Capitolo 5: Paranoie

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Le ore successive passarono molto lentamente e stranamente ero in ansia, diciamo che non mi sentivo pronta a raccontare tutto il mio orrendo passato a Rebecca. Certe volte penso a ciò che ho vissuto e mi chiedo se loro possano mai accettare chi sono, se lei può farlo.

-Di certo i miei poteri la spaventeranno, di certo non avremmo più lo stesso rapporto dopo che le dirò tutto-

Pensavo e pensavo e il brutto era che non riuscivo a smettere, avevo una paura tremenda di perdere l'amicizia che avevo instaurato con lei... avevo paura di perderla.

-Hai visto come ti ha guardata quando ti sei trasformata? Aveva paura di te! Come tutti d'altronde no?-

Oh andiamo, perché questi pensieri non mi lasciano in pace? Ma è mai possibile una cosa del genere? Suonò la campanella ed era ora di pranzo, mi faceva male la testa tra un po' esplodeva; stavo pensando troppo e la cosa non andava bene.

"Hey! Che hai? Sei più bianca del muro" mi chiese Rebecca

-Porca miseria si preoccupa sempre per me e io mica posso sempre dirle tutto sarei un peso-

"Jo ci sei?" mi ripeté per una seconda volta

"Hey! Sì eccomi qua ahahah. Io penso che adesso vado in classe perché il prof.  è super esigente quindi meglio non arrivare in ritardo, a dopo."

Mi dileguai subito, non le diedi manco il tempo di rispondermi.

-Perché sono così spaventata, in fondo è solo un'amica quindi se la perdo fa niente no? No. Fa tanto. Con lei mi sento al sicuro, con lei mi sento fragile, con lei io sono me stessa. Non sono quella ragazza di roccia che ha sempre la risposta pronta.-

Arrivai in aula e seguii la lezione cercando di distrarmi da tutto. Sta volta le ore passarono in un batter d'occhio. Si fece pomeriggio e la scuola finì, avvisai Charlie che non lo avrei seguito a casa perché avevo altro da fare. Lui mi rispose dicendo che aveva a che fare con sua mamma Francesca, quindi non c'erano problemi. Così lo salutai e mi diressi verso Rebecca.

"Hey! Sei pronta per andare?" le chiesi con uno sguardo nervoso.

"Sì sì" mi rispose.

L'intero viaggio lo trascorremmo in completo silenzio. Il mio cuore batteva molto forte e i miei pensieri mi stavano letteralmente mangiando viva. La portai nel tempio di mia madre, c'era l'acqua a cascate e tantissime iscrizioni sulle battaglie e le vittorie che mia madre e gli altri dei fecero.

"Ok, eccoci qua questo è un tempio dedicato agli dei e alle dee guerrieri che hanno aiutato a sconfiggere la tirannia su Zerox"

-Ci siamo o la va o la spacca- pensai

"Vieni siediti qua" le indicai un giardinetto con un grande albero e ci sedemmo.

"Allora, dato che non dobbiamo più avere segreti tra noi devo raccontarti tutto di noi...anzi di me. Partiamo dai miei poteri. Oltre a quella paurosa versione di me che hai visto sta mattina posso controllare i tuoni, i fulmini e l'acqua. Posso pronunciare magie e lanciare incantesimi non udibili dall'orecchio umano. Sono letteralmente immortale, l'unica cosa che mi può uccidere è l'Uranio."

"Wow ma è fighissimo Jo!" me lo disse con gli occhi lucenti

"Non è tutto..." eccoci. Era arrivata la parte cruciale.

"Non avere paura" mi strinse la mano e sapevo che da lì a poco avrei rovinato tutto.

"Mio padre è umano, come ben sai. Quando ero piccola lui maltrattava mia madre, me e mia sorella. Aveva paura di noi, ci diceva che non avevamo diritto a degli amici. Quando mia sorella si ammalò lui sembrò stranamente felice, anzi lo era. Mia madre litigava spesso con lui perché voleva i nostri poteri in maniera tale che potesse studiarli e tenerli sotto controllo dato che per lui non ne eravamo in grado. Così un giorno mamma mi portò alla lega degli assassini e mi addestrai lì, ero la prima del corso perché riuscivo a combinare la mente con la forza. Dopodiché seguii un sacco di addestramenti per non trovarmi in svantaggio. Potrei essere un sicario, come potrei essere un assassino oppure una banale studentessa. So maneggiare le armi meglio di chiunque altro e grazie ai miei poteri sono invincibile, sono pronta a tutto. Ora io tempo che l'assassino che gira a piede libero sia mio padre che "TEORICAMENTE" è scomparso e ti giuro, anche se sono pronta a tutto, ho paura che possa farvi del male e io non voglio."

Rebecca mi guardava era spaventata, mentre parlavo aveva lasciato la mia mano e non spiccicava parola. Lo sapevo. Aveva paura di me. Mi alzai e iniziai a fare avanti e indietro pensando ad alta voce

"Lo sapevo, lo sapevo. Tu adesso hai paura di me e non ti biasimo sono letteralmente un mostro e di certo non posso chiederti di accettare il mio passato. Mi ero preparata a questo eppure mi fa assolutamen-"

Rebecca mi prende per il braccio e mi bacia. Era un bacio lento e caldo, sentivo il suo cuore battere all'impazzata. Ci staccammo per prendere fiato. Lei mi presse la testa e la avvicinò alla sua fronte e disse:

"Non potrei mai avere paura di te. Tutti avviamo un passato oscuro o no. Io so solo che provo qualcosa per te, qualcosa di forte. E non mi importa del tuo passato perché io sono qua per sostenerti e proteggerti. A volte si ha solo bisogno di qualcosa per stare meglio oppure qualcuno e se io riesco a farlo con te mi basta. Non avrò mai paura di te perché so che non ci farai mai del male né a me né ai ragazzi. Tu mi piaci per quello che sei non per il mostro che credi di essere"

La baciai di nuovo, era impossibile non farlo.

"Te le posso chiedere un paio di cose Jo?"

"Dimmi tutto"

"Allora hai mai perso i tuoi poteri?"

"Sì, solo una volta cioè quando Jennifer è morta. Il dolore e la tristezza e i pensieri offuscarono e assalirono la mia mente e di conseguenza li ho persi. Poi mia madre mi aiutò e li recuperai. Stare male non è un bene per i miei poteri."

"Oh mamma mia mi dispiace... ad ogni modo l'altra domanda è: hai mai visto Zerox? E tua madre come ci andava?"

"Zerox lo conosco solo dai miei libri di storia, sfortunatamente non l'ho mai visto. Per quanto riguarda mia madre beh era una donna potente quindi tramite la magia e gli incantesimi faceva una sorta di dreamwalk per arrivare a Zerox. Aiutava tutti anche i nemici stessi, era di animo nobile."

"Ah capis-" D'improvviso suonò il mio cellulare.

Era Charlie.

"Hey Charlie dimmi tutto"

"Hey Jo sono Michele, Rebecca è con te?"

"Sì perché che succede?"

"Venite a casa di Charlie è successa una cosa orribile"

"Ok arriviamo" agganciai il telefono e guardai Rebecca terrorizzata. Lei capì il mio sguardo, qualcosa che solo noi sapevamo. Mi trasformai, presi Rebecca in braccio e ci dirigemmo a casa di Charlie.

-Sarà lui? Speriamo di no.-

Un nuovo semidioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora