"Mamma mia, che caldo!" esclamarono tutti insieme quando furono vicini al sole.
Il Sole dietro una nuvola giocava con i pianeti e le stelle. Una stella s'innamorò del Sole. Voleva fuggire con lui ma egli le diede l'ultimo bacio e
con un sorriso la salutò dicendole: "Devo riscaldare la Terra. Addio, dolce Stella, ti guarderò da lontano".
Si asciugò una piccola lacrima che gli rigo' il volto e si girò dall'altra parte.
Tutta la comitiva proseguì con lo sguardo verso il mare.
"Guardate il mare che gioca con le onde mentre i granchi scappano sugli scogli!" strimpellarono Giulio e Mattia.
"Desideravano tanto farci una nuotata, giocare con i delfini e i granchi. Oh, come sarebbe stato bello lanciare la palla ai delfini!"
"Si!" si accordarono gli altri.
"Uffa! Dobbiamo ritornare nelle nostre tane" brontolarono gli animali dispiaciuti.
"E noi nella nostra casa... " aggiunsero i bambini malinconici.
Ed infine la talpa: "È vero, adesso mi tocca chiudere la porta ed aprirla a Primavera. Dovrò stare a lume di candela. Che noia!"
La giostra rallentò e i cavalli di legno barcollarono. Gli animali rotolarono nello Spazio e la giostra con le sue lunghe braccia li recuperò.
Loto si fermò. Era notte quando giunsero sulla Terra ma Loto con i suoi colori illuminò le tane degli animali.
Ognuno si recò a malincuore nella propria casetta.
Anche Giulio e Mattia ritornarono a casa, con la Fata Celestina sopra la scopa magica. La loro casa era distante dal bosco, abitavano in un
paesino molto carino. Nei pressi, c'era una profonda grotta con una grande bocca.
Celestina narrò alla famiglia Rompicapo la grande avventura dei suoi figlioletti: "Giulio e Mattia si erano addentrati nella grotta per
conoscere il Mago. Se lo sono trovati di fronte. Con le sue ali grandi lui li ha trasportati nel bosco, li ha legati all'albero ed è andato a farsi un
sonnellino. È un Mago buono ma d'aspetto è davvero brutto!"
Proseguì Celestina: "Dopo aver fatto il suo sonnellino quotidiano, il Mago nella sua grotta si è messo a preparare dei dolci per Giulio e Mattia.
Pensava di liberarli ma prima dovevano vincere una prova: quella di lanciarsi dall'albero più alto".
La grotta del Mago era graziosa, c'era un bel focolare, il pavimento era di paglia, in un cantuccio c'erano tanti cassettoni ricolmi di granturco,
farina, ed un bidone pieno di latte appena munto dalle pasciute mucche. Le galline coccodè guardavano il Mago che preparava i dolcetti con
le loro uova. La tavola era imbandita di dolci e buon latte. Qua e là c'erano sparsi dei candelabri per illuminare la grotta.