I believe that there's hope
Buried beneath it all and
Hiding beneath it all and
Growing beneath it all and
This is how we'll dance when
When they try to take us down
This is how we'll sing oh
This is how we'll stand when
When they burn our houses down
This is what we'll be, oh gloryLet the flames begin - Paramore
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Ero troppo lontano perché potessero vedermi, ma mi nascosi dietro ad un albero pensando a come agire nel modo più rapido possibile. Essendo una serata abbastanza afosa non mi ero portato la felpa, quindi non potevo contare sul cappuccio per nascondere il viso.
Dovevo fare in fretta, quei tre ragazzi stavano iniziando a dare spintoni al senzatetto, e non sarebbe passato molto prima che avessero iniziato a fargli male seriamente. Caricai la pistola a pallini, mi tirai su la maglietta fin sopra il naso e uscii allo scoperto.
Qual era il modo più semplice per spaventarli? Sicuramente avrei dovuto parlare con un tono forte ed aggressivo. Beh, potevo fare la voce che uso quando mi alleno a cantare metal. Magari essendo versi gutturali li avrei spaventati, e se non fosse bastato avrei provato a minacciarli con la pistola giocattolo, a cui tolsi il laser, troppo scenografico.
"EHI!"
Si girarono verso di me. Notai che erano due ragazze e un ragazzo. Ero inizialmente dubbioso sull'essere aggressivo anche nei confronti del genere femminile. "Fa niente", pensai. "Se fanno le stronze, si meritano lo stesso trattamento che riserverò all'altro tipo. Parità di genere, giusto?". Tornai alla realtà.
Vidi che di primo impatto si erano spaventati, e una delle ragazze si allontanò di vari metri dagli altri due tizi. Anche il senzatetto mi sembrava preoccupato.
"LASCIATELO STARE. ANDATEVENE."
"Altrimenti che fai?" Mi disse l'altra ragazza.
Le puntai la pistola in viso. Ero distante qualche metro da loro, ma si accorsero quasi subito della punta arancione della pistola.
"Ma è un giocattolo!" Disse il ragazzo. Risero tutti e tre. Così sparai, e beccai la ragazza sulla guancia.
"AH! Cazzo!" Urlò lei. Il ragazzo prese la carica verso di me, non ebbi il tempo di reagire. Era poco più basso di me, ma mi fece cadere a terra con facilità togliendomi la maglietta dalla faccia. Iniziò a prendermi a pugni. Uno. Due. Tre. Poco prima del quarto cazzotto lasciai la pistola e lo presi per il collo con entrambe le mani. Cercò di prendermi i polsi per bloccarmi, ma aumentai la presa e la tenni stretta per qualche secondo. Nonostante la foga ero preoccupato che potessi esagerare, così mollai e lui si accasciò a terra respirando a fatica. Mi alzai riprendendo la pistola e ricaricai.
Mi voltai e vidi le ragazze che mi stavano riprendendo col cellulare. Mi tirai nuovamente la maglietta sopra il naso, e mi accorsi del sangue che mi stava uscendo dal sopracciglio. Mi voltai immediatamente dall'altra parte, verso il ragazzo.
"ANDATEVENE. ORA!"
Il tipo si alzò di corsa e si diresse verso le ragazze. Mi girai verso di loro e scattai, sperando che scappassero dalla paura, e così fu. Non mi interessava seguirli, volevo vedere come stava il senzatetto. Appena furono abbastanza lontani, mi avvicinai al signore che tremava rannicchiato davanti alla panchina singhiozzando. Mi faceva pena, povero.
"Ti prego, non farmi male! S-se vuoi me ne vado, ma non picchiarmi, per favore!" Stava iniziando a piangere. Mi tolsi la maglietta dal volto.
"Stia tranquillo, non le voglio fare niente. Sta bene? Le hanno fatto qualcosa?"
"N-no, ogni tanto di sera vengono qua a insultarmi, ma non hanno mai alzato le mani"
L'aiutai a rialzarsi.
"Prima la stavano spintonando"
"Oh, fa niente, sono ragazzi. è il loro modo di divertirsi" Disse mentre si sedeva sulla panchina, guardando a terra.
"No, non dovrebbero divertirsi a scapito degli altri. Dovrebbe farglielo capire. Ha mai denunciato alla polizia queste cose? O provato a rispondere a tono ai loro modi?"
"La polizia non considera quelli come me. Una volta ho provato a chiedere aiuto, ma mi hanno mandato via insultandomi. E l'unica volta che ho provato a farmi valere contro chi voleva farmi male, ho ricevuto in cambio un occhio nero e il naso rotto. Non è semplice. E pensare che prima di finire qui facevo l'architetto..."
Aveva gli occhi lucidi.
"Mi dispiace..."
"Stai tranquillo, è la vita. Ma come mai parlavi con quel vocione, prima? Fattelo dire, facevi paura"
"Volevo farli spaventare. In più non rendevo riconoscibile la mia voce"
"Ah, sei furbo, ragazzo. Tu ti sei fatto male, però. Sanguini"
Mi ricordai del sangue che usciva dal sopracciglio.
"Oh non si preoccupi, non è nulla"
Gli porsi la pistola.
"Tenga. è solo un giocattolo, ma come ha potuto notare i pallini fanno male comunque. La aiuterà a proteggersi per le prossime volte, se io non sono nei paraggi"
"No, grazie amico mio, ma aumenterei solo i miei guai, con quella. Come ti chiami?"
Esitai un secondo.
"Mi spiace tanto, ma non posso dirglielo. Sappia però che è stato Trauma a mandare via quei ragazzi"
"Trauma? In che senso?"
In effetti mi sentii un idiota dopo averlo detto. Che risposta del cazzo.
"Lasci perdere, non è importante. Passi una buona serata, e faccia attenzione la prossima volta. Piuttosto scappi, ma non rimanga a subire le loro angherie. La saluto"
"Ciao, ragazzo. Che Dio ti benedica"
Andai verso casa.
Che Dio mi benedica? Non che l'abbia mai fatto, pensai.
Tornai a casa con tante cose per la testa, due in particolare: come avrei spiegato le mie condizioni pietose ai miei genitori, e quanto di ciò che era successo avevano registrato le ragazze.
Guardai l'orologio. Era l'una di notte.
Avevo le chiavi, entrai in casa cercando di non farmi sentire. Sentii mia madre dal salotto che russava davanti alla tv, mio padre era andato a letto. In bagno mi tolsi la maglietta e la misi a lavare. Era scura, il sangue non si vedeva troppo. Mi sciacquai viso e busto dal sangue, e misi un cerotto sul taglietto vicino al sopracciglio. Non era grave da dover mettere punti, per fortuna. Ripulitomi, spensi il telefono senza guardare le notifiche e andai a letto, cercando di addormentarmi nel mare dei pensieri che mi tempestava la mente. Avrei pensato domani a ciò che era successo. Ero troppo stanco.
Ma la mattina dopo ebbi una sorpresa per niente gradevole.
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T R A U M A
General FictionDa piccoli, avere il mito dell'eroe è innocuo. Ma non provare a emulare nella vita reale ciò che leggi nei fumetti e vedi in tv. La realtà è ben diversa. E ne paghi le conseguenze.