Sud Corea - 27 novembre 2021 - Busan

Era un lunedì mattina, uno come tanti tranne per un fatto: il test di matematica alla terza ora segnava definitivamente la media della materia nel primo quadrimestre, e diciamocelo, Jay faceva a dir poco schifo in matematica.
Si era sempre impegnato nello studio e nella scuola per i suoi genitori, che volevano un figlio capace e intelligente, a cui avevano già programmato di far ereditare la loro agenzia di famiglia.

Sì, diciamo che non erano messi molto male con i soldi, anzi, quasi per nulla.
I genitori del moro erano a capo di una delle agenzie più famose di Busan, ma anche a livello internazionale.Ovviamente a Jay non dispiaceva avere una famiglia ricca. Tuttavia a volte avrebbe voluto solo scappare in un altra città con una persona da amare e condurre una vita semplice, senza continue scocciature.

Sì sistemò i capelli scuri e scese le scale svogliatamente. Prese il cappotto beige e le chiavi della macchina per poi uscire di casa. Salì in auto e imboccò la strada che portava alla scuola che attualmente frequentava, per poi parcheggiare fuori dall'edificio e scendere.

Mentre stava per varcare la soglia un improvviso peso sulle spalle lo costrinse ad appoggiarsi sulle maniglie dell'entrata del plesso.
« Che cazzo mi salti addosso deficiente. »
« Mi sei mancato anche tu Jeonseong. »
« Non chiamarmi così Sunoo, lo sai che mi infastidisce. »
« Proprio per questo continuerò a chiamarti così. » disse con un sorrisetto malefico il ragazzo dai capelli rosa pastello.

« Hai sentito la novità? Si dice che arriveranno presto i ragazzi del progetto di scambio culturale. »
« Quando hai detto presto non pensavo oggi. » replicò lui indicando un gruppetto di ragazzi allontanarsi dall'ufficio del preside.Erano nove, quattro ragazzi e cinque ragazze, apparentemente.
« Oh beh, non lo pensavo manco io. »
« Non importa dobbiamo andare a lez- » neanche il tempo di finire la frase che la ragazza si stava già avvicinando ai ragazzi.
« Hiiiii! Were are you from? » disse rivolgendosi al gruppo.

« We are from Japan. » a parlare fu una ragazza bionda ossigenata con due occhi neri e profondi. Era magra e discretamente alta, circa sul metro e settanta e aveva un giaccone lungo in mano, segno che in Giappone ci fosse una temperatura più bassa rispetto a Busan.
Le dava l'aria da zoccola. Per non parlare del fatto che sapeva l'inglese al livello di una nonna analfabeta del diciannovesimo secolo.

« So you can't speak korean right? » continuò Sunoo.
« Io so parlarlo. » a pronunciare quelle parole fu una voce angelica, armoniosa. Un ragazzo, capelli castano scuro e due occhi colore miele, alto qualche centimetro meno di Jay e magro, ma non troppo: da sotto le maniche corte della t-shirt si intravedevano due bicipiti evidenti che fecero capire che non fosse messo molto male a muscoli.

"wow" pensò il moro "sì ma sono più bello io".

« Ho studiato il coreano per tre anni alle medie e poi mia madre è di Seoul. » continuò il ragazzo dagli occhi miele.
« Oh beh menomale haha, pensavo avrei dovuto parlare tutto il tempo in inglese e a dire il vero faccio un po' schifo. »
« Smettila di rompere le palle Sunoo. »
« Che rompi scatole che sei. » rispose il minore.
« Disse il campione mond-v» il moro venne interrotto.
« Abbiamo finito o avete intenzione di continuare ancora per molto? » una voce tuonò dall'altra parte del corridoio.
« Signor preside buongiorno! »
« Signorino Kim, facendo così non si salverà dalla mia punizione. » rispose il preside Woo con la sua solita faccia spenta.

« E ora » continuò l'uomo ormai calvo rivolto ai due ragazzi « Nessuno vi vieterà di far fare un giro della scuola ai nostri carissimi ospiti. » concluse con un sorrisetto compiaciuto.

"sto pelato"

« Bene, detto questo scappo, ho del lavoro da fare. » e si dileguò.I due si guardarono e poi si rivolsero verso il gruppetto di ragazzi, che a loro volta li guardarono confusi, eccetto il ragazzo con gli occhi miele, che li guardava sghignazzando.

« Che hai da guardare tu. » il moro si avvicinò con fare minaccioso al ragazzo.
« Nulla. »
« A me non sembra. » continuò avvicinandosi sempre di più. L'altro ragazzo stava immobile, a fissarlo negli occhi con un'espressione divertita, che Jay trovò stranamente attraente. Senza accorgersene si ritrovarono a pochi centimetri uno dalla faccia dell'altro.

« Ok ora basta così. » intervenne Sunoo.
A distoglierli dal loro gioco di sguardi fu la ragazza bionda di prima con un colpo di tosse.
« Emm exuse me, weren't we supposed to see the school? » disse con voce infastidita.
« Andiamo. » rispose Jay alla bionda.
« Aspettate un attimo, prima presentiamoci, no? » propose il rosa al gruppo « I'm Sunoo, and he's my best friend Jay. »

« I'm Jinsoul and i'm the president of the students. » si presentò la bionda con tono languido e lo sguardo rivolto verso verso Jay, il quale non le diede attenzione. Fece un passo avanti una ragazza bruna, seguita da altre due ragazze, anch'esse more con gli occhi scuri.
« I'm Silvia and i'm from Italy, and these three are Yeji, Jisoo and Hyuna. » disse la ragazza bruna presentando sia lei che le altre ragazze.

« Io sono Jungwon, e loro sono Ni-ki, Jake e Sunghoon. » finalmente si ragazzo con gli occhi miele si presentò, grazie al cielo in coreano.
« Perfect , so, can we go now? » chiese Sunoo a Jay come per chiedere il permesso di andare.
« Sì, muoviamoci. » approvò lui.

Fecero il giro senza troppi intoppi, tranne che Jinsoul continuava a provarci con Jay senza sosta, cosa che non fece per niente piacere al gruppo giapponese.
« Deve sempre farsi notare. » disse quel Jungwon rivolto a Sunoo « Già, me ne sono accorto. » ribattè il ragazzo.Il giro finalmente finì appena arrivarono sul tetto dell'edificio, che solitamente era riservato agli studenti solitari che volevano consumare il pranzo da soli. Era un posto davvero carino e emanava vibes di primavera, con quel prato verde e quelle panchine di legno sembrava davvero tranquillo.
Appena arrivati Jinsoul prese a parlare con le altre ragazze in giapponese e ovviamente i due coreani non capirono una mazza di quello che stessero dicendo.

« Stanno parlando di te » ad intervenire fu Jungwon rivolgendosi a Jay « E di quanto tu sia affascinante. »

Dopo questa affermazione i due non si sorpresero più di tanto, dato che Jay era comunemente soprannominato "il rubacuori", ma a sorprenderli fu la frase che il ragazzo pronunciò dopo:

« Chi dice che abbia torto. »

I due coreani si voltarono a guardarlo di scatto con occhi spalancati.
« Che c'è? Stavo scherzando! » disse il ragazzo per distoglierli dal loro stato di trans.

Sunoo sorrise, prima di accorgersi che il suo migliore amico avesse preso a camminare per tornare ai piani di sotto, così lo rincorse e andarono ognuno nelle proprie classi, seguiti a pochi metri dai ragazzi giapponesi, per eseguire il tanto odiato test di matematica.


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~Why Not?~ jaywonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora