TREGUA

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Resto in silenzio, immobile, appoggiato al muro per interminabili minuti. Le parole di Shina e le immagine dell... omicidio si mescolano nella testa senza sosta. Un senso di paura misto all'orrore mi attanaglia le viscere e mi impedisce di muovermi. Vedo che la benda che copre la mia mano è caduta a terra lasciando il palmo scoperto. Me lo porto davanti al viso e noto qualcosa che prima non c'era. Dal marchio si sono dipanate tante vene sottili e nerastre che adesso lo ricoprono quasi interamente, come se avessi messo la mia mano nella fuliggine. Credo che questa reazione sia collegata in qualche modo all'omicidio, e per cercare di dimenticare questa brutta storia in qualche modo riprendo la benda e la sistemo dov'era, coprendo quanto più possibile quell'orrore. Devo trovare a tutti i costi un modo per far sparire quel mostro, ma non ho la minima idea di come fare. Pensa Hiro! Pensa! Mi ripeto, ma l'unica, stupida, cosa che mi viene in mente è di cercare in internet o in qualche libro qualcosa di più su Shina. Mi vesto in fretta e furia ed esco sbattendo la porta di casa. Per strada c'è molta gente quindi sono costretto a procedere a rilento, anche se in questo momento avrei voglia di correre e riuscire ad arrivare il prima possibile al Coffee Net, una caffetteria dove vado spesso, di proprietà dello zio di Nami. So che li nessuno disturberà la mia ricerca.

Quando finalmente arrivo non ci sono molte persone, e in giro non vedo nemmeno il signor Fujiwara. Eiko, la cugina di Nami, invece appena mi vede mi corre incontro per salutarmi. –Hiro! Da quanto tempo! L'eroe di Shibuya è così indaffarato da non poter venire mai a salutarci?-. Mi rimbecca e mi fa cenno di seguirla. –Mi dispiace, ma ultimamente sono molto occupato, sai l'università, gli esami...-. Spiego visibilmente in imbarazzo. Eiko mi fa sedere ad un tavolo vicino alle vetrate che danno sulla strada. E' isolato, anche se non c'è bisogno di tutta questa discrezione considerato il ridotto numero di clienti. Senza ribattere mi siedo e la ringrazio. –Il solito?- mi chiede sorridendomi e io annuisco. Lei si allontana e subito comincio la mia ricerca. Mi sento un completo idiota a cercare su internet informazioni su "spiriti della morte", "demoni", "oni" e così via. Quando Eiko porta la mia ordinazione sono nel bel mezzo della mia indagine. Lei guarda stranita verso lo schermo del pc quando vede cosa sto cercando, ma per fortuna non mi chiede niente e passa a servire il prossimo cliente. Non ho per niente fame, bevo solo un po' d'acqua e mi immergo completamente nel mio lavoro.

Dopo due ore di invane ricerche lo sconforto comincia a pervadermi e spengo il computer più disperato di quando sono arrivato. Adesso conosco a memoria tutti i tipi di demoni esistenti al mondo, di ogni cultura immaginabile, ma niente a che vedere con Shina, che si potrebbe definire un mostro unico nel suo genere. Ha molte caratteristiche in comune con diversi demoni, ma non appartiene ad una categoria ben precisa, così come non è preciso il modo giusto per sbarazzarmene definitivamente. Mi alzo e demoralizzato mi avvio all'uscita. –Non sei riuscito a trovare quello che cercavi?- Mi chiede Ekio vedendo la mia espressione cupa quando vado alla cassa per pagare. Scuoto la testa e sospiro teatralmente. Lei cerca di consolarmi e mi dice di passare ogni volta che voglio se ho bisogno del pc. Io la ringrazio, le dico di salutare il padre da parte mia e mi avvio all'uscita.

Vago per la città in cerca di risposte anche se so che non riuscirò mai a trovarle per caso sul marciapiede. Devi affrontarla, è la tua unica possibilità... mi dico. Shina mi ha detto che non posso ucciderla, ma forse lo ha fatto solo per dissuadermi è mandarmi fuori pista, sicuramente si sarà aspettata una reazione estrema da parte mia.

Ripenso a quando avevo creduto che si fosse buttata dal tetto della scuola e io nonostante sapessi che non potesse morire, istintivamente mi ero lanciato verso di lei per prenderla. Non riuscirò mai a tentare di ucciderla, già solo pensare a quest'eventualità mi mette in agitazione. Vuoi o no che quel mostro finisca di tormentarti, non è il momento adatto per fare il bambino. La mia mente ha già preso la sua decisione ma il mio cuore è ancora titubante.

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