QUOTIDIANITA'

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-Pronta per domani sera?- Chiedo a Nami mentre mano nella mano ci avviamo all'aula. -Ma che domande?! Ovviamente no!-. Comincio a ridere come un matto e tutti mi osservano straniti. Nami è la mia ragazza da quasi un anno, la amo perché è praticamente unica. Alta, capelli mossi e castani, grandi occhi scuri e labbra carnose. Le ho sempre detto che avrebbe potuto intraprendere una carriera da modella, ma lei preferisce il canto, e domani sera dovrà esibirsi nel teatro dell'università per una manifestazione organizzata dagli studenti in onore del centesimo anniversario della fondazione dell'istituto. Se come ho detto fisicamente è perfetta, caratterialmente ha un difetto che batte tutti gli altri: la sua ansia cronica. Nami è la persona più ansiosa al mondo e stare perennemente sotto pressione per lo studio o per il canto ha finito col peggiorare la situazione. Per esempio ha il terrore di essere in ritardo e per evitare di farsi venire ulteriori ansie ha messo il suo orologio avanti di quasi quindici minuti! E' assurdo, lo so, ma ormai ci ho fatto l'abitudine.

-Stai tranquilla, sarai magnifica-. La bacio sulla fronte e le stringo più forte la mano. -Ehi, ragazzi!-. Naoki, il mio strampalato miglior amico corre verso di noi con al collo la sua immancabile macchina fotografica professionale, dalla quale non si separa mai, se non quando dorme. -Pronti per una fantastica lezione di anatomia con il professor Cipolla?- Comincio a ridere e anche Nami si scoglie un po'. Il professor Tanaka, da noi soprannominato professor Cipolla a causa del suo alito pestilenziale che ti fa venire le lacrime agli occhi se gli stai troppo vicino, è l'insegnate più vecchio e rigido del corso e se solo sapesse come usiamo chiamarlo tra di noi ci sbatterebbe fuori in un batter d'occhio. -Allora Nami, sei carica per lo spettacolo? Mi raccomando devi dare il meglio di te, deve essere la tua miglior performance quella di domani!-. Non faccio in tempo a tappargli la bocca con una mano, che Nami già comincia ad imprecare contro di lui, e finisce col prendersela anche con me. Per fortuna arrivano le sue amiche e lei si allontana senza nemmeno degnarci di uno sguardo. -Perché se la prende sempre così tanto...-. Alzo le spalle. -Sai com'è fatta. Nonostante tutto sappiamo già che sarà la migliore-. Naoki annuisce e poi prende una delle tante cartelle che tiene nella borsa. E' stracolma di foto e altro materiale, ma lui a colpo sicuro prende uno scatto e me lo porge. -Mentre lavoravo al mio progetto per la manifestazione di domani ho trovato questa foto, l'ho sviluppata ed tutta tua, amico-. La foto è un vecchio scatto di me e Nami sulla spiaggia di Odaiba al tramonto, il mese scorso. E' bellissima, la metto in tasca e ringrazio il mio amico. -Su adesso andiamo a lezione, o faremo tardi-. Ci avviamo svelti verso l'aula e non appena metto piede dentro una valanga di persone mi vengono vicino implorando aiuto per alcuni esercizi che non sono riusciti a fare. Purtroppo, già dalle scuole elementari, ho avuto la sfortuna di essere il secchione della classe e se prima questo mi portava ad essere una persona molto impopolare e perfino odiata, adesso sortisce l'effetto contrario. Non posso negare di essere un tantino orgoglioso di tutto questo e che mi capita di vantarmene, ma solo con me stesso, non l'ho mai detto a Nami o Naoki.

Mi metto subito a lavoro e quando il professor Cipolla arriva io ho finito di aiutare i miei compagni. La lezione inizia e io e miei amici cominciamo a prendere appunti fino a quando loro non si annoiano e rimango solo io a seguire nell'intera classe.

-La lezione di oggi è stata davvero...-. Comincia Naoki -Interessante- concludo io. -In realtà stavo per dire destabilizzante!-. Sorrido e Nami sbadiglia dimostrando di essere pienamente d'accordo con il mio amico. Anche se interessante la lezione è stata lunga e sicuramente impegnativa, ho una fame da lupi così affretto il passo verso la mensa, seguito a ruota dai Nami e Naoiki che somigliano sempre di più a due zombie. Un bel caffè li rimetterà a nuovo.

Prendiamo il nostro pranzo e ci sediamo al tavolo insieme ad altri due amici del secondo anno, Makoto con i suoi occhiali che oggi hanno la montatura rossa (si ne cambia uno al giorno in base al suo stato d'animo) e Ai che non riesce a resistere un minuto senza controllare e aggiornare la sua pagina Facebook. -Montatura rosso passione oggi, Mokoto?!. Chiede Nami sedendosi accanto a lui. - Buongiorno ragazzi. Si oggi mi sento focoso, stai attenta o potrei bruciarti mia cara! Piuttosto voi che brutte facce, lezione con Cipolla?. Makoto parla con la sua voce affabile e si aggiusta il ciuffo ribelle. -Si, non la smetteva più di parlare!. Ai ci scatta una foto a sorpresa con il suo cellulare e comincia a ridere. -Questa va diritta diritta su Facebook-. Naoki e Nami cominciano a protestare e tentano di strapparle quell'aggeggio infernale da mano. E' una scenetta davvero comica. Le nostre risate però vengono interrotte dal rumore di vassoi rovesciati e urla. Due ragazzi del primo anno stanno per picchiarsi e subito una folla si raduna attorno a loro. Mi alzo di scatto e corro verso di loro per fermarli. -Venite ragazzi, fermiamo quei due idioti prima che se ne accorga qualche professore-. Dico ai miei amici, ma nessuno dei due mi segue. Mi faccio largo tra la folla e finalmente riesco a vedere i due ragazzi che stanno litigando. Conosco uno dei due perché frequentiamo alcuni corsi insieme e qualche volta mi è capitato di aiutarlo, ed è proprio lui quello che sta avendo la peggio. Ha l'occhio destro nero e gonfio e sangue che gli esce dal naso e dalla bocca. Noto come nessuno si sia ancora fatto avanti per dividerli, preferendo fare video o infischiarsene completamente. Io non sono gli altri però, quindi mi butto nella mischia e cerco di dividere i due mentre il ragazzo che non conosco sta per sferrare un pugno all'altro e per poco non mi prende in pieno viso. -Fermatevi, stupidi, se un professore passa di qui e vi vede potrebbe finire molto male!-. Grido per sovrastare le urla della folla. -Finirà male in ogni caso per quel bastardo!-. Afferro il ragazzo che non conosco per il busto e cerco di allontanarlo mentre lui continua a dibattersi e imprecare contro di me e l'altro. Finalmente qualcuno decide di intervenire e darmi una mano. E' Makoto. Insieme riusciamo ad allontanare il ragazzo e a farlo calmare. Per fortuna nessun professore si è accorto di niente. -Pensa tu a lui, io porto l'altro in bagno-. Makoto annuisce e io prendo sotto braccio il ragazzo che è davvero ridotto male e a fatica lo porto nel bagno. Lo faccio sedere a terra e vado a prendere qualcosa per ripulirgli la faccia da tutto quel sangue. Quando torno con delle garze di cotone, l'unica cosa che sono riuscito a trovare, trovo una ragazza in ginocchio vicino al ragazzo che piange e lo abbraccia. Bagno il fazzoletto e lo porgo alla ragazza, che prima mi guarda con aria sconvolta poi lo prende. -Te ne occupi tu?- le chiedo. Lei annuisce e biascica un grazie. Comincia a pulire la faccia di quello che deve essere suo fratello, ho notato una certa somiglianza tra i due, e io sto per uscire ma sento che il ragazzo mi sta dicendo qualcosa -Gra...Grazie Hiro-. Mi volto e gli faccio un cenno di assenso con il capo.

The Other MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora