Jeff The Killer - Il Riposo Della Morte

Capitolo 18º

Mi staccai dall'abbraccio stretto di Jeff, mi allontanai e gli gridai contro

Io : come fai ad essere ancora vivo !? Ti hanno ucciso davanti ai miei occhi ! Come cazzo è possibile !
Jeff : trucchi mia cara, un mago non rivela mai i suoi segreti
Io : ma fammi il piacere, mi hai fatto piangere per due giorni di fila, sono stata malissimo e ora sei qui. Vergognati !

Si alzò e venne da me ma mi allontanai

Jeff : ti prego Violet, ho dovuto farlo .. Mi dispiace
Io : AAAH ! Fanculo e vieni qui !

Gli afferrai i capelli, lo spinsi a me per baciarlo e avrei voluto che quel bacio non finisse più ma Jeff si staccò da me ridendo

Jeff : adesso spiegami, perché di la c'è un dipinto su di me ?

Arrossii, ansi ero diventata un peperone vero e proprio, mi morsi il labbro inferiore mente Jeff continuava a ridere

Io : non giudicarmi, sei un bel soggetto dopo tutto

- ma che dici T^T

Rise di nuovo, mi spostò la chiama argentata dietro l'orecchio e mi accarezzo le labbra con il pollice sfiorando molte volete il mio pearcing

Io : ma adesso fortunatamente non avrò più bisogno di un dipinto per vederti
Jeff : sono fiero di te sai ? Hai avuto il coraggio di uscire e per questo ti meriti un premio, ti amo Violet
Io : ti amo Jeffrey

Cercai di baciarlo ma una voce ci fece saltare dalla paura, vidi la porta aprirsi e un'uomo sulla trentina urlò

?? : CRISTO SANTO ! Lascia la ragazza maledetto Killer
Jeff : merda ! .. Scusami devo andare !

Mi lasciò facendomi cadere, saltò fuori da una finestra mentre l'uomo venne da me per aiutarmi

?? : sta bene ?
Io : s- si grazie

L'uomo mi riportò nella grande sala ad avvertire poi un poliziotto che si trovava lì per controllare se fosse tutto a posto, il poliziotto chiamò rinforzi mentre io mi portai la mano sulla fronte e bestemmiando a bassa voce

Lion : VIOLET !

Vidi Lion correre da me, mise la sua giacca sulle mie spalle e mi afferrò le guance controllando il mio viso per vedere se avevo qualcosa

Lion : ti ha fatto qualcosa ? Hai dolori ?
Io : Lion sto bene, sei peggio di mio padre ahah
Lion : ti riporto a casa andiamo

Lion mi riportò a casa, mio padre venne da me quando arrivammo e scesi dall'auto

Papà : stai bene ?
Io : benissimo papà tranquillo
Lion : non è stato proprio il miglior giorno per decidere di uscire di casa dopo 10 anni
Io : meglio tardi che mai Lion
Lion : ma che c'entra ?

Risi

Papà : sembri così tranquilla
Io : lo sono papà .. Sono stufa di rimanere chiusa in casa, devo vivere, 18 anni si hanno solo una volta nella vita
Lion : sante parole

Girai lo sguardo verso la foresta, succhiusi gli occhi e vidi Jeff che indicava la finestra di camera

Io : ehm .. Io adesso vado a riposarmi un po' .. C- ci vediamo domani Lion

Corsi dentro casa lasciando mio padre a parlare con Lion, chiusi la porta di casa e cominciai a correre verso la mia stanza, quando aprii la porta trovai Jeff seduto sul mio letto con una mia foto tra le mani

Io : ei ma che fai ?
Jeff : n- niente

Arrossì leggerete, ansia verso di lui e presi la foto che stava guardando, era una mia foto con mio padre di qualche anno fa, era la cena di Natale, lì avevo ancora i capelli del mio colore naturale, biondi ramati, ridacchiai perché non mi ricordavo di quella foto

Jeff : ti stavano bene quei capelli
Io : ma .. Dove l'hai travata ?

Il rossore sul suo viso si espandò quasi su tutto il viso, risi e mi sedetti sulle sue gambe, a quel gesto i suoi occhi si aprirono di più di come già li aveva naturalmente

Jeff : l'ho .. Travata al prima volta sono stato qui
Io : e .. Perché l'avevi con te ?
Jeff : c-così .. Ti avevo sempre con me .. Anche se .. Solo in una foto ..

Mugolai un "aaw" per ciò che aveva detto, lo bacia sulla guancia ma lui mi afferrò il viso per baciami sulle labbra

Jeff : forse adesso .. È meglio che me ne vada, meglio non rischiare con tuo padre in casa
Io : ho chiuso la porta a chiave, non potrà entrare

Sorrise e tornò a baciarmi per poi farmi sdraiare sul letto, averlo li con me era un sogno che si era avverato, era di nuovo con me e non potevo desiderare qualcosa di meglio