11 Le Cose, Quelle Andate Storte

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Katsuki pov. - ricordi del secondo anno alla UA

Era il termine o quasi del secondo anno, non potevo credere che ancora tutta la classe fosse intera, visti certi elementi mi sarei aspettato la resa da una parte di essi, eppure, in qualche modo ancora ce la si faceva.

"Capelli di merda quante cazzo di volte ti dovrò rispiegare lo stesso problema?!"

O meglio, ero io a far andare avanti certi elementi. Perché mi ci impegnassi non lo capivo.

"Dai Kacchan, è matematica! Sii più gentile."

"Nerd, tu proprio non ci dovresti stare qui. Ho accettato di spiegare la materia a questo citrullo, non anche a te. Se non ti riesce qualcosa puoi chiedere al fiammifero, non posso occuparmi anche di te, non sei neppure nella stessa situazione di merda. "

" Mmm, però se vi lascio soli chissà cosa potreste combinare. "

Dannato stupido ciuffo verde! Come poteva non fidarsi, dirlo così apertamente e restare a sorridersene come nulla fosse. Ero già sul punto di fargli esplodere la testa quando il bicolore fece irruzione. Ecco un'altra seccatura, però ci disse di seguirlo urgentemente dal prof Bruco. Una volta arrivati, scoprimmo di non essere i soli. Vi erano alcuni membri della B qualcuno del terzo anno ed altri ancora della nostra classe, tra cui la nuova aggiunta dai capelli viola, Shinsou.

"In breve ragazzi, è stata richiesta la nostra collaborazione. Ero contrario visto che non sono molto stati chiari su tale missione, ma è una grande opportunità per imparare."

Così dopo qualche settimana entrammo in azione. Dovevamo solo fare da distrazione, scombinare un po' le cose finché i pro hero non avessero terminato quando conclusero annunciando di ritirarsi, raggiunsi Deku per tornare indietro.

" Deku, hanno detto di rientrare!" nella sala in cui il nerd si era andato a cacciare c'era un bambino, capelli castano ed occhi come ambra, erano uno di fronte all'altro.

"Allora, che ne dici di venire con me?" gli chiese.

"Ehi un momento! Che diamine succede qui?"

"Hanno detto che volevano solo le informazioni giusto? Tutto il resto non era di loro interesse." annuii visto che era quello che un milione di volte ci era stato ripetuto.

"Sentito piccolo? Allora, ci stai?"

Quello gli rispose entusiasta e si aggrappò a lui.

"Kacchan hai visto? Un nuovo amico!" stava reagendo esattamente come quando era spuntata fuori la nanetta. Non la definii una situazione così grave e lo lasciai fare. Appena usciti, quando incontrammo i professori....

"Non adotterò un'altro moccioso." commentò Aizawa davanti agli occhioni supplichevoli di Izuku e di suo marito.

"No Mic, pensa anche ad Eri, già ora con il lavoro durante l'anno non gli siamo abbastanza vicini."

Allora rivolse il suo sguardo a Dabi ed il pennuto del suo fidanzato.

"Non ci pensare piccolo scassapalle, sono troppo giovane per essere chiamato papà."

"E non siamo sposati." rettificò l'hero, ma dallo sguardo di entrambi si poteva capire che era un problema facilmente risolvibile. Fu comunque stabilito che finché non fosse stata chiara la situazione del bambino, sarebbe rimasto con noi.

Devo dire, che Izuku si affezionò moltissimo a quel piccolo, era come se fosse suo fratello maggiore, ed anch'io presto mi ritrovai coinvolto. Non eravamo i soli, Dabi ed Hawks erano spesso nei paraggi, e Shoto pure, anche se per la maggior parte del tempo era con noi due. Ogni nostro appuntamento si trasformò in una gita di famiglia, parchi, giri al centro commerciale, l'una Park. Stranamente, la cosa non mi scocciava troppo.

"Cosa prepari oggi Kacchan?" mi disse Kiri, il nome con cui il nanetto si era presentato, sorprendendomi alle spalle. Quel giorno era un sabato ed eravamo soli al dormitorio. Chissà dove aveva seminato il mio ragazzo, eppure gli avevo detto di stare alla larga finché non fosse stata ora di pranzo.

"Ehi, quante volte ti ho detto di non chiamarmi a quel modo moccioso?" lo rimproverai.

"Ma Izu e Eri-chan lo fanno. Allora, cosa hai preparato?"

"Donburi e Korokke, giusto per cambiare qualcosa, o sarebbe sempre katsudon per quello scemo del nerd."

"State insieme voi due, vero?" mi domandò sempre più vicino.

"Qualcosa da ridire?"

"Perché volete che sia adottato dagli altri due? Bastate voi no? Tu saresti una mamma perfetta, sei bravissimo in cucina."

Mentre io stavo pensando a ciò che aveva appena detto, prese una polpetta e scappò via. "Piccolo ladro! Quando ti prendo non la passerai liscia!"

Sorrise fuggendo nel corridoio. Di certo se glielo avesse detto a Deku, lui sarebbe stato al settimo cielo, anche se ancora non eravamo maggiorenni e quindi la cosa era fuori discussione. Pure la mia vecchia che già si era fissata sul fatto che appena sposati in un qualche modo avrebbe trovato il metodo giusto per convincerci ad adottare un mucchio di marmocchi. Ma le cose, cambiarono in fretta, due mesi dopo il suo arrivo.

"Ahi!"

"Tutto bene?" ero passato per la cucina, Izuku stava tentando di fare pancake a Kiri, ma sembrava che il piccolo avesse avuto dei problemi, mi avvicinai anch'io.

"Cosa accade?"

"Ah, Kacchan. Credo Kiri abbia perso un momento la presa sul suo quirk."

Aveva le mani ricoperte da piccole ustioni dovute al suo potere, così lo portammo da Recovery girl. Deku stava decisamente nascondendo qualcosa.

"Dimmi la verità Deku, cosa bolle in pentola?"

Ma neanche lui lo sapeva. Sembrava che lo stesso quirk fosse confuso. Non fu un evento isolato, i glitch che aveva aumentarono giorno dopo giorno. Nel mentre, gli Hero parevano aver scoperto qualcos'altro. Avevano usato Kiri per dei test, per.... Sciogliere, la normale funzione di un potere o roba simile, e sperare di rimodellarlo a piacere. Il fatto che Kiri ed io avessimo delle similitudini di quirk non era un caso, era stato interessato al mio potere dal momento stesso in cui lo avevo mostrato, ma esso faticava a stabilizzarsi nel suo corpo. Più si cercava una soluzione e più sprofondavamo nell'ignoto. Ed in tutto questo, nulla fu detto al bambino, per evitare di preoccuparlo. Anche quando il gruppo originale che lo aveva usato per prova, tentò di ritrovarlo e riaverlo con sé.

"Siete forse impazziti?! Se si allontanasse da qui sarebbe in maggior pericolo!" così la pensavo anch'io, come Izuku quando ci avevano detto che Kiri non sarebbe rimasto.

"Ma così è il resto della scuola che rischia. In un'ospedale specializzato avremmo possibilità più alte di scoprire il suo problema." raccontava un professore.

"Non mi prenda in giro, so perfettamente che non è così, glielo si legge in faccia."

"È pericoloso nello stato attuale, pure tenerlo in infermeria correremmo pericoli."

Llitigammo con loro per più di un'ora, ma nulla li convinse, Deku era troppo incazzato per spiegare cosa stesse succedendo a Kiri, quindi decisi di farlo io. Arrivai alla sua stanza, bussai, entrai, e tutto ciò che trovai di lui, fu un biglietto con il suo addio. Dopodiché tutto andò per il verso sbagliato.

...

.... Già, sebrava ieri che quei momenti fossero accaduti. Ed ora davanti a me avevo un ragazzetto molto simile a quel piccolo per aspetto e situazione. Tuttavia i loro occhi erano diversi, ancora ricordavo l'ambra di cui erano fatti quelli di Kiri.

Izuku ritornò un'ora più tardi e mi spiegò che razza di piano si era inventato stavolta, un'idea tanto stupida non poteva che essere una soluzione così ideale, per quante rogne ci avrebbe poi portato. In seguito stabilimmo con gli altri ciò che avremmo poi fatto.

la follia che ci unisce SEQUEL! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora