Capitolo 5º| Non Chiudere La Porta

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Continuo a guardare il tempo scorrere lentamente con le lacrime agli occhi.
Un secondo, due secondi, tre secondi..
Mi ritrovo a pensare ai profondi occhi azzuri di sean, al modo in cui si sono riempiti di lacrime quando mi sono offerta volontaria al posto suo, come un fiume che straripa.
Sean, il mio dolce migliore amico.. Affondo la faccia nel cuscino cercando di immaginare cosa potrei fare in questo momento per sentirmi meglio, e poi mi viene in mente la parola sorriso.
Il biglietto che avevo lasciato ai miei genitori questa stessa mattina, quello che diceva "Sorridi sempre, sorridi anche quando sei triste, perché più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere". Non sono sicura di sapere perché, ma l'idea di un biglietto mi fa stampare sul viso un'espressione di sollievo e felicità. Che senso ha starsene seduti a piangere sul divano perché forse la tua vita verrà strappata via da qualcuno che non conosci neanche, quando puoi fare qualcosa per farti ricordare? Ho solo cinque minuti per vedere i miei cari, ma ho ancora una trentina di minuti per scrivere qualcosa, scrivere qualcosa che in questi cinque minuti forse non avrò il coraggio o il tempo di dire.
Nel momento in cui realizzo che manca poco tempo all'incontro corro verso la porta, giro la maniglia e con una velocità e violenza incredibile la spalanco buttando accidentalmente a terra un pacificatore. Mi butto al suo fianco per chiedergli scusa e aiutarlo ad alzarsi, ma l'altro pacificatore fraintende le mie intenzioni buttandomi a terra brutalmente e puntandomi la pistola sul cuore. -Cos'avevi intenzione di fare, ragazzina? Scappare magari? Non puoi scappare dal tuo destino, ti sei offerta volontaria, ignorante!-, le sue parole mi feriscono nel profondo del cuore ma non posso permettermi di perdere altro tempo, così gli rispondo -Non sono ignorante, non attribuirmi aggettivi che non c'entrano nulla con la mia persona!- mi sposto leggermente, con il braccio destro dolorante per l'impatto subito prima, verso destra e cerco di rimettermi in piedi ma la pistola del pacificatore punta alla mia gamba e cado per la paura -Non ci provare neanche- dice scandendo bene le parole -non mi faccio alcuno scrupolo a picchiare una ragazza- respiro con calma e analizzo mentalmente la situazione: sono a terra, un pacificatore pazzo e spietato sta minacciando di picchiarmi, non so quanto mi convenga realmente provocarlo, così l'unica cosa che mi viene in mente è cercare di essere carina e dolce -Mi scusi tanto, pacificatore. Le mie intenzioni non erano di buttare a terra il suo collega ne tantomeno di provare a fuggire, non ne ho la forza e sono troppo debole anche solo per alzarmi in piedi in questo momento.- vedo i suoi muscoli rilassarsi, credo che stia cedendo al mio gioco, alle mia parole, e che sia fermamente convinto di aver a che fare con una stupida ragazzina. -Davvero mi dispiace molto, cercavo solo di prendere dei fogli di carta ed una penna per poter scrivere una lettera ad un amico, questo non dovrei dirglielo ma di lei mi fido, mi ha tanto colpita come ha difeso subito il suo amico e con quanta potenza mi ha buttata a terra. Le chiederei di usare quella sua potenza anche per tirarmi su, se non é un dispiacere, dato che la sua forza strabiliante mi ha provocato molto dolore al braccio destro- spero con tutta me stessa che ceda alle mie parole dolci e gentili e che mi aiuti a rialzarmi e mi porga un foglio ed una penna, lo spero davvero molto, non vorrei essermi cacciata nei guai per niente. -non preoccuparti, mi dispiace di averti buttata a terra così violentemente per aver frainteso le tue intenzioni, vado a prenderti i fogli e la penna, tu intanto torna nella stanza e stai sul divano. Se non dovessi trovarti sarebbe un brutto guaio per te- mi porge la mano e io sorridendo la afferro, mi da una mano a tirarmi su e mi lascia del ghiaccio vicino al divano in caso di dolore improvviso. -niente guai, chiaro? jack starà di guardia alla porta- mi guarda, con le braccia incrociate e l'unica cosa che posso rispondere é chiaro, quindi lascio che la mia voce emetta il suono di quella dolce parola. Chiaro, come gli occhi di Sean. Mancano venti minuti, ce la posso ancora fare a scrivere una dannatissima lettera.
Me ne sto seduta sul divano con il ghiaccio posato sul braccio destro, in attesa del ritorno del pacificatore. Dopo qualche minuto vedo la porta spalancarsi e un uomo nascosto da un'armatura Bianca entrare porgendomi carta e penna, lo vedo poi voltarsi e camminare verso la porta per poi chiudersela alle spalle, senza dire una parola.
Ho perso troppo tempo, non posso permettermi di metterci più di quindici minuti a scrivere la lettera di Sean. Prendo la penna con il braccio ancora dolorante e inizio a scrivere, di getto, senza pensarci, non ho abbastanza minuti per farlo. Lascio che la mia mano scorra sulla carta per scriverci delle parole, delle dolci parole verso la persona che più amo al mondo. "Ti amo. Forse non avrei dovuto dirtelo ora, dopo tanti anni, ma ti amo tanto. Si, ti amo, come migliore amico. Non potrei vivere un mondo senza di te, senza di te che vieni con me alla grotta, senza di te che mi sorridi, senza di te che fai la strada la mattina con me, senza di te che ignori le ragazze che a scuola ti mangiano con gli occhi, senza di te che mi fai ridere, senza di te con cui giocare, senza di te con cui urlare insulti a capitol city, senza di te che mi abbracci quando sono triste, senza di te, senza il mio migliore amico. Non posso vivere con il peso di avere la persona che più amo a distanza dal mio corpo e dal mio spirito, ma soprattutto non posso vivere con il peso dei suoi occhi che, mentre io combatterò per la vita, lasceranno sfuggire qualche lacrima ribelle. Non posso vivere pensando che Sean Wayland pianga per me, non posso e basta. Ti dirò tutto quello che devi sapere su di me, ti dirò ogni cosa, ti scriverò sul treno, non mi dimenticherò mai di te, urlerò il tuo nome davanti alle telecamere così potrai riconoscere che tu sarai sempre nel mio cuore. Non posso credere che tra tutte le persone che potevano essere estratte sia stato scelto proprio tu, non so perché, ma il destino mi ha fatto, anzi ci ha fatto, questo brutto scherzo e io non potevo lasciare che fossi tu a pagarne le conseguenze. Maledizione al presidente Carwel che ancora permette gli hunger games, maledizione ai giorni bui, maledizione agli strateghi che progettano schifose arene per schifosi giochi, maledizione ai capitolini che vivono una vita senza farsi mancare niente e nei distretti muoiono di fame, maledizione al treno su cui salirò che mi porterà lontano da te, maledizione a tutti quelli che mi hanno divisa fisicamente da te, ma solo fisicamente. Solo e unicamente fisicamente perché il mio cuore sarà sempre concentrato su di te, tu ne occupi quasi tutto lo spazio, il mio cuore é grande ma è talmente grande da essere troppo ingombrante nel mio petto, ed é così grande solo perché é alimentato dall'amore che mi é stato donato e lui conserva al suo interno. Solo che tutto l'amore che ho me l'hai regalato tu. Ed é per questo che mi sono offerta volontaria, per ricompensare tutto l'amore che mi hai sempre dato. Immagino tu voglia sapere il resto, immagino tu voglia sapere perché ho sacrificato volontariamente la mia sicurezza per te. Perché non potevo sopportare che il mio migliore amico subisse l'inferno dell'arena, ma anche perché la mia famiglia non ha bisogno di me, la tua si. Mia sorella continuerà a finanziarvi economicamente, in modo che ciò che è successo non capiti mai più. Sarò perennemente registrata da telecamere e quindi per questo motivo non credere a tutto ciò che farò o dirò, perché potrebbe essere un modo di tornare a casa da te, senza uccidere nessuno. Se te lo stai chiedendo non ho paura dell'arena, o della morte. Ho paura di ciò che farei a voi, voi persone che amo, se venissi uccisa, ho paura di ciò che succederebbe a te se non ci fossi io a tenerti per mano, ho paura di far soffrire chi mi ama. Ma per te, per evitare di toglierti la vita, ho voluto farlo io. Non odiarmi per questo, non volermi male per ciò che ho fatto. Io ti amo e ti ringrazio per tutto quello che mi hai sempre dato, per la nostra amicizia, ti prometto che tornerò da te, tu aspettami, tieni un posto sul tuo divano per me, tienilo caldo, avrò troppo freddo, avrò il cuore congelato dalle morti che potrei io stessa provocare, e sarà solo il tuo sorriso a scioglierlo. Non scordarti mai di me, qualunque cosa succeda.
-Alyxsis."
Finisco la lettera giusto in tempo per vedere una porta aprirsi e due figure catapultarsi dentro, un maschio ed una donna, con le lacrime agli occhi. No, vi prego, non entrate, non piangete per me, non chiudete quella porta.

I 36º HUNGER GAMESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora