Mon Trésor

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Stiles non era certo di essere completamente sveglio o se si trovasse in uno di quei folli sogni realistici, Nathan lo stava rapendo? Quel Nathan? Il suo partner? L'uomo che negli ultimi cinque anni gli aveva coperto le spalle, prendendosi anche qualche proiettile nel tentativo, si fidava ciecamente di quel tizio dal sorriso sbilenco e con la pessima abitudine di flirtare con qualsiasi cosa respirasse. << Nathan?! >> lo richiamo con confusione. Il giovane interpellato si riabbasso su di lui rimproverandolo << Tesorino che avevo detto sul fare silenzio, resisti per un po' tra poco saremmo arrivati >>. Stiles lo fissava provando a mettere a fuoco il resto del furgone, il dolore si stava affievolendo e anche la nebbia si stava diradando segno che qualsiasi cosa gli avessero somministrato stava terminando il suo effetto. Con fatica riprese lentamente a muovere le mani cercando di allentare la corda che le legava, doveva riuscire a liberarsi in qualche modo. << Così non riuscirai a liberarle, ti farai solo male >> lo riproverò bonariamente Nathan. Stiles inumidì le labbra secche cercando di parlare << Cosa..?! >>. Non ebbe modo di dir nulla che il furgoncino si fermo di colpo, il corpo gracile fu sballottato contro una delle pareti laterali, quella botta avrebbe sicuramente lasciato un livido. il suo partner si avvicinò sussurrando << Sei ancora intero? >>. Gli parve di percepire una nota di preoccupazione in quelle parole ma poteva essere benissimo l'effetto del trauma cranico o dei residui del narcotico che lo spingevano a vedere qualcosa che non c'era. << Siamo arrivati >> asserì Nathan del tutto compiaciuto mentre la porta posteriore del furgone si aprì, il tempo si dilato in quell'istante l'odore tipico della campagna e di menta lo travolse, i suoi sensi si acuirono in maniera dolorosa mentre la figura familiare si sporse gentile verso di lui, si lo avevano drogato di nuovo senza dubbio. << Ti sto slegando >> avviso pacato il suo partner. Stiles smise di prestare attenzione a ciò che lo circondava, non udì neppure le parole sussurrante da Nathan, ogni suo senso era inglobato nel catturare i contorni di quell'apparizione, le mani ora libere si tesero disperate verso l'immagine sbiadita del fratello. Il calore familiare fu accompagnato dalla cadenza dolce del tono << Anche tu mi sei mancato, fratellino >>. In qualsiasi luogo si trovasse voleva rimanere lì, bloccato in quell'abbraccio che sapeva di parole mai dette e vuoti mai colmati. 

Con disperazione si torturo il labbro inferiore, le vertigini che gli causava il movimento della macchina lo costringevano a rallentare rendendo il tragitto dall'ospedale fino a casa di Stiles interminabile. Parcheggio con difficoltà la macchina e ringrazio la sua buona stella per averlo fatto arrivare sano e salvo fino alla sua destinazione, con nervosismo mischiato a disperazione suonò il campanello. << Chi è? >> chiese una voce profonda sconosciuta. << Stiles? >> provò a dire l'avvocato incerto. << Al momento non c'è >> ribatte ancora lo sconosciuto. << Sa dov'è? >> chiese ansioso Derek. << Chi lo vuole sapere? >> chiese ora una seconda voce dubbiosa più giovane. Stava per rispondere quando una voce familiare lo fece sobbalzare << Oh guarda, Avvocato Hale >> lo richiamo Nathan mostrando un sorriso sbilenco. Gli occhi verde muschio guizzarono ad osservare la figura alle sue spalle rilassandosi << Dov'è il suo partner? >>. L'agente rispose pacato << Non saprei, non è in ospedale? >>. Derek percepì l'ansia diffondersi come una marea infrangendosi tra le ossa << No >> . Il volto del poliziotto si contrasse in una smorfia confusa << Ha provato a chiamarlo? >>. Lui annuì percependo di nuovo quelle maledette vertigini << Non risponde >>. Nathan si avvicinò al citofono << Noah suo figlio è lì? >> il tono preoccupato non sfuggi né a Derek né al loro interlocutore << Non è qui, è successo qualcosa a  Stiles? >>. << Cazzo, è colpa mia >> asserì a denti stretti il moro prima di ritrascinarsi verso la macchina, quindi sua sorella era davvero così folle da rapire un agente. Nathan percepì la rabbia irradiarsi dai muscoli contratti della schiena dell'altro, a quanto pare Stiles era ricambiato pienamente, che coppia carina anche se un po' incasinata. << Dov'è mio figlio? >> asserì ancora la voce quasi spezzata dello Sceriffo. << Al sicuro >> rispose con voce piatta Nathan facendo attenzione di non essere udito dalla figura che furiosa si allontanava dal portone....

Stiles osservò confuso la bevanda calda che gli veniva versata << Potrei sapere che succede? >>. Kai inclinò la testa confuso << Che intendi? >>. Il minore asserì irritato << Ti credevo morto? >>. L'altro giovane fece una smorfia di fastidio poggiando la teiera sul tavolino << E perché mai? >>. Stiles cercò invano di mettere insieme una spiegazione sensata da dargli << La crociera in cui eri è esplosa >>. Kai alzò un sopracciglio ancora più confuso sedendosi  << Ma quale crociera? >>. << Quella che dovevi fare con Peter >> provò a spiegarsi il minore a vuoto, raccogliendo con mano tremante la tazza di ceramica. << Che c'entra in questo Peter?  >> chiese genuinamente sorpreso il fratello.  Il giovane si blocco incerto di come continuare, che suo fratello non sapesse davvero nulla? << Da quanto sei qui? >> chiese facendo vagare lo sguardo sulle pareti bianche della clinica di riabilitazione mentre bagnava le labbra con la bevanda. << Sei mesi ormai >> rivelò in un sussurro Kai mentre l'ombra di un sorriso che voleva sembrare rassicurante si disegno sul suo volto. << Hai avuto un'attacco? >> chiese ingoiando a vuoto Stiles. << Si, ma non è grave, sto bene ora >> cercò di minimizzare suo fratello e aggiunse << Mi dimetteranno presto >>. Peccato che Stiles sapeva che stesse mentendo, una persona non veniva reclusa per sei mesi per un attacco lieve << Hai tentato il suicidio? >> chiese con voce bassa quasi temesse di svegliare quel mostro che viveva dentro la testa del fratello. Kai non rispose e sposto lo sguardo sulle tende svolazzanti asserendo << Mi dispiace non averti contattato ma non me l'hanno permesso >> . La risposta però gli giunse comunque, suo fratello si era spezzato ancora e come sempre al posto di chiedere aiuto a loro aveva preferito nascondersi da qualche parte a leccarsi le ferite << Perché non ci hai avvisato? >> disse rilasciando la rabbia che si stava accumulando tra i suoi denti. Kai sembrò cadere dalle nuvole << Non avete ricevuto il mio messaggio? Ho detto a Peter di dirvelo >> . Ecco che quel nome appariva ancora, Peter Hale, quel tipo anche da morto era ingombrante << Peter è il tuo fidanzato? >> chiese di scatto. Il maggiore annuì placido << Si, non capisco, non ve l'ha detto? >>. << Non mi ha detto nulla dato che non l'ho mai incontrato >> ribatte duro Stiles e aggiunse mettendo insieme i pezzi mancanti, con alta probabilità Peter era in compagnia di qualcuno durante la crociera ma quel qualcuno non era suo fratello, quel bastardo. Stringendo i denti soffio furioso << E io che pensavo ti amasse sul serio, ero persino dispiaciuto per quel fottuto traditore >>. Kai lo interruppe incerto << Come? >>. Il minore lo fisso tristemente << Dannazione, il tuo gusto negli uomini è davvero pessimo come sempre, fratello >> . Una voce divertita di scherno lo apostrofo << Non è una cosa carina da dire >>. Stiles fece ruotare di scatto la testa mentre Peter Hale, quel Peter Hale che doveva essere cibo per pesci, il bastardo per eccellenza gli sorrideva compiaciuto dallo stipite della porta, con passo spavaldo entrò nella stanza e porgendo un mazzo di papaveri rossi a Kai sussurro << Oggi sei mozzafiato >>. << Cos'hai combinato questa volta? >> disse il moro incrociando le braccia al petto irritato. Peter si avvicinò poggiando un leggero  bacio sulla fronte dell'amante asserendo << Mi dispiace, mon trésor, ho fatto una cosa davvero stupida >>.....

Non ti muovere, sei in arresto!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora