10 Vecchi Frammenti

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Deku pov

Dovevo essere davvero stanco dopo l'uso dei quirk, o non sarei mai riuscito ad addormentarmi sulle gambe di Kacchan come cuscino, ed anche lui era crollato. Non fosse stato per il fatto che dall'altra parte c'era un'infinità di persone, gli sarei saltato addosso. Avevo paura di muovermi, non volevo rischiare di svegliare il mio angelo, però cavolo, avevo bisogno del bagno!

In qualche modo sgattaiolai via. Approfittai per darmi una rinfrescata al volto, ancora pieno di fuliggine. Lo specchio in quel posto era spaccato a metà nel centro, così il mio riflesso era doppio.

Doppio, triplo, quadruplo, mi sembrava stesse quasi raccontando la mia storia. Quanti me sarei stato ancora?

Mentre mi riappropriavo del marsupio lasciato sul bordo del lavello, un pezzo di quello specchio cadde. "Cazzo! Proprio non ti va di starmi appresso, vero fortuna?" mi abbassai a raccoglierlo, fin quando non mi accorsi di una presenza dietro me. Era il bambino.

"Ehi, non eri col tuo papà?" chiesi. Ma lui puntò il dito sul mio petto, e poi indicò il mio braccio. "Quello, non è tuo."

Un attimo, prima di realizzare ciò che mi stava chiedendo. "No, hai ragione, non lo è." risposi forzando un sorriso.

"Anche gli altri?"

"Anche loro, sì." annuii.

"però, non è lo stesso. Perché con quello fai una faccia strana?"

"Mah, chi lo sa, forse perché mi porta troppi ricordi alla testa." mi ero seduto sul gradino d'entrata al bagno, lui era in piedi ma almeno non mi sarebbe venuto il torcicollo nel guardare in basso.

"Non vorresti cambiarlo? Non vuoi che siano più forti?"

"No, non mi interessa, loro vanno bene così, sono io a dover imparare come renderli adatti ad ogni situazione, non loro che si devono adattare a me. Solo così potrò diventare più forte."

"quindi io come dovrei fare col mio?" chiese poi timidamente. Silenzio da parte anche del suo quirk.

"Questo non posso saperlo piccolo, mi dispiace. Perché non chiedi a lui? Scommetto che un consiglio te lo saprà dare, se andrete d'accordo." e lo credevo davvero. Aveva una marcia in più rispetto a tutti, non per le doti del potere, ma per quella strana capacità di sentirlo. Stavo ancora parlando col ragazzino quando notai il mio ragazzo dietro lui.

"Oh Kacchan, scusa, ti abbiamo svegliato."

In quel momento entrò il dottor Raus, chiedendo scusa per aver perso di vista il piccolo. Ci informò che gli altri avevano trovato qualcosa e ci aspettavano. Quando andò, Katsuki si fece più vicino.

"Non era neanche il caso che mi lasciassi a ronfare. A furia di starti dietro sto prendendo tutte le tue brutte abitudini." disse sbadigliando, poi tornò serio.

"Tutto a posto col nano?"

"Si, è un bravo piccolo." il suo volto però non lasciava dubbi allo scopo vero di quella domanda.

"Tranquillo, so cosa vuoi dirmi, cercherò di fare il mio meglio senza dare nuovamente di matto." sapevo che avrebbe voluto aggiungere altro, ma non lo fece. Nella sala centrale intanto...

"Siamo caduti in Trappola come allocchi." iniziò Cass. "Tanto per cominciare, credevamo che quella banda fosse parte dei Lost Void. Invece dalla testimonianza del professore abbiamo cercato di comprendere il gran casino che gli è girato attorno."

"e sarebbe?" domandai. Il professore prese la parola.

"In realtà, credo siano stati più di dieci i gruppi per la quale siamo passati. Ogni volta si attaccavano a vicenda, io e mio figlio siamo riusciti a scappare tra uno scontro e l'altro, ma qualcuno riusciva sempre a ritrovarci."

Cominciai a capire la faccenda. " Dunque, se mi sbaglio fermatemi, anche se credo di essere sulla giusta direzione. In pratica, abbiamo lavorato fino ad adesso, non per il governo ma per il vero gruppo dei Lost Void che volevano catturare il prof. Giusto?"

"Si e no." parlò Jack. "Il governo ci ha ingaggiato, ma come anche tu hai spiegato, Cortex e gli altri stanno col piede in due stagni facendo il doppio gioco."

"E chi c'è finito in mezzo siamo noi, grandioso." commentò Kacchan.

"Ora che si fa?" chiese Sylvia. "Non possiamo nasconderci qui per sempre, prima o poi ci troveranno." Seguì Ginger.

"Ci serve un po' di assistenza scenica direi."

"Scenica?" si domandarono tutti quanti. Sorrisi loro facendo l'occhiolino.

"Sì, abbiamo un palco parecchio grande stavolta, è il caso di mettere in scena una bella rappresentazione, che ne dite?"

Nessuno mi seguiva, tranne forse Cass che si stava ricordando di quanto amassi il teatro e Kacchan che pregava tutte le varie divinità ogni volta che mi ci fissavo sopra.

" Dunque, come prima cosa ho un compito per voi due Cass e Yoite. "mi avvicinai a loro e spiegai cosa avrebbero dovuto fare. Poi andai da Darks.

" Davvero? Sei... sicuro? "

" Certo, non ti preoccupare, vedrai che alla fine ringrazierà entrambi! "

" Se lo dici tu. " e sparì dalla vista. Poi presi con me Jack e passai un foglietto alle ragazze. "Tu amico mio vieni con me, ho delle cose da acquistare e mi serve un complice." stavamo uscendo anche noi quando Kat mi bloccò la strada.

"Ed io? Non mi vorrai lasciare qui a fare la babysitter spero?!"

"Perdonami Kacchan, cerca di aspettare il tuo turno, puoi?" lo pregai e mi avviai con Jack.

Katsuki pov.

Quel bastardo! Quante volte avrei dovuto ripeterli di non lasciarmi fuori da ogni questione importante?

"Immagino dunque che tu non sappia cosa stiano combinando."

Chiese il prof con la quale ero rimasto, ed anche il moccioso c'era.

"Quello ha una testa troppo complicata per arrivare a capirlo tutte le volte." chiarii. Poi fu chiamato dalle due scquilibrate per qualcosa ed io restai a fare la mammina.

"Dì un po' moccioso, non è che tu sai parlare coi quirk per caso?" domandai visto che gli altri due a cui potevo chiedere si erano dissolti. Mi osservò in silenzio, mi ricordava parecchio il nerd durante uno dei suoi tuffi mentali a parlare e riparlare con sé stesso e quei dannati poteri.

" Tu non sei come lui. " fece.

"Vacci piano piccoletto, sono io ad aver fatto la prima domanda." mi osservò di nuovo.

"Io e Remark parliamo, ogni tanto parla solo lui. È l'unico con cui ho sempre potuto parlare."

Quindi non era come il nerd ed il gattaccio.

"Perché sei così tanto preoccupato?"

"Come?"

"anche prima quando parlavamo, ti sei subito alzato in agitazione. Di solito siamo circondati da gente che ci vuole parlare, che ci vuole sfruttare, tu vuoi che io vi stia il più lontano possibile invece. Quale ne è la ragione?"

"Ah, per essere un nanetto parli come un adulto."

Già, la ragione...

La ragione era che, pure a me, quel ragazzino ricordava qualcuno che da anni provavo a cancellare dalla testa di Deku.

Il secondo anno di scuola ci aveva già dato fin troppo da pensare. Nuove materie, nuovo studio, organizzare nuovamente lo stage, il festival sportivo a cui non mi riuscì di mettere Izuku al tappeto, e quel Dabi per cui ebbimo anche in seguito un gran da fare. Però, quella volta, si era semplicemente trattato di una missione in collaborazione con la scuola ed una agenzia Hero. Recupero dati, ci era stato detto, tutto il resto, non avrebbe contato.

la follia che ci unisce SEQUEL! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora