzo lo rovesciò.
il riccio scappò, ma nel farlo inciampò sul pavimento ormai bagnato, guadagnandosi una sonora risata da parte del più giovane, che adesso si stava tenendo lo stomaco con entrambe le mani.
eddie pensò subito che fosse impazzito, ma non potè fare a meno di scoppiare a  ridere allo spettacolo che aveva appena dato.
"mi dispiace"
disse steve riprendendo fiato, per poi avvicinarsi a lui e porgergli la mano.
il moro la afferrò, ma subito dopo inciampò facendo cadere anche l'altro sul pavimento, ormai imbrattato di acqua e sapone.
i due ripresero a ridere ancora più forte per la situazione che si era creata, dimenticando completamente il motivo per cui si trovavano lì.
"sei nei guai eddie munson"
disse steve una volta essersi ripreso, non riuscendo però a rimanere serio per più di cinque secondi.
eddie, in risposta si mise a sedere sul pavimento guardando il casino che avevano fatto.
"io? sei stato tu a gettare il secchio"
il maggiore si alzò, questa volta in modo cauto, prima di porgere una mano al ragazzo.
steve lo trovò estremamente dolce, e rimase ipnotizzato dai suoi immensi occhi marroni.
non riuscì a non fidarsi del più grande, afferrò la sua mano e si alzò.
rischiò ancora una volta di scivolare, ma il eddie lo tenne saldamente, e nel farlo i loro visi divennero sempre più vicini.
eddie ne approfittò per guardarlo negli occhi, e doveva ammettere a sè stesso che steve harrington, il mister perfettino, era davvero bello.
i suoi capelli sembravano morbidissimi al tatto, e i suoi occhi marroni erano dolci e rassicuranti.
il maggiore notò che aveva ancora un pò di sapone sul viso, e non potè fare a meno di sorridere.
allungò il braccio e lo pulì con la manica della sua giacca.
steve in risposta rimase completamente immobile, godendosi per qualche istante il contatto dolce e attento, del più grande.

"sai dopotutto, non sei tanto male, steve harrington"
il castano sorrise in risposta, come se quello fosse stato il complimento migliore della sua vita.
anche se conosceva eddie da appena mezz'ora, provava una sensazione di benessere con lui, sentiva di potersi fidare ciecamente.
"nemmeno tu sei male, munson"

"adesso dobbiamo ripulire, però"
la stanza si riempì ancora una volta delle loro risate spensierate.











spazio me:

non sono molto convinta di questa :/

btw, fatemi sapere cosa ne pensate <3

-Syria

𝑠𝜏𝜀𝜕𝜕𝜄𝜀 | one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora