[Akaashi]
La mattina seguente mi svegliai alle 10:00 per via della sveglia. Non mi è mai piaciuto perdere tempo dormendo, la mattina preferisco fare cose produttive come studiare o leggere. Così, anche se con un po' di malavoglia, mi alzai dal letto e mi andai a lavare; dopodiché mi vestii e andai a fare colazione. I miei genitori la mattina non li vedevo mai, andavano via presto per colpa del lavoro, le uniche volte in cui li incontravo, era quando mi svegliavo alle prime luci dell'alba per ripassare gli argomenti degli esami di fine anno.
Una volta finito di fare colazione, presi il libro che avevo cominciato e lo continuai fino all'ora di pranzo, dove fui costretto ad interromperne la lettura per prepararmi da mangiare. E mentre prendevo la pentola mi arrivò una chiamata da parte di mia madre.

<<Ciao Keiji, hai mangiato?>>
<<Ciao Mamma, stavo preparando adesso. Tu hai mangiato?>>
<<Non ho tempo per ora, tu tranquillo. Verso che ora esci?>>
<<Esco?>>
<<Si, con il ragazzo di cui mi hai parlato ieri, Bokuto Koutaro>>
<<Come sai il nome?>>
<<Ho visto i tuoi seguiti su Instagram, è raro vedere quel numero aumentare>>
<<Non esco affatto, e comunque non stalkerarmi>>
<<Ss non esci ti metto in punizione. Un bacio e a dopo>>

E così concludemmo la chiamata.
Poco dopo feci la pasta e la mangiai ormai di controvoglia. Odiavo uscire, e adesso mi ritrovavo a farlo, e per di più con un tipo che mi importunava davanti alla tomba di mia nonna. Se questo tipo dovesse anche solo provare a torcermi un capello, giuro di spedirlo in un'altra galassia.

Bokuto Koutaro:
"Potevi almeno darmi il buongiorno!"

"Mh? E perché mai avrei dovuto?"

"Perché io ti ho dato la buonanotte"

"E cosa c'entra?"

"Nulla, semplicemente mi avrebbe fatto piacere svegliarmi con un tuo messaggio"

"Ma ci siamo conosciuti letteralmente ieri. Come fa ad importarti così tanto?"

"Vabbè come vuoi. Comunque oggi ci sei, giusto?"

"Forse"

E dopodiché posai il telefono per ricominciare a leggere il libro.

Lo finii quello stesso pomeriggio verso le 15:30, era un libro corto, aveva giusto 430 pagine quindi ci misi veramente poco a finirlo.
E per mia sfortuna, quel pomeriggio mi ritrovai a non sapere più che fare. Avevo detto a Bokuto-San che forse sarei uscito, ma sapevo perfettamente che se non l'avessi fatto avrei finito per litigare con mia madre, così decisi di scrivergli.

"Hai detto alle 17:00, vero?"

"ALLORA VIENI!"

"Sgarra di un minuto e me ne vado."

Dopo aver scambiato quei pochi messaggi decisi di chiamare mia madre per informarla.

<<Oh tesoro, dimmi>>
<<Alle 17:00>>
<<Vedi di fare tardi>>
[...]

Il tempo passò in fretta e l'orario stabilito si avvicinava sempre di più.
Il parco distava si e no quindici minuti a piedi da casa mia, erano le 16:50 e io ero quasi arrivato. Nonostante non volessi affatto uscire, il mio voler arrivare sempre in anticipo restava intatto, così alle 16:55 ero già giunto lì, e con mio grande stupore, anche Bokuto-San.
<<Oh sei qui!>> esclamò non appena mi vide, e io annuii piano.
<<Da quanto tempo aspetti?>> gli chiesi, e lui mi sorrise.
<<Non da molto tranquillo! Sono qui solo dalle 16:20>> nel suo tono non c'era la minima traccia di ironia o sarcasmo, così lo squadrai.
<<Sei sul serio arrivato 40 minuti in anticipo? E perché mai?>> domandai ancora più incuriosito.
<<Perché avevo paura di fare tardi>> disse, e io rimasi stupito.
<<Beh, se avessi ritardato non sarei andato via veramente. Poi ovviamente se mi avessi fatto aspettare due ore si>> gli risposi io, come se fosse scontato.
<<Ah, sul serio? Però sul messaggio->>
<<Secondo te se, se avessi fatto un minuto di ritardo me ne sarei seriamente andato? Sono freddo, non stupido.>> al suono di quelle parole Bokuto-San sorrise, e io lo guardai con la coda dell'occhio.
<<Allora bene! Dove vuoi andare?>> mi chiese.
<<Mi va bene ovunque, scegli pure tu visto che mi aspetti da quasi un'ora>> risposi io, e lui annuì.
<<Bene, allora seguimi>> e dopodiché iniziò a camminare.
Durante i primi minuti ci fu il silenzio più assoluto, ma dopo un po' Bokuto-San si sciolse e cominciò a parlare a macchinetta.

<<Sai Akaashi ogni introverso ha bisogno di un estroverso e viceversa!>> quella frase rimbombò pesantemente nella mia mente, e tutta una serie di brutti ricordi cominciò a riaffiorare nella mie mente.
<<Ehy Akaashi perché ti sei fermato? Tutto bene?>> mi chiese Bokuto-San, ma dopo le parole precedentemente detto non connettevo più. Il mio sguardo si pietrificò e il mio tono di voce diventò freddo e apatico.
<<Bokuto-San, non voglio mai più vederti in vita mia.>> dissi, e dopodiché girai e cominciai a tornare a casa.

In realtà quelle parole non le pensavo veramente, con lui in quel poco arco di tempo non mi ero sentito a disagio, la leggerezza con cui parlava mi sollevava il cuore, ma quelle parole mi uscirono come autodifesa. E dopo delle parole del genere, nessuno vuole avere più niente a che fare con te.






Ciao a tutti!💖
Spero che il capitolo vi sia piaciuto💞
Scusate eventuali errori di battitura💘

[𝐁𝐨𝐤𝐮𝐀𝐤𝐚]🦉𝚝𝚑𝚎 𝚘𝚙𝚙𝚘𝚜𝚒𝚝𝚎𝚜🎐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora