Capitolo 9

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Tu, sei perfetto nelle tue imperfezioni, devi solo imparare ad amarle, ad amarti.
- Solveig

*Mike

Tutta la notte avevo pensato a lei.
Quando l'avevo baciata avevo assaporato il suo profumo di vaniglia, la sua pelle era liscia, tutto di lei mi faceva impazzire.
Sentire le sue mani su di me, mi faceva bene, non amavo essere toccato, ma con lei era diverso.
Queste emozioni però mi rendevano vulnerabile, per poco non scopriva della mia malattia.
Mi appoggiai al lavandino del bagno e mi fissai allo specchio:
Vedevo una figura ben impostata e perfetto da questo punto di vista, ma la mia depigmentazione mi rendeva un mostro. La mia pelle era chiara, in tutto il corpo tranne che dalla clavicola in giù. Li possedevo delle chiazze più scure, immagino fosse quella la mia pigmentazione naturale, queste si estendevano in modo sinuoso e ondulato.
La mia malattia , mi rendeva diverso. Era la causa di tutti i miei mali.
Mia madre aveva abbandonato me e mio fratello, dopo che all'eta di cinque anni uno specialista mi aveva diagnosticato la vitiligine, mio padre mi aveva detto che non ci aveva abbandonato per questo ma io in fondo lo sapevo.
Il figlio di una prestigiosa modella era malato, come poteva sopportarlo?
Da piccolo i bambini in piscina o al mare stavano lontani da me , li spaventavo, perciò avevo smesso di togliermi la maglia in pubblico.
Mi ero allenato in palestra per riuscire a piacermi e a piacere di più agli altri, ma le ragazze al momento del sesso avevano paura che io li contaggiassi e perciò tentavo di nasconderle in qualche modo.
Non sarei mai riuscito ad accertarmi, ed ero certo che se mi fossi aperto con Silvia, anche lei mi avrebbe visto come un mostro.


Mi preparai e andai ad allenarmi con la moto.
Dopo la morte di mio padre avevo smesso di partecipare alle gare, perché era sempre lui a venirmi a vedere e ad incoraggiarmi. Ora senza lui non aveva più senso continuare.
Silvia mi aveva chiesto se avevo dei sogni, in realtà li avevo,
avrei desiderato avere una famiglia normale,
avrei desiderato l'affetto e la comprensione di una madre verso il proprio figlio,
avrei voluto essere accettato anche se ho la vitiligine,
avrei desiderato vincere altre gare di motocross con mio padre a fianco,
ma ormai questi sogni erano irrealizzabili.

Passai circa tre ore ad allenarmi , stare sulla moto mi liberava dai pensieri ed era l'unico momento della giornata in cui ero profondamente sereno.

Tornato a casa mio fratello mi informò che sarei dovuto andare in un locale con lui, e per quanto non fossi entusiasto, non potevo rifiutare.
Feci una doccia calda.
Decisi di indossare un pantalone bianco e una camicia nera .
Arrotolai la camicia sui gomiti e lasciai i primi due bottoni aperti, facendo attenzione a non far notare le macchie sul petto.
Mio fratello raggiunse il locale in macchina, io invece decisi di andarci in moto questa volta.

"The Fire" era il nome proiettato sull'insegna luminosa, che indicava l'entrata del locale con una freccia.
Ero con Alex e i suoi soliti amici ,compresa la bionda, che speravo vivamente non mi infastidisse.
L'interno del locale era classico, vi erano delle slot machine,tavoli da biliardo e l'arredamento prevedeva dischi musicali fissati al muro e delle vecchie biciclette per decorazione.
Alex mi trascinò sulla pista da ballo, e anche se controvoglia lo assecondai.
La bionda non perse tempo, allungò le sue mani verso il mio petto e cominciò a strusciarsi lentamente su di me, era attraente ma non mi faceva più l'effetto che mi faceva un tempo, e non riuscivo nemmeno a capire perché.
I miei occhi furono all'improvviso catturati da altro, ovvero da un paio di occhi marroni, così lucenti da farmi brillare dentro. Le forme del suo corpo strette in un vestitino nero, mi facevano impazzire, e gli occhiali le stavano così bene, non sarebbe passata in osservata. I suoi occhi puntarono proprio i miei e per un'attimo era come se ci fossimo solo noi in quella stanza. Ma poi i suoi occhi si spensero improvvisamente e io ritornai a sentirmi solo in mezzo alla folla e lei era così distante, la sua anima era distante dalla mia.
La guardai per tutto il tempo, finché non notai un tizio avvicinarsi a lei, era Kevin , il tipo del luna park, si ondeggiava maliziosamente accanto a lei e la rabbia prese il sopravvento su di me. Mi venne voglia di fumare, perciò sfilai dalla tasca il mio pacchetto di Chesterfield blu, sfilai una sigaretta e cominciai a fumare.
Raramente lo facevo, fumavo solo quando il nervosismo mi correva lungo tutto il corpo e avevo bisogno di sfogarmi , e questo era uno di quei momenti.
Osservai tutta la scena, quel Kevin si avvicinava sempre di più, osservai le sue mani abbracciare Silvia, erano così vicini che persi del tutto la ragione.
Spensi rapidamente la sigaretta nel posacenere e mi avvicinai spedito contro di loro.
Spintonai kevin e con il braccio attirai subito la mia koala verso di me, non volevo che gli altri la toccassero , volevo toccarla solo io.
《Ma che cazzo fai stronzo?》disse Kevin incazzato, ma non gli conveniva mettersi contro di me.
《Non ti azzardare a mettere le mani su di lei o ti ammazzo》lo avvertì.
Non gli diedi il tempo di rispondere perchè afferrai Silvia per una mano e la trascinai fuori dal locale.
《Che cosa fai?》chiese lei accigliata,
《Ti porto via con me》e soprattutto volevo allontanarla da quel kevin di cui non mi fidavo affatto.
《E se io non volessi?》rispose lei per provocarmi.
《E se io questa volta non ti dessi scelta?》la provocai a mia volta mentre la fissavo dritta negli occhi.
《Perché non te ne vai con jasmine? Ti piaceva quando ti strusciava il culo addosso mi sembra》affermò inviperita, era gelosa? Io ero così intento a guardare lei che non mi ero nemmeno accorto delle provocazioni di jasmine.
Le presi il viso tra le mani , era così soffice e morbido, 《non mi interessa niente di lei. Ora tu vieni via con me!》, presi la sua mano e la trascinai verso la moto.
《No aspetta, sei pazzo! Io non salgo sulla moto 》,incrociò le braccia e fece un passo indietro.
Le presi il viso con le mie mani dinuovo e avvicinai le mie labbra al suo orecchio, 《hai detto che volevi aiutarmi a credere dinuovo nei sogni e a realizzarli, io te lo permetterò..》 , feci una pausa e continuai,《però in cambio voglio vederti superare le tue paure. Fidati di me.》
Lei mi guardò per un secondo, poi afferrò la mia mano e sorrise.
《Ho paura della marmitta delle moto, ho una cicatrice sul piede dovuta a questa》confessò e allora la tranquillizzai, 《tranquilla non ti brucerai, ti aiuto io a salire》, la presi in braccio e la appoggiai delicatamente sul sedile.

Salì dopo di lei , le misi il casco in testa e lo allacciai dolcemente mentre i suoi occhi erano fissi su di me.
Mi portai le sue braccia intorno al mio petto.
《Tieniti forte.》le sue mani si strinsero forte intorno a me, così forte da sentir le sue mani fin dentro le ossa.
Mi piaceva sentire le sue mani su di me.
Accellerai e lei mi stringeva sempre più forte, 《tutto bene?》le Chiesi preoccupato, ma lei mi tranquillizzò.
《Sei proprio una koala sai?》dissi e mi scappò un sorriso, e avrei giurato di aver sentito ridere anche lei sotto il casco integrale.
《Dove mi porti?》domandò lei, riuscivo a sentirla perché all'interno del casco avevo inserito dei microfoni e auricolari che ci permettevano di comunicare tranquillamente.
《Lo vedrai koala》sorrisi e accellerai ancora di più ..

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 11, 2023 ⏰

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