Appena mi assicurai che stesse dormendo mi alzai dal letto e le detti un bacio sulla fronte, cercai la maglietta che avevo buttato da qualche parte e presi le chiavi. Le lasciai un bigliettino, com'era nostro solito fare, e chiusi la porta dietro di me cercando di non fare troppo rumore. Dentro casa si moriva di caldo, fuori però tirava un vento freddo che mi incoraggiò ad alzare il passo. Le strade erano sempre buie e vuote, ogni tanto passava qualche balordo oppure i soliti vecchietti. Iscore non era una di quelle città grandi che rimanevano vive fino a tarda notte. Infatti il paese consisteva in una farmacia (quasi sempre chiusa), il campo rosso, un negozio di alimentari, un bar e 4-5 palazzi dove abitavano prevalentemente persone anziane che la sera si mettevano sul balcone per "prendere un po' d'aria fresca". Appena arrivato a casa misi le chiavi al posto, mi cambiai e mi sdraiai sul letto. Presi il telefono in mano e andai sul sito dell'orchestra della Magna Grecia, ma purtroppo, non erano ancora uscite le date delle audizioni.
STAI LEGGENDO
Il mare non ha orizzonti
General FictionMatteo è un ragazzo che per colazione, pranzo e cena mangia pane e musica, gli basta un clarinetto per divertirsi e dedica tutto se stesso a questo. Con il passare degli anni si fa sempre più forte il desiderio di ritagliarsi un posto in questo mond...