CAPITOLO 5

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Tony
Tutto sembrava essersi fermato da quanto immobili stavamo. Certamente scoprire che il diavolo esiste, che cammina tra di noi, non è una pillola facile da digerire. Leila era davanti a me, e la vedevo tremare. Non l’avevo mai vista così impaurita, nemmeno nei momenti più bui e pericolosi delle nostre carriere.
Persino i respiri sembravano essersi fermati.
“FRIDAY modalità sentinella, e già che ci sei, aggiusta quella porta, per favore. Credo avremo molto da parlare” l’armatura si aprì per permettermi di uscire ed andare ad abbracciare mia moglie.
“Molto affascinante cosa possono creare gli umani. Lei signor Stark è molto ambito all’inferno, suo padre parla molto di lei”
A quell’affermazione strinsi mia moglie ancora più intensamente. Mio padre aveva parlato di me al diavolo, all’inferno, sarei andato anche io in quel posto, senza ombra di dubbio.
Leila si girò di scatto prima che potessi formulare una qualsiasi domanda urlando “non ti azzardare a fare il lavaggio del cervello a mio marito!”
Prima che potesse scoppiare una qualche forma di rissa soprannaturale, tra gli occhi sbarrati della sua squadra e quelli assolutamente tranquilli dei due fratelli evidentemente abituati a quel genere di dramma, Gibbs iniziò a fare dei passi verso Lucifer. Ma non era la sua solita andatura da militare, fiera, decisa, sembrava persino incantato, curvato sotto il peso di un dolore.
“Loro” iniziò a dire quasi piangendo “Shannon e Kelly Gibbs” altra pausa per impedire di scoppiare “sono lì?”.
Capii subito a cosa si riferisse. Avevo chiesto informazioni a Fury riguardo a tutta la sua squadra, e avevo appreso che quell’uomo aveva perso moglie e figlia nello stesso istante, quando era in missione. Non potevo nemmeno immaginare come si fosse sentito, o come si sentisse ora. Non sapevo se fosse religioso, ma l’assurda consapevolezza che ora il diavolo è sicuramente il re dell’inferno, lo sta facendo crollare di paura al pensiero che le sue due donne si trovassero in un posto tanto orribile.
“Rispondimi!”  urlò quando Lucifer temporeggiava, forse pensando a quei nomi. Tutti, compresa Leila, ora fissavano la scena rapiti da quell’uomo che sembrava così intoccabile e sicuro di sé, che crollava per primo alle nuove scoperte.
“No, loro sono con i miei fratelli nella città d’argento” la risposta di Lucifer era piatta, forse irritato da quell’improvviso urlo dell’agente, o forse disinteressato al suo dolore.
L’agente David sospirò quasi all’unisono di Leroy, come se avesse fatto suo il malessere del suo capo. Quella squadra era diversa dagli Avengers, lo avevo capito subito. Si volevano bene, si sopportavano e supportavano come una famiglia. Anche noi lo facevamo, ma in loro c’era un’aria diversa, più intima e di condivisione. Gibbs doveva essere il collante che li teneva insieme, con rispetto, amore e insegnamenti.
Leila si staccò da me. Aveva elaborato il tutto, velocemente. Non ero sicuro che avesse proprio capito cosa comportasse quella rivelazione, ma sapevo che lei avrebbe preteso delle risposte per tutto quello che stava accadendo dentro quella specie di bunker segreto.
Fece cenno a Lucifer di sedersi, e così facemmo tutti. Lei decise di stargli vicino, io mi misi in parte, e davanti a noi, con Morningstar a capo tavola, c’erano Dean e Sam.
“Voglio la verità, tutta la verità” disse senza nessun cambio di tono nella voce “prima finiamo questa storia, prima posso tornare a casa ad ubriacarmi ed interrogarmi su quante preghiere devo fare per andare in paradiso” guardò Lucifer dritto negli occhi, e di risposta lui iniziò a ridere.
“Non centra niente la Chiesa, mia chiara. Finisce all’inferno chi si sente in colpa” mi fissò quando lo disse. Lui sapeva che io mi sentivo in colpa per ogni cosa andasse male, ma lo sapeva anche Leila, che mi prese la mano sotto al tavolo. Non sarebbe cambiato nulla, perciò era li che sarei finito. All’inferno.
“Ho detto che voglio la verità su questa storia” lo fulminò ancora di più con lo sguardo.
“Sei sicura?” si avvicinò al tavolo e a Leila, ma lei rimase salda come una roccia. Anche se voleva sembrare che avesse tutto sotto controllo e che non avesse minimamente paura di lui, sentivo attraverso la sua mano, che il cuore stava battendo all’impazzata. Ma impedire di dare a quell’uomo anche la più piccola breccia per attaccarla, le dava la forza necessaria per fare il suo lavoro. Alcune volte pensavo che  in lei ci fosse qualcosa di non umano. Aveva il coraggio di fare le cose più spericolate, andare nei posti più sperduti, sopportare persone che persino il più buono del pianeta avrebbe ucciso, sopportare me e i miei scleri, eppure non era mai caduta, non aveva mai dato segni di arrendersi. Ovviamente con me si permetteva di abbassare quei muri che costruiva per vivere serenamente anche dopo tutto quello che avevamo visto, ma non lo aveva mai fatto di fronte a sconosciuti. Diedi una rapida occhiata al tavolo. Gibbs, sedutosi a capo tavola, fissava Lucifer come se non lo vedesse. Quello che aveva appena scoperto lo aveva sconvolto, ma dietro quel suo sguardo, c’era anche sollievo per quello che gli era stato detto, e nello stesso tempo non si fidava di quell’uomo con uno stilista che poteva fare invidia al mio.
La sua squadra sembrava più preoccupata del loro capo che della situazione circostante. Fury mi aveva detto un suo segreto, molto intimo, che non ero sicuro avesse rivelato agli altri agenti. Aveva ucciso l’uomo che aveva annientato la sua famiglia, a sangue freddo, prima di diventare un agente dell’NCIS. Fury e le altre organizzazioni segrete persino alle organizzazioni segrete del governo, avevano deciso di non fare nulla, perché non di loro competenza. Gibbs probabilmente si stava chiedendo se sarebbe andato all’inferno restando separato per sempre dalla sua famiglia o se fosse riuscito a convivere con il rimorso per quello che aveva fatto, e perciò ricongiungersi a loro. Sempre che si sentisse in colpa per quel gesto. Non lo avrei mai biasimato.
Quando Lucifer ricominciò a parlare, vidi il mio omonimo saltare impercettibilmente sulla sedia. Riportai la mia attenzione al diretto interessato.
“Mio padre, Dio per la precisione” fece un profondo sorriso “ha sempre avuto un disegno per tutti, compresi gli angeli. E te” l’uomo parlava come se nella stanza, lì seduti a quel tavolo ci fossero solo lui e Leila, che lo fissava con rabbia e voglia di strappargli la faccia se non si fosse dato una mossa.
“Arriva al dunque” quel McGee aveva gli attributi potevo concederglielo. La sala era così immersa nell’attenzione del Diavolo in persona, che l’armatura che stava tentando di riattaccare i cardini della porta, era l’unico suono che si sentisse negli intervalli della conversazione.
Lucifer si sistemò la giacca, tutta bucherellata dietro la schiena, e continuò “come preferite. Leila Stark, tu sei mia figlia. E so che potrebbe essere sconvolgente come rivelazione, considerando che gli angeli, di norma, non potrebbero procreare con gli umani, ma ti prego di credermi”  stavolta negli occhi di Lucifer vidi pazienza e sincero dolore per lo shock che stava dando a mia moglie.
“Tu credi?” dovetti togliere la mano da sotto il tavolo prima che potesse sgretolarmela.
Era incazzata nera.
“Fallo parlare per favore” si intromise Sam guardandola come se sapesse che queste cose assurde potevano turbare molti, come se sapesse come ci si sentisse a vedere il proprio mondo sgretolarsi sotto i piedi. Leila non lo degnò d'uno sguardo.
“Quando tua madre ti ha dato alla luce, io ero in un periodo, diciamo molto buio, per quel che può definirsi per il Diavolo” fece una risatina che fece arrabbiare anche me. Ma avevo capito che tipo era. Gli piaceva fare i teatrini, creare suspence, intrattenere i suoi ospiti. Purtroppo per lui stava parlando con lo Stark sbagliato, perché a Leila questo non piaceva affatto. Accavallò le gambe “mi divertivo, qua e là, sulla Terra. Venivo, facevo qualche giretto per vedere come le cose stavano procedendo nel grande progetto di mio padre, e per divertirmi con qualche umana, o umano. Come si dice? Sesso, droga e Rock N Roll baby. Poi me ne andavo, senza curarmi delle conseguenze. Io non sapevo di te, non l’ho mai saputo a dir la verità, fino a qualche giorno fa. Non volevo coinvolgerti in questa storia perché avevo visto la vita magnifica che ti sei costruita Leila. Sei un Avengers, stai con un uomo che incredibilmente mi somiglia parecchio”
“Come una goccia d’acqua” dissi sarcastico e alzando il sopracciglio.
“Insomma non volevo che tu dovessi travolgere la tua vita per me” fece una pausa per vedere cosa avrebbe detto la diretta interessata, ma lei non si mosse nemmeno. Persino i capelli sembravano essersi bloccati. Guardai Gibbs e lo trovai concentrato e pensante come se tutto quello che stesse sentendo non potesse farlo andare fuori di testa. Anche gli altri agenti avevano la stessa espressione, e potei capire il perché Fury mi avesse detto che quella squadra era una delle migliori di tutti gli agenti federali. Avevano messo da parte le loro considerazioni personali e religiose per tentare di far chiarezza su un caso, seppur ormai non fosse più di loro competenza.
“Adesso arriviamo alla parte che potrebbe non piacerti” continuò Dean “c’è un demone che vuole prendere il trono di tuo padre all’inferno. Si è fatto scambiare da tutti i cacciatori per il Diavolo, cambiando persino il suo nome in Lucifero per avere più seguito da quelli stronzi che stanno infestando la Terra. Lui vuole arrivare a te”
“Perché?” chiese Gibbs.
“Perché gli umani avrebbero qualche difficoltà ad uccidermi, se non hanno le giuste attrezzature e il giusto addestramento. Ci hanno provato in molti. Leila invece è perfetta. Questo impostore può possedere i vostri corpi, ed essendo tu metà umana” si rivolse a Leila nuovamente ma finì lei la frase “può usufruire delle mie mani per ucciderti”
“Esatto! E senza contare che sei metà angelo, perciò avrai qualche abilità speciale che non hai ancora capito di avere” sembrava divertito da quella scena.
Leila però non lo era. Rimasta immobile e silenziosa fino a quando si alzò in piedi di scatto facendo rovesciare la sedia e fissandolo con tutto l’odio di cui il suo corpo poteva contenere.
“Tu non hai il diritto di decidere per me! Avresti dovuto innanzitutto dirmi chi eri senza questo teatrino, mettendo in pericolo vite umane, le stesse che dici di voler salvare, o forse vuoi salvare solo il tuo trono. Poi come ti permetti di giudicare la mia vita? Hai idea di cosa io abbia passato a non avere una madre, un padre, una famiglia?! Tu non sai un bel niente di me, e io di te, pretendi che ti aiuti, quando tutti i libri, i film, le testimonianze che fino a qualche ora fa credevo insulse, ti dipingono come la creatura più malvagia e crudele della storia?”
Lucifer si alzò in piedi molto lentamente e i suoi occhi divennero rossi. Le luci sopra le nostre teste balzarono per la tensione della corrente.
“Io non sono chi dicono. Io non sono crudele o malvagio, e forse non vorrai aiutarmi, ma non posso permettermi che tu rischi la vita, se quello stronzo ti vuole, ti troverà per usarti contro di me, perché sa che l’unico modo per far piegare il Diavolo è avvalersi della sua famiglia. Sa che io non potrei mai fermarti per impedirti di uccidermi. L’ho fatto per te” il rosso nelle sue iridi scomparve sotto la consapevolezza veritiera che aveva detto ad alta voce. Leila scosse la testa, e se ne andò verso un corridoio che non sapeva neppure dove portasse. Odiava farsi vedere debole, con dei sentimenti, piangere, da sconosciuti.
L’agente David provò a seguirla e stavolta fù turno mio alzarmi per impedirle di rincorrere mia moglie “lasciale dei minuti”. 
Sentivo crescere dentro di me una rabbia cieca.
“Tu non conosci mia moglie. Ti sorprenderebbe sapere quanto spirito possa avere, quante cose ha dovuto accettare nel corso della sua vita. Avresti dovuto dirle subito la verità, appena saputa. So che ti aiuterà perché è più forte di lei, deve, ha il bisogno, di salvare le persone. Non ha potuto salvare sua madre, e non ha mai conosciuto il padre, e lei non vuole che questo capiti alla gente comune. Ed ora, dovrà convivere con la consapevolezza che suo padre è il Diavolo, quello vero. Dunque se scopro che voi tre” indicai lui  e i fratelli “state mentendo o state architettando qualcosa contro Leila, giuro che vi sguinzaglio alle calcagna tutti gli Avenger e di voi non resterà nemmeno una briciola di pelle. Non mi frega un cazzo se dovrò sconvolgere il mondo. Sono stato chiaro?” mi appoggiai sul tavolo con le braccia, per guardare in faccia Lucifer, messosi seduto nuovamente. Annui e basta, per poi iniziare a battere le mani “bravo! Ora so che non sei un buffone come dice certa gente giù da me”
Rimasi un attimo interdetto per quello che disse “chi lo dice?” provai a chiedere ma DiNozzo mi interruppe “e adesso cosa facciamo esattamente? Aspettiamo che questo Lucifero si materializzi? E come lo fermiamo poi? Non siamo proprio pratici di affari celesti”
“Voi tornerete a Washington domani mattina” Dean stroncò tutte le fantasie che l’agente si era fatto riguardo a quell’avventura.
