capitolo cinque

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Strada facendo, Lily vide  Vernon si lamentava con  Petunia. A lui piaceva lamentarsi di tutto: i colleghi di lavoro, Harry, il consiglio, Harry, la banca, Harry erano solo alcuni dei suoi argomenti preferiti. Quella mattina aveva scelto di lamentarsi delle motociclette.

«...Corrono come pazzi, questi giovani teppisti!» esclamò mentre una moto li sorpassava.

«Anche in un sogno che ho fatto c'era una moto» disse Harry ricordando improvvisamente,distogliendosi dai suoi pensieri  «e volava».

Lily sorrise ricordando che Sirius aveva una moto che volava ,era possibile che suo figlio si ricordasse di quando Sirius lo avesse portato sulla moto ?

Per poco  Vernon non tamponò la macchina che lo precedeva. Si voltò di scatto e urlò a Harry, con la faccia che assomigliava a una gigantesca barbabietola con i baffi: «LE MOTOCICLETTE NON VOLANO!»

Dudley e Piers repressero una risata.

«Lo so che non volano» rispose freddamnte  Harry. «Era soltanto un sogno».

Ma Lily vide i suoi occhi ombrarsi ,quasi  si pentì di aver parlato.

Una volta arrivati  allo zoo esso  era pieno di famigliole. All'ingresso, i Dursley comperarono a Dudley e a Piers due enormi gelati al cioccolato e poi, siccome la sorridente barista del baracchino aveva chiesto a Harry cosa volesse prima che loro avessero potuto allontanarlo, gli comperarono un economico ghiacciolo al limone. E non era neanche male, Lily segui  Harry che si allontanava  leccandolo, mentre guardavano un gorilla che si grattava la testa e assomigliava terribilmente a Dudley, tranne che non era biondo il borbottio fece ridere Lily gli ricordava così tanto James in quel momento

Fu la mattinata più felice che Harry avesse avuto da molto tempo. Ebbe cura di camminare a una certa distanza dai Dursley in modo che Dudley e Piers, che per l'ora di pranzo avevano già cominciato ad annoiarsi degli animali, non tornassero al loro passatempo preferito di prenderlo a pugni. Pranzarono al ristorante dello zoo e quando Dudley fece un capriccio perché la sua fetta di dolce non era abbastanza grande, zio Vernon gliene comperò un altro e a Harry fu permesso di finire la prima.

Lily era così allibita ,suo figlio non era una pattumiera , 

Dopo pranzo, andarono al serpentario. Il luogo era fresco e semibuio, con vetrine illuminate lungo tutte le pareti. Dietro ai vetri, lucertole e serpenti di ogni specie strisciavano e si arrampicavano su tronchi di legno e sassi. Dudley e Piers volevano vedere i giganteschi e velenosi cobra e i grossi pitoni capaci di stritolare un uomo. Dudley fu molto veloce nell'individuare il serpente più grosso di tutti. Avrebbe potuto benissimo avvolgersi due volte intorno alla macchina di  Vernon e ridurla alle dimensioni di un bidone per la spazzatura, ma al momento non sembrava in vena. Anzi, era profondamente addormentato. Dudley rimase con il naso spiaccicato contro il vetro, a contemplarne le spire brune e lucenti.

«Fallo muovere» chiese piagnucolando al padre. Vernon picchiò sul vetro, ma il serpente non si mosse.

«Ancora!» ordinò Dudley. Zio Vernon tornò a bussare forte con le nocche sul vetro, ma il serpente continuò a ronfare.

«Che noia!» disse Dudley con voce lagnosa. E corse via.

Una volta ciò Lily vide che
Harry si spostò davanti alla vetrina del pitone e guardò intensamente il serpente.

D'un tratto il serpente aprì gli occhi piccoli e luccicanti. Lentamente, molto lentamente, sollevò la testa finché si trovarono all'altezza di quelli di Harry.

Gli fece l'occhiolino.

Harry lo fissò stupito. Lily li guardo con attenzione  Poi diede una rapida occhiata in giro per vedere se qualcuno li osservava. Nessuno.

Harry  Tornò a fissare il serpente e ricambiò la strizzatina d'occhi.

Il serpente girò la testa di scatto verso Vernon e Dudley, poi alzò gli occhi al cielo. Dette a Harry un'occhiata che equivaleva a dire:

«Questo è quel che mi tocca sempre».

«Lo so» mormorò Harry di qua dal vetro, anche se non era sicuro che il serpente potesse udirlo. «Deve essere veramente fastidioso».

Il serpente annuì energicamente.

«Ma tu da dove vieni?» gli chiese Harry.

Il serpente colpì con la coda un cartellino accanto al vetro. Harry lo guardò attentamente.

Boa constrictor, Brasile.

«Era un bel posto?»

Il boa colpì di nuovo con la coda il cartellino e Harry lesse ancora: Questo esemplare è nato e cresciuto in cattività. «Ah, capisco, non sei mai stato in Brasile, tu!»

Il serpente scosse la testa e in quello stesso momento un grido assordante alle spalle di Harry li fece trasalire entrambi: «DUDLEY! SIGNOR DURSLEY! VENITE A VEDERE QUESTO SERPENTE! È INCREDIBILE QUEL CHE STA FACENDO!»

Dudley caracollò verso di loro più in fretta che poté.

«Fuori dai piedi, tu!» intimò mollando un pugno nelle costole a Harry, il quale, colto alla sprovvista, cadde a terra come un sacco.

Lily dovette mantenere la calma e ricordarsi che era un ricordo ,suo figlio parlava con i serpenti ,proprio come lei parlava con di rospi  era elettrizzata quasi non si accorse di

Quel che successe dopo ,avvenne così in fretta che nessuno si rese conto del come: un attimo prima Piers e Dudley erano chini vicinissimo al vetro, e un attimo dopo erano saltati all'indietro tra grida di orrore.

Lily vide suo figlio che si tirò su a sedere boccheggiando fissando con un sorriso il vetro anteriore della teca del boa constrictor era scomparso. Il grosso serpente stava svolgendo rapidamente le sue spire e scivolando sul pavimento, mentre in tutto il serpentario la gente si metteva a urlare e cominciava a correre verso le uscite.

Mentre gli scivolava accanto a tutta velocità, Harry avrebbe giurato di aver udito una voce bassa e sibilante dire: «Brasile, aspettami che arrivo... Grrrrazie, amigo».

Il custode del serpentario era sotto shock.

«Ma il vetro» continuava a dire, «dove è finito il vetro?»

Il direttore dello zoo in persona preparò a Petunia una tazza di tè dolce molto forte, e intanto non la finiva più di scusarsi. Piers e Dudley non riuscivano a far altro che farfugliare. Per quel che aveva visto Lily , il serpente non aveva fatto altro che dargli un colpettino giocoso sui tacchi, mentre passava, ma fecero appena a tempo a tornare tutti nella macchina di zio Vernon che già Dudley raccontava come il boa gli avesse quasi staccato la gamba a morsi, mentre Piers giurava che aveva cercato di soffocarlo nella sua stretta mortale. Ma il peggio, almeno per Harry, fu che Piers riuscì a calmarsi quel tanto che gli consentì di dire: «Harry gli ha parlato. Non è vero, Harry?»

Lily guardo il regazzino chiedendosi perché non si facesse i fatti suoi

Vernon aspettò che Piers fosse uscito di casa prima di cominciare a prendersela con Harry. Era così arrabbiato che parlava a stento. Riuscì a malapena a dire: «Vattene... ripostiglio... rimani lì... senza mangiare» prima di crollare su una sedia, tanto che Petunia dovette correre a prendergli un grosso bicchiere di brandy ,facendo arricciare il naso per il disgusto alla strega

Molto più tardi Harry, steso al buio nel suo ripostiglio, avrebbe desiderato avere un orologio. Non sapeva che ora fosse e non era sicuro che i Dursley fossero andati a dormire. Fino a quel momento, non poteva rischiare di sgattaiolare in cucina a mangiare qualcosa.

Lily sorrise vedendo il controllo che suo figlio aveva sulla sua magia già in così giovane età ,riuscire a utilizzare la magia accidentale al proprio vantaggio era una cosa che pochi maghi e streghe bambini riuscivano ,lei anche aveva lottato molto da piccola

le retour de Lily Potter Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora