VII part II

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Sud Corea - 9 aprile 2022 - Seoul

Il gruppo di ragazzi si incamminò per le strade dove erano allestite le bancarelle, chi per mangiare e chi per comprare cose che non avrebbero mai usato in tutta la loro vita.

« Jisoo mi ha scritto quando e dove ci rincontriamo. »
« Dille che ci vediamo direttamente dalla piazza della fontana. »
«Ricevuto. »

« Ragazzi, io vado a prendere una bottiglietta d'acqua alla macchinetta. » annunciò Jay, dirigendosi verso le presunte macchinette.
« Aspetta! Vengo anche io. » lo rincorse Jungwon.
Il più alto si fermò e si voltò verso il ragazzo, che nel frattempo lo aveva raggiunto. Si recarono alle macchinette e infilarono le monetine.
« Maledetta bastarda, mi ha mangiato un euro. »
« Ce l'ho io. » il castano tirò fuori i soldi che la macchinetta aveva gentilmente mangiato e li porse a Jay.
« Grazie. »

Presero la bottiglietta e fecero per tornare dai compagni.
« Poi te li ridò i soldi. »
« No, non li rivoglio. »
« Sì che li rivuoi, non voglio avere ebiti con nessuno. Tanto non mi mancano i soldi. »
« Noioso. »
« Grazie, tesoro. »

Il castano quasi si strozzò con la sua stessa saliva a quel nomignolo.
« Voglio andare in un posto. » annunciò Jay, che nel frattempo aveva bevuto un sorso d'acqua.
« Ti seguo a ruota. » ridacchiò il Jungwon.

Jay lo guidò fino a un negozietto che pareva una pasticceria, in una strada meno allestita dai variopinti fiori delle strade precedenti. Entrarono e un leggero campanellino suonò per avvisare i proprietari dell'ingresso dei clienti, mentre una donna, più o meno sulla quarantina, sbucò da una porticina aperta posta dietro il bancone. Aveva i capelli neri e disordinati, legati con una molletta nella parte alta della testa, gli occhi scuri e profondi le davano un'aria, seppur stanca, molto elegante e il sorriso stampato in faccia le rendeva il viso più luminoso.
« Oh! Buongiorno! Ditemi pure di cosa avete- »

Quella che sembrava la proprietaria, sì impallò a guardarli, o meglio, a guardare Jay. Jungwon non capiva cosa fosse successo, sembrava si conoscessero.

"chi è quella donna? e perché si conoscono? "

« Jeonseong? » la donna si riprese e parlò.

« Si, sono io mamma. »

Ora si spiegavano molte cose.
Jay aveva dipinto sul viso un sorriso a trentadue denti, pareva quasi che stesse per piangere.
Subito la signora si avvicinò a lui quasi correndo, per poi abbracciarlo, e il moro ricambiò immediatamente.

« Quanto tempo è passato dall'ultima volta che sei venuto eh? Tre anni? »
« Cinque mamma, ne sono passati quasi cinque. »

« Accidenti, come passa il tempo! E poi, diamine! Potevi venirmi a trovare in questi cinque anni !» si staccò dall'abbraccio la così detta madre di Jay.

« Lo so, scusa, ma avevo da studiare, e poi papà mi aveva detto di non venire più qui... »

« Oh, capisco... » la signora si rattristò un poco, ma senza mai perdere il sorriso.
« Ah mamma, lui e Jungwon. » Jay sì voltò verso il nominato, che si inchinò e guardò confuso la bruna, che si inchinò a sua volta sorridendo sornione.

« So che sarai confuso, ma lei è la mia vera madre, quella che ora sta con mio padre è la mia matrigna. »

« Ora capisco » sorrise imbarazzato il castano « Comunque io sono un suo amico e compagno di classe momentaneo. »
« Momentaneo? » la signora si stranì.
« Vengo dal Giappone, ho fatto un progetto di scambio culturale nella scuola di Jay, ci siamo conosciuti così. » spiego alla madre del maggiore.
« Capisco, io sono Choi Heejin, appunto la madre di Jeonseong. »
« È un vero piacere. »
« Comunque, mamma, la fai ancora la "Kiss"? »
La donna si avvicinò a Jay e gli stampò un bacio sulla guancia, cosa che replicò anche lui qualche istante dopo.
« E secondo te potevo smettere di farla? » rise Heejin, allontanandosi da loro « Sedetevi dove volete, ve la porto. »
« Vieni, sediamoci là. » Jay prese la mano di Jungwon e lo trascinò a un tavolo in un angolo vicino al bancone.

~Why Not?~ jaywonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora