Le ammissioni

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Un paio d'ore dopo l'inizio delle audizioni un uomo sulla cinquantina con una camicetta verde e i capelli brizzolati uscì dall'aula. Quel giorno indossavo un pantalone blu e una camicia bianca con le rifiniture blu, l'avevo comprata in un negozio non molto lontano dal conservatorio prima del saggio di fine anno. Nelle occasioni molto tese come questa, per non farmi soffocare dall'ansia, ero solito chiudere gli occhi e fare dei respiri profondi, non risolveva tutti i problemi, ma era comunque un metodo efficace per contrastare l'ansia.

<< Vertelli? >> disse una donna sulla cinquantina che era appena uscita

<<Si sono io, arrivo>>

Appena entrai mi presentai e detti tutta la documentazione necessaria. Appoggiai la custodia del clarinetto a terra e mi sistemai. I maestri in commissione erano seduti in modo composto, guardarono con attenzione il mio programma e successivamente mi dissero di iniziare da un brano a piacere, anche se il posto centrale della commissione era vuoto. Dopo aver chiuso gli occhi e fatto un respiro profondo, inizia a suonare. L'audizione andò liscia come l'olio, dopo una mezzoretta uscii sorridente carico di adrenalina che pian piano fluiva via. In cuor mio mi sentivo che era andata bene ma dovevo comunque aspettare i risultati. Appena fuori dalla sede trovai Chiara che mi aspettava, mi abbracciò e mi dette un bacio sulla guancia.





Quella sera decidemmo di mangiare sul mare, alle spalle della casa di Chiara c'era una spiaggia abbandonata in condizioni accettabili. Purtroppo dalle parti di Iscore, come penso nella maggior parte delle città italiane, non si poteva stare sul mare perché le spiagge erano sporche di bottiglie di birra e quant'altro. Quella spiaggia invece era diversa, non era eccessivamente sporca ed era uno dei pochi posti in cui si poteva passare una serata in completa tranquillità, d'altronde eravamo in pochi a sapere della sua esistenza. In più io e Chiara eravamo molto affezionati a quel posto perché una delle prime volte che iniziammo a frequentarci la scoprimmo per caso e da quel momento diventò una tappa fissa delle nostre serate.


<<Beh? Quindi? non racconti nulla? Hai suonato bene? hai avuto tanta ansia?>> chiese Chiara incuriosita mentre prendeva fra le mani un pezzo di pizza rigorosamente con rucola e grana.

<<Diciamo che sono riuscito a gestire l'ansia, a differenza del saggio di chitarra>> dissi ridendo anche se Chiara, guardandomi negli occhi, riuscì a scorgere un pizzico di amarezza per l'ultimo saggio di violino.

<<Beh beh, mi raccomando non farmi fare brutte figure con mio zio eh, anche perché io sono fiera di te, anche se non te lo dico spesso>>

<<Beh c'è sempre tempo per iniziare a farlo eh>> dissi divertito.

Il mare era un po' mosso, tirava un vento leggero ma non era molto freddo.

Quella sera dormimmo a casa di Chiara, i suoi genitori spesso erano fuori per diversi giorni per lavoro e lei anche se non lo diceva, era felice quando restavo da lei. Nonostante le discussioni, le sfuriate e le linee di pensiero differenti, l'assenza della famiglia, faceva rumore.

Quella mattina dalle tapparelle entrava solo un filo di luce, se non fosse per l'orario non l'avrei mai detto che fosse così tardi.

Dalla cucina arrivava un profumo di caffè e le risate di Chiara che era al telefono con sua mamma.

Aveva apparecchiato la tavola con tanto di caraffa del latte caldo e caffè. Appena mi vide in cucina appoggiò la caffettiera sul tavolo e venne ad abbracciarmi. Aveva il suo solito chignon (di miglior fattura rispetto a quello dell'altro giorno) e si divertì a sfottermi dato che mi ero alzato all'ora di pranzo. Finì di parlare al telefono con sua mamma e facemmo colazione, anche se avremmo dovuto pranzare.

<<Hai controllato i risultati delle ammissioni all'orchestra della Magna Grecia?>>

<<Non penso che siano uscite, ma non posso nemmeno controllare dato che non ho le credenziali con me, dovrei passare da casa>>

<<Mangiamo e poi andiamo a casa tua a controllare, ti va?>>

<<Okay, ti vedo molto determinata nel voler controllarei risultati di queste audizioni>>

<<Ehh caro io so cose che tu non sai>> disse scherzando anche se nel suo sguardo percepii un po' di malizia

<<Ah beh sisi certo, tipo come bruciare il caffè dato che sono cinque minuti buoni che è pronto e devi ancora levarlo dai fornelli>>

Chiara tolse il caffè dai fornelli e lo mise nei bicchieri, preparammo il pranzo e andammo a casa mia. Le strade erano piuttosto deserte perché Iscore diventava attiva principalmente dopo le sei, e devo dire che era una delle poche cose che apprezzavo di quel paese.

Arrivati a casa accesi il computer e andai a cambiarmi, i miei genitori non c'erano. Se c'era una cosa che avevamo in comune io e Chiara era che i nostri genitori erano sempre fuori per lavoro. Andavano da una città all'altra come le sfere di un flipper, oggi si trovavano in un posto e domani dall'altra parte dell'Italia. Quando ero più piccolo non riuscivo a mandarla giù questa cosa, poi però ci fai l'abitudine, prima o poi ci si abitua a tutto.

Anche se il computer era sempre un po' lento per avviarsi riuscimmo ad andare sul sito dell'orchestra della Magna Grecia. Cliccammo sulla voce audizioni e scaricammo il file relativo agli esiti, proprio come pensava Chiara, gli esiti erano già usciti. Lo aprimmo e cercammo la pagina relativa ai clarinetti, evidenziammo i cognomi e cercammo la lettera V.

Sabatini...

Guerra...

Vertelli...Ammesso

Il mare non ha orizzontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora