Capitolo 8// Non immagini quello che sto pensando

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POV T/N

« Ha ragione, Baji gli è andato addosso come un coglione ».
Questa volta non fu Kuroo a parlare, bensì mio fratello che si era apparentemente appena svegliato.
" HA FINTO DI DORMIRE SOLO PER NON VENIRE SGRIDATO? "

Non riuscivo a capire per quale motivo il cuore non aveva smesso di battermi forte, subito dopo che Kenma si ricompose accanto a Kuroo.
" Perché mi fa questo effetto? Che motivo ho di sentirmi così? "
Continuavo a rimuginarci durante tutta la chiaccherata con Kuroo, mentre il biondino restava in silenzio ad ascoltare. Probabilmente Draken lo aveva messo così in soggezione che si sentiva in imbarazzo anche solo a comunicare.

Lo supponevo perché più che ascoltare la conversazione era impegnato a tirare un'occhiataccia sia a mio fratello che all'uomo-lampione.
« Kenma ci sei? T/N ti ha fatto una domanda »
Lo vidi sobbalzare.
« S-Si ecco, cioè no. Puoi ripetere? » mi chiese tornando a guardarmi con quel suo sguardo privo di emozioni
« Ecco lo sapevo, sempre fra le nuvole » commentò Kuroo
« Ma si può sapere che cazzo vuoi? » gli rispose con più tono del solito, del tutto infastidito.
« Volevo solo sapere se hai iniziato a giocare a pallavolo, Kuroo ti ha chiamato " l'alzatore della Nekoma " prima » chiesi fermando l'inizio di una lite.
Egli riportò lo sguardo su di me,
« Dalle medie » rispose secco.
« Insomma ma che ti prende oggi?! Perché ti comporti così? » sbraitò Kuroo esasperato dal comportamento del suo amico.
Vidi come il ragazzo alzò gli occhi al cielo e se ne andò a sedere al posto di prima.

Non riuscii minimamente a immaginare, in quel momento, che la causa del suo nervosismo fosse il mio rapporto di amicizia con dei delinquenti. Che lui, probabilmente, stava immaginando fosse qualcosa di ben più intimo.
Kuroo chinò il capo per scusarsi del suo comportamento, mi salutò e andò dritto dal suo compagno per fargli un bel discorsetto.

Quando arrivai a scuola, entrai in con dieci minuti di ritardo.
« Oh signorina T/C, ha perso il bus anche oggi vedo? » mi rimproverò il professore di fisica
« Scusi il ritardo » accennai prima di dirigermi al mio posto, accanto a Hinata.
" Strano che non mi abbia messo in punizione come sempre... è troppo tranquillo oggi. Avrà scopato con sua moglie ieri? "
Quando suonò l'ultima campanella del giorno, Hinata mi bloccò il braccio.
« TI HO ASPETTATO MEZZ'ORA SOTTO IL SOLE BAKA! » sbraitò lui con un volto esaurito.
Vedi il suo faccione con le sopracciglia corrugate e scoppiai a ridere sotto i baffi. Shoyo arrabbiato era qualcosa per me immaginabile.
« Eh?! Cosa c'è da ridere? » chiese lui ancora gridando. Probabilmente non si era accorto che tutti i nostri compagni, o almeno quelli che erano rimasti, lo stavano guardando.
Quando si sentì osservato capì da solo, e io scoppiai a ridere.
« B-baka! » si lamentò
« Scusami scusami ahahahahaha, prometto che non lo faccio più » dissi.
E in quel momento entrò in classe Tanaka e Nishinoya, che alla soglia della porta gridarono:
« Ehi! Voi due, dobbiamo andare in palestra! ».

Oh merda, oh merda, oh merda, oh merda... oh merda.
Non ho il binder addosso tantomeno i capelli legati.
Sentii il cuore battermi in gola.
Appena quei due erano vicini a noi, assunsero entrambi un viso imbarazzato. Non si erano accorti prima della differenza tra Amane e me.
« H-Hinata perché non ci presenti la tua compagna? » chiese il pelato.
« È davvero carina » aggiunse Nishinoya.
È normale che non senta più il cuore?
Tutto ciò che sapevo fare era guardare per terra, fortunatamente però venne in mio soccorso Shoyo che si mise tra me e loro, impedendogli di osservarmi ancora per molto.
«  Lei è... Lei è- oh mhmm... la cugina di Amane! » gridò più del dovuto.
Eh?!
Vidi i volti di quei due sorpresi quanto il mio.
« In effetti a guardarla bene sono due gocce d'acqua » notò Nishinoya che si era sporto di lato per osservarmi.
« Molto piacere! Sono Nishinoya! Ti piace la pal-? »
« Piacere, io sono Tanaka ma puoi benissimo chiamarti marito » intervenne Ryu.
Mi trattenni dal ridere. Posso divertirmi solo un pochino?
« Piacere Nishinoya, piacere marito »
li salutai prima che Hinata li cacciò via, andando con loro verso gli spogliatoi.

« AMANE AMENE AMANE! » gridarono Nishinoya e Ryu saltandomi letteralmente addosso appena misi piede in palestra.
« Perché non ci hai detto che hai una bona della madonna invece di una cugina? » chiese Nishinoya
Grazie tesoro lo so, non c'è bisogno che mi elogi così tanto.
« Mi ha persino chiamato "marito"! » mi disse con le lacrime agli occhi il suo amico.
« Ma davvero? » dissi sforzando ogni mio muscolo di non ridere.

Subito dopo arrivò un ceffone sulla testa di entrambi.
« La volete smettere di urlare? » li gridò Daichi.
« Lo sapete o no che tra pochissimo andremo a un ritiro di due giorni con le altre scuole? Se avete intenzione di farfugliare vi lascerò qui! » continuò lui.
E proprio in quel momento arrivò il professor Takeda, il capo allenatore.
Di corsa ci riunimmo tutti attorno a lui.
« Ragazzi ho grandi notizie! Come sapete, il ritiro è alle porte e indovinate un po'? Vi ho trovato un allenatore solo per questa occasione, è il nipote del grande Ukai, che purtroppo è in pensione. Per questo motivo dovrebbe esservi un grande onore »  disse e in questo modo annunciò la presenza di un uomo alle sue spalle, con capelli tinti di biondo.

Al seguito ci propose una partita tra di  noi, giusto per vedere di cosa eravamo capaci. Quando vide la schiacciata veloce di Hinata e Kageyama gli brillarono gli occhi.
Purtroppo non riuscii a dare il meglio di me essendo infortunata ma pazienza, avrò tutto il tempo.
Dovevo solo sperare di guarire prima dell' incontro.
A fine partita, con la vittoria della squadra di Kageyama l'allenatore fece un piccolo resoconto su di noi.
« Per quanto riguarda te Amane, se bene tu sia infortunato hai saputo gestire la situazione come meglio potevi. Il tuo punto forte è la ricezione ma sai utilizzare tutto ciò che ti è permesso in campo per arrivare a vincere, ho visto come hai fatto punto schiacciando con la testa. La tua presenza ci sarà di grande aiuto, specialmente quando non ci sarà Nishinoya. Ma ricorda, non stiamo giocando a calcio. » disse lamentandosi di quando per sbaglio durante un passaggio mi dimenticai di passarla e fermai la palla tra le mie mani, come se fossi un portiere.
Annuii ripensando al mio stupido errore.

Quando finalmente arrivai a casa corsi in camera mia. Ero stanchissima.
Volevo buttarmi sul letto e non fare nient'altro fino a domani ma qualcosa prese la mia attenzione.
Una maglietta nera ripiegata con cura sulle lenzuola, una maglietta che però non apparteneva né a me né a mio fratello.
La osservai meglio prendendola tra le mani. Aveva ricamato alla sinistra l'immagine di un gattino che dormiva accucciato.
Sospirai intensamente. Quella poteva appartenere ad una sola persona a questo mondo. Ed infatti era proprio la sua, solo pulita da ogni traccia del mio sangue.
« Kenma Kuzume... perché lo hai fatto? »

Kenma x reader// Avevo 7 motivi per chiamarti gatto. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora