Mi presi qualche minuto per calmarmi, dietro l’angolo di quel corridoio sconosciuto. Il fatto di essere sotto terra, in un posto che non avevo mai visto, immersa in una storia assurda sul fatto che fossi la figlia del Diavolo in persona, circondata da gente che non conoscevo per niente, avevano fatto crollare quel poco di tranquillità e sanità mentale che mi era rimasta. Non ero abituata ad essere messa fuori gioco con il solo tocco della mano, e quel tizio con il lungo trench beige l’aveva fatto senza troppi sforzi. Era un demone anche lui? O era un angelo? Perché prima che Tony arrivasse, quel Dean aveva accennato anche a loro, motivo in più per credere che quei due conoscessero cose del nostro mondo che andavano oltre persino alle conoscenze dello SHIELD. Mi sentii inutile e sentii che tutto quello che avevo fatto in quegli anni fosse stato fatto invano. Avevamo salvato innumerevoli vite combattendo i Chitauri, e altre minacce, ma quei due soli e semplici uomini, con delle risorse pressoché inesistenti, chissà quante altre ne avevano fatte scampare alla morte. Esistevano anche i Mietitori? Se avessimo saputo dell’esistenza di quelle creature, avremmo potuto aiutare anche su quel fronte.
Dovetti calmare un attimo i pensieri. Era uno dei miei difetti più grandi. Pensare di dover salvare sempre tutti dai pericoli del mondo, da non preoccuparmi mai per cosa accadesse nella mia vita. Sembravo menefreghista e molte volte per questo avevo litigato con Steve, che non condivideva affatto la mia politica di fare tutto anche al di fuori delle regole pur di salvare persino uno scarafaggio.
Ma stavolta non potevo non vedere cosa mi succedeva, perché il destino del mondo intero, e delle persone sopra di esso, dipendeva da me e da una condizione che era solo mia. Ero la figlia del Diavolo. Lui esisteva davvero, e a giudicare dalle sue semplici spiegazioni avevo appurato che io, Tony, e metà dei nostri amici Avengers, saremmo finiti dritti dritti al calduccio, una volta lasciato questo piano astrale. E ancora mi chiesi come fosse possibile una cosa del genere. Passi la vita a lavorare per il bene dell’umanità per poi essere giudicata colpevole e finire in un luogo dove l’unico divertimento era torturare le persone solo perché avevano del senso di colpa nei propri confronti. Dovevo assolutamente convincere Tony ad andare in terapia. Non potevo permettermi di vederlo bruciare per l’eternità.
Feci dei respiri lenti e lunghi, appoggiandomi sul freddo muro del bunker per ricavarne un po’ di sollievo dalla mia faccia arrossata per l’attacco di panico che avevo avuto. Mio marito non sapeva che a volte mi accadeva, ma erano occasioni rare, le uniche dove non sapevo dove sbattere la testa e cosa fare. Ora l’unica cosa chiara era che, ovviamente, avrei dovuto aiutare quel Lucifer.
Mi feci forza e tornai di là, trovando Stark a parlare con i fratelli Winchester sul come organizzarsi per la notte.
Appena mi videro, trovai nel loro sguardo un’ondata di compassione per ciò che avevo subito inizialmente, poi, vedendo che avevo di nuovo eretto il mio atteggiamento da dura, si tranquilizzarono. Tutti tranne Stark e Gibbs, capendo che la mia fosse solo una facciata.
“Io e Dean stavamo pensando a come farci dormire tutti qui nel bunker per stanotte” mi spiegò il mio Tony.
“Anche loro?” indicai la squadra di agenti sistematasi dall’altra parte del tavolo dove stavano i due.
Dean annuì.
“Gibbs” mi rivolsi a lui direttamente, fissandolo dritto negli occhi. Avevo imparato che quella tecnica scatenava nella sua persona profondo rispetto verso chi gli parlava, e io ero diventata una campionessa in quello già in giovane età “non potete rimanere”
L’agente alzò un sopracciglio “perché?” e mi sorrise beffardo.
“Perché questa è una cosa che va oltre la nostra comprensione, e non posso mettervi in pericolo. È il mio, il nostro, lavoro, non il vostro. Occupatevi di cosa sapete fare meglio, senza intralciarci” gli sputai con veleno.
“Abbiamo ancora un caso irrisolto collegato a questa vicenda. Ed è anche il nostro lavoro fare l’interesse degli Stati Uniti”
“Sei troppo coinvolto” lo ripresi. Stark guardava la scena e se ne stava zitto, consapevole di quanto la mia testardaggine potesse elevarsi anche al di sopra della sua.
Gibbs scrollò le spalle per farmi capire che non lo fosse. La sua squadra rimaneva immobile, divisi tra il voler dare una mano, e la paura di cosa avrebbero visto restando.
“Prima sei crollato” ora nei loro corpi c’era agitazione per la verità che avevo appena sputato senza curarmi di cosa avrebbe replicato l’agente.
“Anche tu” percepivo nel suo sguardo un briciolo di rabbia per come avevo alluso alla scenata di poco prima. Non gli piaceva farsi vedere debole.
“Si ma tu sei indifeso contro queste minacce”
“Perchè tu sei un’esperta invece” l’agente David venne in soccorso del suo capo.
“No ma io ho più tempo da perdere per imparare. Tornate a Washington e alle vostre vite” ordinai.
“Basta!” Sam interruppe la lite scatenatasi “avremo bisogno di ogni alleato possibile in questa missione. Io e Dean abbiamo combattuto innumerevoli minacce, ma mai come questa e qualche mano in più non ci farebbe male. Vi diremo tutto quello che c’è da sapere per affrontare Lucifero e i suoi adepti, ma prima… Dean perché tu e Stark non andate a prendere qualcosa da mettere sotto i denti? Magari aiuterà a calmare gli animi” era quello dei due che scemava le liti e con qualche granello di pazienza in più.
“E qualcosa da bere grazie” dissi subito io prima che qualcuno potesse dire qualcosa, facendo finta di aver chiuso quel discorso. Stavo solo cercando di proteggere quegli agenti, ma era come se a Gibbs non importasse di poter rischiare la vita di fronte a un pericolo di quel calibro. Come me e mio marito, del resto.
“Qui sotto prendono i telefoni?” Chiese McGee all’improvviso.
Dopo che Dean annuì chiese direttamente a loro se avessero una foto o se fossero in grado di fare un identikit del nostro principale nemico.
“Possiamo provare” gli venne risposto.
“McGee raccogli le loro informazioni e mandale ad Abby” gli venne ordinato dal suo capo, che poi rivolse a me “non siamo così sciocchi, e non stiamo con le mani in mano quando veniamo a sapere di una minaccia di questo calibro”
L’avevo fatto davvero arrabbiare, tanto che il suo viso ora traspariva una rabbia cieca senza che mi sforzassi troppo di capirlo. Dovevo ammettere che era un osso duro, a cui non la si faceva in barba facilmente.
Mi rivolsi a Stark “tesoro, dovremmo richiamare qualcuno dei nostri per darci man forte, e già che ci siamo, dovremmo farci portare qualche giocattolino per te e il tuo amico informatico laggiù. Manteniamo il massimo della segretezza anche con lo SHIELD per il momento, non vorremo far allarmare il nostro amico Fury”
Tony annuì e andò un po’ più in là per chiamare qualcuno, probabilmente Steve.
“Dunque ora ci farai giocare?” mi stuzzicò DiNozzo.
“Se volete perdere questa partita, non sono assolutamente fatti miei. Basta che sappiate, che qualunque cosa facciate, se ci sarà d’intralcio, vi ucciderò” sputai. Era la verità. Tutti gli Avengers, e rispettive organizzazioni segrete, sapevano che se qualcuno mi impediva di salvare il mondo, io me ne occupavo, e se non capiva il doversi far da parte, eliminavo semplicemente il problema. In un lampo pensai che probabilmente questo era un tratto distintivo preso dal Re degli Inferi. Non avevo timore di sporcarmi le mani, anche se dovevo ammettere che in pochi avevano cercato di fermarmi. Avrei fatto ogni cosa possibile e discutibile per salvare il mondo. Il costo di 7 miliardi di persone non valeva l’eliminazione di un solo individuo, specialmente se era un criminale.
DiNozzo rimase interdetto da quello che avevo appena detto, e vidi il resto della sua squadra guardarmi in malo modo, Gibbs ancora di più. Ci avevo preso, lui li considerava figli, e ne avevo appena toccato uno, anche se solo a parole. Ma se avessero fatto i bravi, non gli sarebbe accaduto nulla.
Sopra quella minaccia c’era una bugia non detta. Perché lavorare insieme avrebbe significato conoscerli, e se mi fossero diventati cari, non avrei esitato un secondo a sacrificarmi per loro. Questa cosa però non l’avrei ammessa mai, nemmeno al mio Tony, anche se la immaginava già da sè.
“Cosa preferite mangiare? Per il bere direi una bella camomilla calda eh” mi mise la mano sulla spalla per farmi calmare, e ci riuscì. Gli sorrisi, guardandolo dolcemente. Lui mi baciò la guancia sussurrando all’orecchio che sarebbero arrivati presto e chiedendomi se mi servisse una mano con quella situazione. Sarebbe rimasto se glielo avessi chiesto, ma rifiutai.
Nessuno rispose alla sua domanda, così decise per tutti.
“Ok un Cheeseburger e delle patatine per tutti allora”
“Speravo dicessi questo” Dean lo schiaffeggiò piano sulla spalla e Tony per poco strabuzzò gli occhi. Risi di gusto per la differenza di statura dei due, anche se sembravano più simili di quanto dessero a vedere.
“Che cosa pensavi che mangiassimo? Insalata tutti i giorni?” gli chiesi mentre andava a prendere la giacca e la sua pistola.
Dean alzò le spalle, e passando vicino a Stark gli disse “offri tu vero?”
Mio marito alzò gli occhi al cielo e mi baciò nuovamente la guancia, per poi dirigersi verso la porta. “Tienila d’occhio ed impedisci che si ammazzino a vicenda” si rivolse all’armatura per poi girarsi a guardare sia me che Gibbs.
“Vattene” lo sgridai scherzando.
Nel momento in cui il battente del bunker si chiuse, un cerchio luminoso si creò di fronte al corridoio dove ero stata prima, facendo uscire Steve Rogers, Natasha Romanoff e Clint Barton con dei computer portatili per mano.
“McGee guarda chi ho conosciuto! Sono davvero bellissimi, anche se un po’ scontrosi, specialmente quel mago lì dietro” una ragazza con i codini e la frangetta uscì dal portale di Strange, che si richiuse non appena lo Stregone Supremo superò la linea che separava i due spazi.
“Abby che ci fai qui?” le chiese David mentre la ragazza fissava lo spazio circostante con il naso all’insù. Dovette richiamarla per farle prestare attenzione.
“Il signor Stark ha chiamato Vance chiedendomi in prestito un paio di ore per aiutarlo in una missione, non lo so che si sono detti, ma cavolo che figata! È una di quelle cose supersegrete che nemmeno il nostro direttore conosce” il suo entusiasmo era così sincero che mi fece sorridere.
Nat venne ad abbracciarmi, sotto gli occhi increduli dei due giovani agenti incapaci di proferire parola alla vista di cotanta bellezza. Avengers, federali e cacciatore si presentarono, e Sam ci fece accomodare in una libreria con abbastanza sedie per tutti. Io rimasi in piedi. Ero troppo nervosa internamente, così iniziai a fare su e giù per la stanza.
“Oh oh”
“Già Strange, se questa situazione è così grave da far agitare anche Leila, è un problema bello grande” mi derise Clint, ricevendo dalla Vedova un buffetto sulla spalla.
Mi calmai un po’. Ero di nuovo insieme ai miei compagni, gli stessi con cui avevamo affrontato le peggio cose, gli stessi con cui litigavo, ma gli stessi con cui poi facevo pace.
Sputai tutto d’un fiato quello che era successo, senza tralasciare niente, e quando arrivai alla parte dell’essere la figlia del Diavolo, dovetti trattenere il groppo che mi si creò in gola per non piangere.
Natasha se ne accorse, così chiese cosa volessi fare, per farmi distrarre. Sapeva che farmi pensare al lavoro, alla prossima mossa, mi distraeva dal dolore e sincronizzava il mio cuore e il mio cervello nella modalità no-sentimenti.
Guardai Gibbs per un istante, capendo se mi avrebbe dato il comando della sua squadra.
“Il caso è tuo” alzò le spalle con noncuranza.
Sembrava che persino lui avesse messo da parte la piccola sceneggiata di prima per il bene superiore.
“Ok. Per prima cosa, Sam, tu e Dean domani sarete incaricati di dirci tutto quello che sapete su Demoni e su quel Lucifero. Oggi preferisco dare un po’ di tempo a tutti i non cacciatori per riprendersi dallo shock di queste improvvise scoperte. Non abbiamo tempo per le altre creature, magari per il resto ci farete un corso d’aggiornamento quando sarà tutto finito. Per sicurezza meglio se sappiamo qualcosa anche su mio. Su Lucifer” lui annuì sicuro ignorando, di proposito, come stessi per chiamare il Diavolo.
“Avengers, domani tornerete per riuscire a capire qualcosa anche voi, mentre Strange preferirei che dessi un’occhiata ai libri di Kamar Taj, magari gli antichi stregoni ne sapevano qualcosa in più su questi argomenti. Gli altri, oltre a preparare tutto quello che serve per combattere questi stronzi”
“Linguaggio”
“Va al Diavolo, Steve” gli dissi per avermi interrotta, ma poi sentii quanto risultasse ridicola quella frase.
“Usate il vostro accesso a FRIDAY per intercettare il viso di Lucifero, qualcosa salterà fuori. Non date troppo da pensare a Fury, non deve sapere questa situazione o si riverserebbe qui giù con un esercito di spie. Dobbiamo mantenere un basso profilo, non sappiamo fin dove Lucifero abbia le mani. Ditegli che io e Stark abbiamo discusso dopo il mio presunto coinvolgimento nell’assassinio del Marine e che ho deciso di farmi una vacanza riconcigliativa con mio marito” mi girai guardando Gibbs e gli altri “voi diramate la foto o l’identikit che vi forniranno i Winchester, e Gibbs, vorrei che almeno avvisassi il vostro direttore. In caso non dovessimo farcela, deve aver chiara la situazione su cosa fare. Non raccontargli tutto, digli solo che se non dovesse più avere vostre notizie per 24 ore dovrà rivolgersi al mio capo. A quel punto, gli consegneremo un rapporto dettagliato sulla situazione e su come sconfiggerlo. McGee ed Abby, avrete pieno accesso a FRIDAY per tutte le vostre diavolerie, e avrete il compito di stipulare questo file di emergenza e di tenervi costantemente in contatto con Vance. Non ci deve essere un solo uomo o donna che lavora nelle forze dell’ordine a non avere la faccia di Lucifero sul suo bagno mentre sta facendo i bisogni, ma dovete specificare che nessuno dovrà intervenire in caso di identificazione e localizzazione, inventatevi qualcosa che faccia accapponare la pelle anche a Gibbs così nessuno cercherà di fare l’eroe. Ovviamente tutta la squadra, compresa Abby dovrà partecipare alle sedute di soprannaturale, in caso uno di noi Avenger avesse bisogno di una mano”
“Ci sarebbe anche un’altra cosa da fare” mi interruppe Sam timoroso “dovrete farvi un tatuaggio anti possessione”
“Come scusa?” Steve si fece prendere un attimo dalla paura.
“Non siete al sicuro senza. Potrei darvi un amuleto, ma sarebbe abbastanza pericoloso, mentre con un tatuaggio, starete tranquilli. Se qualcuno di voi dovesse essere posseduto ci sono alte probabilità che dovremo ucciderlo. Quando i Demoni lasciano un tramite, è difficile che lo facciano senza aver creato danni”
“E chi lo farà?”
Abby alzò d’impeto la mano saltellando sulla sedia.
Alzai gli occhi al cielo e cedemmo tutti al suo entusiasmo “ e certo, cosa l’ho chiesto a fare?” mi domandai tra me e me.Salve! Scusate l'assenza, e il capitolo un po' di passaggio, nel prossimo la storia prenderà una piega più demoniacamente d'azione. Lo giuro! <3
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La figlia del Diavolo
FanfictionVi siete mai chiesti come sarebbe unire le tue serie tv e i tuoi film preferiti in una sola FanFiction? Ebbene io si. Dall'unione di 5 fandom diversi vi lascio la storia di Leila. Moglie del miliardario e del supereroe per eccellenza Tony Stark...