“Torniamo a Washington quando lo dico io. Se non sbaglio voi siete ricercati federali, anche se morti” lo minacciò Gibbs. Mi piaceva sempre di più quell’uomo.
“C’è un modo per capire quale sia il potere nascosto di Leila?” Ziva si rivolse direttamente a Lucifer, senza badare agli ordini che il ragazzone biondo aveva dato alla sua squadra. Loro obbedivano solo al loro capo.
“No finché non si palesa. Anche se, Tony” mi voltai verso di lui “hai mai notato qualcosa di straordinariamente strano in quello che fa?”
Ci pensai su. A parte mangiare il gelato con i pop corn, Leila era abbastanza normale, considerando le nostre vite. Sesso a parte. Faceva cose molto strane.
“Definisci strane” lo corresse Sam.
“Per esempio, io posso far emergere i desideri più profondi delle persone, mio fratello Amenadiel sa fermare il tempo e così via per ogni angelo”
“Desideri più profondi?” chiese McGee. Non seppi dire se fosse preoccupato di una tale magia o meno.
Lucifer si alzò e andò dritto da Ziva, si inginocchiò sulle punte dei piedi accanto a lei, e la guardò fissa negli occhi. L’israeliana mantenne quel contatto senza battere ciglio e senza cambiare espressione. DiNozzo si appiattì alle sue spalle, per vedere che razza di gioco stesse facendo quell’essere.
“Dimmi, Ziva, cosa desideri veramente?” il Diavolo lo disse senza mai sbattere le palpebre, e lo stesso fece l’agente.
Il volto di David, prima serio e calcolatore, anche un pò divertito a dire la verità, si distese in stupore.
“Il mio desiderio è che Gibbs cancelli la regola 12” disse quasi come una voce computerizzata.
Lucifer staccò il suo sguardo dalla bella riccia, e fece una faccia un po’ delusa, per poi guardare Gibbs, che dal canto suo fissava Ziva con un mezzo sorriso che fece gelare il sangue anche a me. Non capivo se fosse divertito o se volesse urlargli contro.
La ragazza provò a dire qualcosa, ma il suo capo la fermò “non è importante ora”. I suoi occhi si posarono poi su McGee e poi su Tony.
“Cosa sarebbe questa regola 12?” provai a chiedere, ma non mi fù data risposta seria se non un “fatti gli affari tuoi” dalla stessa israeliana.
“Ok dunque è qualcosa che riesce a condizionare l’universo, ma anche chi ci cammina sopra. Si tratta di capire l’a…” mi fermai. Avevo la risposta sotto agli occhi.
“La sua dote” mi precedette Gibbs prima che potessi rivelare cosa avevo intuito.
“Spiegatevi” ci spronò Dean, e io ripresi la parola, dato che capelli d’argento non era proprio dedito alle conversazioni.
“Leila ha da sempre avuto questa capacità di capire le persone e il loro passato, come sono fatte, che scelte prenderebbero di fronte ad un bivio. L’ha fatto moltissime volte, ed è come se leggesse un libro, come hai fatto tu Lucifer con Ziva, qualunque cosa significhi questa regola 12” mi girai per stuzzicarla e sorridere. DiNozzo divenne nervoso quanto bastava per capire che qualunque cosa dicesse questa assurda nota, lui doveva esserne coinvolto. Ah Ah, non era difficile intuire.
“Non molto utile contro un esercito di demoni  ingrati che vogliono spodestarmi, ma abbiamo fatto un passo avanti” detto questo Lucifer si alzò, sfilandosi la giacca e buttandola sullo schienale della sedia.
“Ora devo tornare all’inferno, non si governa da solo e devo tenere a bada due o tre anime che fanno le furbe. Cercherò delle informazioni in più per la nostra causa. Voi restate qui, questo è un posto sicuro. Dean manderò Mazekeen a farvi visita e a valutare quanto sa fare mia figlia, anche se modestamente, sarà bravissima, per cui niente sigilli per lei”
“Scusa te ne vai?”
“Si Stark, è quello che ho detto no?”
“Leila ti ha appena conosciuto e tu preferisci andare all’inferno, letteralmente, piuttosto che cercare di sistemare le cose?”
“L’inferno non si governa da solo, e ora fatti da parte per favore” mi spinse leggermente via, facendosi spazio. Per quanto delicato fosse stato, il suo tocco era forte e lo sentii ancora sul mio petto per qualche secondo.
Lucifer si scrollò le spalle e due ali d’angelo giganti spuntarono. L’attimo prima c’era, quello dopo era scomparso.
“Esibizionista” sentii dire da DiNozzo.

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