Leila
La vista iniziò a ballare appena aprii le palpebre. L'ultima cosa che ricordavo era quel leggero tocco di quella mano così calma e così liscia sulla mia fronte. Mi aveva trasmesso tranquillità e quiete, inaspettate in un momento del genere. Poi il buio mi aveva rapito e gli agenti davanti ai miei occhi erano diventati forme astratte nella mia testa.
Mi arrivavano distanti alcune voci, mentre cercavo di mettere a fuoco l'ambiente circostante. Non capivo cosa dicessero, ma ero seduta e probabilmente legata, a giudicare dal laccio che tagliava i miei polsi.
Cosa volevano questi tizi da me? Erano vecchi nemici miei, di Tony, di entrambi? Ne avevamo molti, per diverse ragioni, e in tanti avevano provato a ferire me per colpire lui.
Quando si accorsero che stavo rinsavendo smisero di blaterare e iniziarono a guardarmi. La stanza in cui eravamo era grande e luminosa. Accanto a me c'era un tavolo con una cartina del mondo che all'occorrenza sembrava potersi illuminare. Vedevo una via d'uscita al di sopra di scalinate con corrimano molto dettagliate e totalmente fuori dallo stile dal resto dell'arredamento. I due uomini erano alti e corpulenti, uno biondo capelli corti e l'altro castano con un'acconciatura più lunga. Per quanto sembrassero diversi, nei loro lineamenti c'erano somiglianze che mi fecero pensare fossero fratelli.
L'uomo più alto, il castano, prese la parola "noi siamo Sam e Dean Winchester, e promettiamo di non farti del male se tu prometti di non farcene a noi"
Davvero strana come richiesta da parte di due rapitori. Non avevo mai sentito parlare di qualcuno che si chiamasse, o si facesse chiamare, con i loro nomi.
Annuii con la testa, e Sam venne a tagliarmi il laccio che teneva fermi i miei polsi, che subito mi massaggiai per bene.
Ora dovevo valutare la situazione prima di agire, capendo chi fossero davvero quei due fratelli, dove fossi, e che intenzioni avessero con me.
"Cosa volete? Soldi? Fama?"
"Niente di questo, vogliamo salvare il mondo da una possibile catastrofe" quel Dean era il più schietto dei due, perciò andò dritto nelle mie grazie.
"Arrivate un po' tardi, io faccio già parte degli Avenger"
"Ci sono cose al di fuori persino della loro portata"
Faceva sul serio occhi verdi? Avevamo combattuto eserciti di alieni, trafficanti di armi, pazzi psicopatici con tecnologie fuori dal comune, cosa poteva esserci ancora?
"Abbiamo già fatto questo discorso un sacco di volte, eppure iniziare è sempre difficile" iniziò il più alto forse capendo dalla mia espressione quanto potessi essere riluttante alla frase che il fratello aveva detto prima "io e Dean siamo dei cacciatori"
"Wow! Entusiasmante" a volte l'ironia portava le persone a perdere le staffe e a rivelarmi di più. Dean sbattè le mani sui fianchi, guardando dritto negli occhi il fratello che lo liquidò con un rapido movimento della mano, ad intendere di aspettare.
"Noi non cacciamo cervi, o qualsiasi cosa tu stia pensando. I vampiri, i licantropi, demoni, angeli, tutto ciò che ti viene in mente che possa anche solo lontanamente essere soprannaturale, questo cacciamo. Sono gli affari di famiglia, la nostra" l'orgoglio con cui aveva parlato quel Dean rendevano tutto quasi credibile. Ma si sapeva che non lo fosse. Insomma mi risultava assolutamente incredibile pensare a queste cose viste nei film o lette nei libri, come cose reali. Poi però pensai che fino a qualche anno fa, molte persone credevano lo stesso degli alieni, e poi se li sono ritrovati a sfrecciare tra i palazzi di New York in cerca di un pianeta da distruggere. Decisi di vedere fino a che punto quella storia sarebbe stata plausibile.
Un impercettibile scricchiolio alla porta ci fece girare tutti e tre verso essa, al di sopra delle teste dei due uomini.
Non fecero nemmeno in tempo a prendere le pistole, che il battente in metallo schizzò via e si schiantò accanto a me, già in piedi per combattere.
Ma non ce ne fu bisogno quando vidi chi aveva bussato troppo forte. Tony si ergeva con l'armatura lucida, in mezzo ad agenti NCIS, tenendo le sue due mani puntate verso i fratelli Winchester.
"Non vi conviene muovervi, Blues Brothers" li avvertì mio marito, mentre scendeva dalle scale lentamente. Sapevo che avrebbe voluto correre giù, se non materializzarsi, ma il suo orgoglio lo fermava.
Ero felice di vederlo, malgrado fossi del tutto tranquilla per la situazione e fiduciosa nel sapere che mi avrebbe trovata grazie al nostro particolare anello di matrimonio.
Gli agenti federali scesero le scale ancora con le armi sguainate, ma appena Gibbs vide il mio sguardo, ordinò di metterle via.
"State facendo un errore, possiamo spiegarvi tutto, se ce ne date la possibilità" provò a parlare Sam, il gigante.
"L'unico errore è stato rapire Leila Stark" potevo vedere, immaginare, il viso di Tony e il suo sopracciglio alzato come se lo avessi davanti ai miei occhi.
"Perché?" chiese Gibbs con il suo tono pacato e la sua faccia da poker. Ero sorpresa nel vederlo lì, nel vedere tutta la sua squadra a dir la verità. Non credevo che potessero aver così poco sale in zucca da addentrarsi in situazioni del genere. Se i due fratelli fossero stati davvero pericolosi, e se avessero avuto intenzioni maligne, avrebbero potuto rimetterci la pelle. I suoi tre sottoposti avevano una faccia che rasentava l'incredulità e la curiosità nello stesso momento.
"Friday mi sta facendo vedere un bel po' di cose interessanti. Per cominciare, voi due dovreste essere morti. Siete stati arrestati e la vostra foto risulta su un bel po' di mandati di ricerca per aver fatto finta di essere agenti federali, curioso Gibbs no?"
In risposta l'uomo spostò il peso del corpo da un piede all'altro, facendo la strizzata di occhi che avevo imparato essere così caratteristica in lui. Questo significava che stava pensando e cercando di collegare dei fili che vedeva solo lui. E che le cose per i due fratelli di bell'aspetto si stavano mettendo male.
"Avanti, parlate" tutti mi fissarono, increduli del fatto che avessi dato ai Winchester la possibilità di spiegarsi malgrado le loro azioni.
"Davvero?"
"Si agente Ziva. Sono abituata a non trarre conclusioni affrettate e cercare risposte anche quando qualcuno sembra colpevole. Alla fine il mio lavoro non è così differente dal vostro" le spiegai.
"Ok, allora, ti abbiamo già spiegato cosa facciamo per vivere"
"Si e non riesco a capire se avete bisogno di un centro per l'igiene mentale"
"Non è così. È tutto vero"
"E allora perché avete bisogno di me? Non combatto quelle cose" enfatizzai l'ultima parola per far capire loro di non rivelare cosa avessero detto. Il fatto di essere accusati di fingersi agenti federali, più la remota possibilità, non così remota, che Gibbs e la sua squadra li giudicassero instabili, poteva farli sprofondare ancora di più nel baratro delle accuse di cui si erano macchiati.
Improvviso sentii un leggero vento dietro le mie spalle, come quando l'uomo con il trench mi aveva rapita. Mi girai per iniziare a combattere, ma invece dei profondi e glaciali occhi azzurri, mi ritrovai un uomo molto affascinante, vestito di tutto punto, con un sorriso malizioso sulle labbra.
Gibbs e gli altri estrarrono le pistole veloci quasi quanto farei io. Tony rimase sui due fratelli "c'è molta gente in questa festa" disse con la sua solita ironia.
"Oh, signor Stark, sarei molto felice che si trasformasse in una festa, ma manca giusto qualche litro di alcol e qualche donna nuda, o uomo" disse avvicinandosi e lanciando un'occhiata languida a DiNozzo e a Gibbs, che rimasero del tutto spiazzati da quella rivelazione.
"E lei è?" chiese l'omonimo di mio marito.
"Lucifer Morningstar. Potete anche mettere via quelle, sapete sono il diavolo, e sono immortale, per cui rischiereste solo di rovinare un bellissimo completo italiano di Armani"
Alzai un sopracciglio, probabilmente all'unisono con Stark.
"Sei in ritardo" lo accusò Dean.
"Avevo da fare, Winchester" gli rispose secco, quasi irritato.
"E così sei il diavolo" iniziai a parlare avvicinandomi a mia volta. Sapevo che Stark voleva fermarmi, ma se avesse parlato mi sarei arrabbiata molto.
"In carne, ossa ed ali" rispose con un sorriso.
"Certo, ali"
"Leila" Gibbs non sapeva che cosa volessi fare, ma lo intuiva, e a differenza di Tony, il mio Tony, non sapeva che non doveva interrompermi durante le mie azioni. Mi bastò un'occhiata glaciale come quelle che usava lui con i suoi sottoposti, e mi capì. Tenne ben salda la sua pistola, puntata sull'uomo in completo. Negli occhi di McGee e tutto il resto della squadra intravidi meraviglia per come avevo zittito il loro capo.
Andai abbastanza vicino a quel Lucifer per sentirne l'odore. Sapeva di buono, malgrado un retrogusto di cenere si insinuasse nelle mie radici. Aveva due occhi profondamente neri, ipnotici, e i suoi lineamenti, seppur imperfetti, sembravano demoniacamente irresistibili.
Di scatto presi il pugnale che tenevo in mezzo al seno. Aveva un elsa minuscola e una lama ancor più piccola, ma se usato correttamente potevo uccidere qualcuno. Lo indirizzai verso la sua gola, per vedere come reagiva. Non avrei mai annientato nessuno con così tanto sangue freddo. Ero una spia certo, ma avevo un cuore. Se non avesse fatto niente, mi sarei fermata molto prima di arrivare al punto di non ritorno.
Ma quel Lucifer si mosse, prese la mia mano e la roteò per cercare di far cadere l'arma. Peccato per lui questa cosa l'avevano provata in molti. Quando il mio braccio raggiunse una certa angolazione, mi diedi lo slancio con le gambe e finì per terra. O almeno era quello che doveva fare. Atterrò con entrambi i piedi, mentre lo facevo passare sulla mia schiena. Sentii un solco sulla sua, come se avesse davvero le ali. Lui trattenne la presa su di me, e io lo attaccai con l'altro arto per stordirlo, cosa che andò in porto. Ora ero di nuovo in piedi, con il pugnale tra le mani e gli sguardi di tutti su di noi. Lucifer sorrideva sistemandosi la giacca del completo.
"Questa cosa è molto più divertente di quel che pensassi" sentii dire da Dean, che venne rimproverato subito dal fratello.
"Puoi dirlo forte" gli risposi io "lottare con il Diavolo non è cosa da tutti i giorni" ricambiai il sorriso di quell'impostore.
"Signorina lei non mi crede, ma è la verità io non mento mai"
Provai a colpirlo sulle gambe. Schivò semplicemente facendo un salto indietro. Non aveva predetto la mia mossa però. Saltai sul tavolo di fianco a me e gli atterrai sul collo, usufruendo di una delle tecniche che Natasha mi aveva insegnato. Finalmente fu a terra, ma si rialzò subito, ancora sorridendo.
"Sei degna di tuo padre"
Voleva destabilizarmi, toccarmi nei miei punti deboli. Ma non glielo avrei permesso, malgrado quella frase mi immobilizzò per dei secondi.
Dovevo controllare le mie emozioni, lo sapevo, ma malgrado questo, gli corsi incontro. Lui sapeva la mia storia, a nessuno era permesso. Persino l'NCIS ci aveva messo mezza giornata per ricavare poche righe sul mio passato, come era riuscito lui a sapere di mio padre?
La rabbia è un'ottimo alleata in battaglia, ma si sa, a volte anche chi credi che non ti tradirebbe mai, alla fine lo fa. Lui prese la mano con il pugnale, mi fece fare una giravolta, come se stessimo danzando, e mi afferrò anche l'altra mano. Ero tra le braccia di quel pazzo e c'ero finita per colpa di un uomo che nemmeno avevo mai conosciuto.
"Leila!" Tony non aveva nemmeno fatto in tempo ad urlare quel nome, che Gibbs e i suoi accompagnatori avevano scaricato mezzo caricatore sulle spalle di quel mio carceriere misterioso.
Credevo che da un momento all'altro avrei dovuto attutire la sua caduta priva di vita, invece, con non chalance si girò verso il gruppo, e mi lasciò andare.
"Ve l'ho detto! Sono immortale, accidenti, lo avevo appena fatto aggiustare" guardò la sua schiena piena di fori di proiettile ma senza una sola goccia di sangue.
"Com'è possibile capo?" McGee rivolse quella domanda a Gibbs, ma tutti ci stavamo chiedendo la stessa cosa.
"Hello?! Siete sordi per caso? Sono il Diavolo, davvero il Diavolo"
"Dimostralo" da bravo ateo, Stark non credeva a quella cosa, e ne voleva la dimostrazione, più per smascherare quelle farse che per vedere realmente.
Lucifer si rivolse con lo sguardo ai due fratelli che annuirono.
Lui si allontanò di qualche passo, sorridendo, e d'improvviso il suo volto divenne mostruoso, sembrando bruciato, e i suoi occhi divennero rossi.
"Porca troia" DiNozzo aveva espresso il pensiero di tutti.
Lucifer era il diavolo.Buongiorno! Sono tornata con un nuovo aggiornamento, spero vi piaccia e spero anche di riuscire a cogliere tutte le personalità dei diversi personaggi. Soprattutto perchè è davvero difficile mettere un così grande potenziale di sarcasmo dentro un'unica stanza, e riuscire a dividerlo tra Stark, DiNozzo, Dean e Lucifer :)
STAI LEGGENDO
La figlia del Diavolo
FanfictionVi siete mai chiesti come sarebbe unire le tue serie tv e i tuoi film preferiti in una sola FanFiction? Ebbene io si. Dall'unione di 5 fandom diversi vi lascio la storia di Leila. Moglie del miliardario e del supereroe per eccellenza Tony Stark...