SOGNO

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-Si può sapere ieri pomeriggio dove sei stato? Non ti hanno mica rapito gli alieni-. Mi chiede ironicamente Nami mentre ci avviamo all'università. Non può immaginare quanto quello che ha appena detto potrebbe essere vero, infatti ho avuto uno sfortunato incontro del terzo tipo, non con un alieno ma con un demone. Questa notte non sono riuscito a chiudere occhio. Guardavo il marchio sulla mia mano e ripensavo a Shina. -Sono andato a correre per scaricare un può di tensione e come al solito ho dimenticato il cellulare a casa-. Le rispondo. Ho deciso che non le parlerò di questa assurda storia. Ancora stento a credere che sia vero io, figuriamoci se lo raccontassi a lei, mi prenderebbe per pazzo, è forse lo sono davvero, ma è meglio tenerlo per me. -Non dovevi andare in ospedale a togliere i punti?-. Indica la benda intorno alla mia mano. L'ho rimessa per non far vedere il segno, ma dovrò trovare una soluzione al più presto perché non posso andare girando con queste bende per sempre. -No non sono più andato, ho cercato di portarmi avanti con lo studio...-. Mento. Dire bugie non fa parte di me, ma per fortuna quando capita di dirle so essere alquanto convincente. -Capisco, bhe tutto confermato per stasera?-. -Cosa dobbiamo fare stasera?-. Domando confuso -La cena a casa di Nao!- Mi riprende lei allarmata. Mi ero proprio dimenticato -Oh la cena! Si, si ci andremo stai tranquilla-. Vedo che Nami mi osserva, di sicuro avrà capito che c'è qualcosa che non va, devo nascondere meglio tutto quello che provo altrimenti potrei combinare un disastro.

La giornata all'università procede lentamente, almeno fino all'ora di pranzo. Nel pomeriggio dopo la prima ora di anatomia con il professor Cipolla una morsa mi stringe lo stomaco e subito intuisco di cosa si tratta. Mi alzo per uscire fuori e Nami e Noiki mi guardano con aria perplessa. -Vado in bagno- Dico -Ma se ci sei andato un ora fa- puntualizza Naoki. Io non aggiungo altro ed esco sperando che non mi seguano. Mi ritrovo così a vagare per i corridoi, senza una meta apparente, ma prima che me ne renda conto la mie presunta "destinazione" mi trova senza che io mi sforzi per cercarla.

Salgo sul tetto dell'istituto e trovo Shina che cammina in equilibrio sul parapetto. Per una frazione di secondo mi chiedo cosa succederebbe se la buttassi giù, ma immediatamente mi pento di aver pensato una cosa simile. Arrivata all'angolo della balaustra si gira e mi sorride. Con la luce del sole i suoi occhi spiccano ancora di più. -Oh mi dispiace, ma non ti libererai di me così facilmente-. Mi dice e capisco che sa davvero leggere nella mia mente. -Esci fuori dalla mia testa, demone-. Le dico disgustato, non oso immaginare fino a che punto riesca a leggere nei miei pensieri. -Ti consiglio di moderare i termini, anche perché demone non è del tutto appropriato come termine-. Ecco che ricomincia con i discorsi senza senso. -Non è colpa mia se sembra di avere a che fare con un bambino delle elementari a cui devi insegnare l'abc-. Mi ha di nuovo letto il pensiero -Cosa sei venuta fare comunque? Nemmeno all'università posso stare tranquillo-. Sospiro sconsolato. -Sono solo venuta a controllare come stavi, io mi preoccupo per te-. -Si, come no. Bhe come vedi sto bene, quindi puoi andare adesso-. Le rispondo seccato. - Per ora- ribatte lei e si lascia cadere nel vuoto. D'istinto mi lancio nella sua direzione per prenderla ma arrivo tardi. Quando guardo giù lei è sparita. Una risata alle mie spalle mi fa voltare di scatto. -Allora ci tieni a me- è di nuovo Shina che si prende gioco di me. Io sbuffo e lei tra le risate svanisce, risucchiata dalla mia ombra riflessa a terra.

Rientro in classe più confuso che mai. -Va tutto bene?- Mi chiede Nami, io annuisco e cerco di concentrarmi il più possibile sulla lezione. Nella testa mi risuona ancora la risata di Shina.

Finite le lezioni me ne ritorno a casa sconsolato.

Quando apro la porta dell'appartamento per qualche secondo sono convinto di aver sbagliato porta, ma poi guardo meglio e purtroppo capisco di essere nel posto giusto.

Il caos regna incontrastato in ogni stanza, eppure ricordavo di aver messo in ordine prima di uscire. La cucina è quella ridotta peggio. Vaso dei fiori rovesciato, pentole sul pavimento, strofinacci sparsi ovunque, divano strappato. Questa non è opera di ladri, è opera di quella maledetta palla di pelo! -SHIRO!- urlo e mi metto a cercarlo per la casa. -Non piaccio proprio al tuo gatto-. Dice qualcuno mentre sto guardando dentro l'armadio della mia camera facendomi sobbalzare e battere la testa contro una delle mensole. Shina è seduta sul letto con aria annoiata mentre gioca con... un pugnale nero con intarsi d'oro. -Quindi tutto questo è opera tua!-. La fulmino con lo sguardo ma lei sembra non accorgersene e continua a giocare. In quel momento Shiro entra dalla porta e guardando Shina rizza il pelo e inizia a soffiarle contro.

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