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L'arrivo a scuola si svolse in maniera estremamente noiosa, ogni anno il primo giorno era sempre uguale, l'unico divertimento che provavo era una sfida che io, Lucretia Black e Abraxas Malfoy facevamo ogni anno, provavamo ad indovinare in quale casa sarebbero finiti i bambini del primo anno, non lo avrei mai ammesso ad alta voce ma il migliore in questo gioco era Malfoy.
Le lezioni si svolgevano monotone, almeno per me, i miei genitori mi avevano affiancato diversi professori durante l'estate che avevano il compito di portarmi avanti con il programma in modo da farmi primeggiare durante quell'anno, come tutti gli altri. Ero senza ombra di dubbio la studentessa migliore dell'intera scuola in tutti gli anni che avevo trascorso lì e quell'anno non poteva andare diversamente, mio padre sostenesse che lo facevano solamente per garantirmi il miglior futuro possibile d'altro canto mia madre non aveva nessuna esitazione nel mostrare quanto lo facesse per la facciata della famiglia. Le lussuose feste che faceva ogni estate e per ogni festa le passava a vantarsi; di qualsiasi cosa, della casa, del lavoro di mio padre, dei miei voti a scuola e la delusione che aveva avuto nel sapere che non ero diventata Prefetto non le era ancora del tutto passata. L'unico studente che mi superava era proprio Tom Riddle.
Entrai nella classe di pozioni con il fiatone ed i libri ancora in mano mentre tutta la classe si era voltata a fissarmi e le mie guance erano rosse dalla vergogna, era la prima volta in sei anni che facevo ritardo.
«Signorina Burke, inutile farle notare del suo ritardo, penso lo sappia già. Non le toglierò nessun punto solo perché è la prima volta che accade — e mi auguro l'ultima. Non sarò così clemente la prossima volta. Ora prenda posto, prego.» — Camminai per tutta la classe notando che l'unico posto libero era quello accanto a Riddle, cosa abbastanza strana dato che aveva sempre con sé il suo gruppo di amici che erano però seduti dietro di lui.
Non lo salutai e lui non salutò me, ci limitammo ad ascoltare il professor Lumacorno che spiegava nei minimi dettagli le pozioni imperdonabili, argomento che mi affascinava molto ed anche il mio compagno di banco era della stessa linea di pensiero vedendo quanto fosse preso dalla lezione.

«Questo è tutto ragazzi, dovrete fare una ricerca approfondita su questo argomento ma andrà fatta a coppie, che elencherò.» — Mentre elencava i vari nomi iniziai a sistemare le mie cose. «Walburga Black e Abraxas Malfoy, Lucretia Black e Corban Yaxley, Alexander Avery e Nicholas Lestrange ed infine Tom Riddle e Nerissa Burke, questo è tutto, buona giornata ragazzi.»
Alcuni compagni erano felici del loro compagno ma molti di più erano scocciati, non avevo visto le facce di Abraxas e Lucretia ma sapevo che non erano contenti, soprattutto il primo, non ebbi il tempo di vederli soprattutto perché il professor Lumacorno aveva fermato me ed il Prefetto per parlare.
«La scelta di affiancarvi non è stata casuale ragazzi miei... entrambi fate parte del Lumaclub e so che va contro l'etica dire una cosa simile ma siete i miei due studenti preferiti di sempre, vedo non solo grandi potenzialità in voi ma anche la giusta dose di somiglianze e diversità, sono sicuro che farete un lavoro eccezionale. Non sorprendetevi quindi se vi affiancherò anche in altri progetti.» — Aveva il sorriso stampato sulla faccia, lo avevo immaginato cosa lo avesse spinto e che non fosse una scelta casuale, conoscevo il professore da quando ero molto piccola, i miei genitori — ma soprattutto mio padre — erano molto legati a lui e non era raro vederlo comparire in casa nostra durante le vacanze, era uno dei pochi uomini che poteva dar consigli a mio padre e sembrava prendere per legge ciò che gli suggeriva. Non sapevo cosa spingesse mio padre ad avere una così grande opinione di lui, era senza dubbio un ottimo professore e sapeva come lusingare il prossimo ma ai miei occhi era solo un'arrampicatore sociale, il modo in cui cercava di scorgere nelle giovani menti i prossimi personaggi di rilevanza era disgustoso per me, era palese lo facesse solo per vantarsene.
«Non la deluderemo.»
«Oh caro ragazzo, ne sono certo. Sono anche certo che non solo non mi deluderete, ma mi sorprenderete. Spero possiate creare un'amicizia o chissà...» — Non riuscii a trattenere una smorfia alle sue parole, lo salutammo quando ci congedò.
Camminammo assieme lungo i corridoi della scuola per la prossima lezione il silenzio venne rotto, con mia incredulità, dal Serpeverde.
«Stavo pensando alle parole di Lumacorno, ed ha ragione...» — Si affrettò a parlare alla mia occhiataccia «riguardo al fatto che siamo i due migliori studenti, ed allora mi domando: perché non sei anche tu Prefetto come me?» tirai un sospiro di sollievo nel sentire la sua domanda, avevo capito male.
«Non l'ho accettato, semplice.»
«Non vorrei risultare invadente o crearti ulteriori confusioni, ma perché non accettarlo? Potrebbe aprirti molte porte in futuro, non è cosa da poco ed è comunque un vanto.» — Trattenni dal ridere nel ricordarmi la scena in treno, sostenendo quanto fossi sfacciata.
«Non sono affari tuoi, Riddle. Non farmi troppe domande, sono solo una sconosciuta.» — Notai la sua mascella serrarsi con un movimento ben evidente, la mia risposta non sembrava essere gradita, riuscii ad entrare in classe prima che potesse muoversi verso di me.

Dopo quell'episodio la giornata e le lezioni si svolsero in maniera tranquilla, nessuna ulteriore chiacchierata con il Prefetto che non avrei gradito. Dopo cena come di consuetudine rimasi nella Sala Comune assieme ai miei amici, Lucretia ci stava pazientemente guardando mentre io ed Abraxas giocavamo a scacchi.
«Io vado a dormire, sono davvero stanca. Non svegliarmi quando torni nel dormitorio, Nene! Buonanotte ad entrambi.» — Scomparì verso i dormitori femminili sbadigliando, sembrava essere fatta di sangue e sonno.
«Il tempo che passa a dormire mi spaventa. E nonostante sia la prima ad andare a dormire in tutta la casa Serpeverde, battendo anche bambini di undici anni, è sempre un dramma farla alzare la mattina.» — Scossi la testa ridacchiando.
«Scacco!» — Malfoy si alzò in piedi di scatto, pavoneggiandosi per la sua vittoria. «Dovresti concentrarti di più sul gioco piuttosto che sulle ore di sonno della Black!»
«Non darti arie Malfoy, sono due anni che non vincevi contro di me.» — Misi a posto gli scacchi mentre ascoltavo le scuse ed ulteriori esulti da parte del mio amico, tornai a sedermi questa volta ancor più vicino a lui.
«Devo parlarti di una cosa, non dirmi che sono paranoica, lo so già.»
«Sono felice nel sentirti ammettere questo, se è un'altra delle tue cavolate sappi che ti lascerò qua da sola.» — Si avvicinò di più a me per ascoltarmi, segno che era comunque curioso.
«Hai presente il nostro Prefetto, no?»
«Riddle? Tom Riddle? Sì, chi non lo ha presente?» — Gli diedi qualche colpo al braccio e lo vidi indietreggiare lamentandosi. «Che c'è? Che ho detto?»
«Non fare nomi! Ti faccio presente che siamo nel bel mezzo della Sala Comune!» — sbuffò lamentandosi, scelsi d'ignorarlo. «Ad ogni modo, il giorno del rientro a scuola durante la corsa è venuto nel mio vagone...» — presi a raccontargli tutto, soffermandomi soprattutto sulle sue domande che si facevano sempre più presenti. «Quindi, cosa ne pensi? So che forse sono solo paranoie, ma non è conosciuto come il ragazzo più loquace della scuola, non mi sarei fatta domande se al posto suo ci fosse stato Potter, ma Riddle...»
«Perché tu puoi dire il suo nome ed io no?» — Incrociò le braccia al petto.
«Si dia il caso che io stavo parlando a bassa voce, e tu in tutto il discorso ti sei concentrato solo su questo? Davvero Malfoy?»
«Non stavi parlando a bassa voce! E mi focalizzerò su tutto il resto del discorso quando ti scuserai.» — Roteai gli occhi scusandomi con lui, sapevo che non sarei riuscita ad ottenere ciò che volevo.
«Comunque concordo, voglio dire, lui è sempre circondato dalle solite persone, è raro vederlo con altri e quando accade comunque è sempre per cause di forza maggiore. Innanzi tutto non andare in ansia, magari l'hai solo incuriosito con quelle conversazione in treno, magari sono solo coincidenze, voglio dire...»
«Il fatto che Lumacorno ci abbia messo assieme senza dubbio lo è, ed anche che per colpa del professore ci siamo ritrovati nella nostra ultima conversazione, ma perché interessarsi così? E non in modo carino, perché le nostre conversazioni non lo sono.»
«Forse si è solo incuriosito quando ha sentito che sei la nipote del proprietario di Magie Sinister.» — Si mise più comodo nella sedia mentre annuivo alla sua congettura, probabilmente aveva ragione.
«Sto esagerando io, sono stati solo casi ed il fatto che mi abbia posto qualche domanda è normale viste le circostanze.» — Sbuffai nell'ammetterlo. «Ma c'è qualcosa che non mi convince in quel ragazzo, mi da una strana sensazione.»
«La da a tutti, credo. Ora però andiamo a dormire, per quanto sia interessante fare congetture su Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ho piuttosto sonno.» — Si alzò ed io risi per quel soprannome che gli aveva affibbiato.
«Malfoy, sei serio?» — Mi alzai dopo di lui guardandolo divertita.
«Sei tu che non vuoi che si pronunci il suo nome, io improvviso!»
«Scegline uno più corto allora, tipo Tu-Sai-Chi.»
«Più facile ma il mio è più simpatico. Non farti paranoie Burke, vedrai che fra qualche giorno non vi parlerete nemmeno più. Buonanotte.»

𝐍𝐮𝐩𝐭ĭ𝐚𝐞 › 𝐓𝐨𝐦 𝐑𝐢𝐝𝐝𝐥𝐞. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora