Una questione di vita o di morte

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Le giornate piano piano si omologarono sempre di più, era un continuo studio fra violino e scuola, con Chiara sempre più distaccata e i primi saggi d'orchestra che si avvicinavano. Tra le tante cose però, iniziai a vedere la luce in fondo al tunnel. Una sera infatti, io e Chiara decidemmo di andare a mangiare il sushi in un ristorante in centro. Io e lei siamo sempre stati degli amanti del sushi, la semplice idea di poter mangiare fino allo sfinimento le prelibatezze della cucina giapponese ci faceva venire l'acquolina in bocca, per non parlare della salsa agrodolce ai peperoni, un capolavoro della natura.

Quella sera avevamo appuntamento alle 19.00 davanti a scuola, Chiara si presentò con degli stivali alti e un vestitino corto, da sopra aveva un giubbotto bianco che la copriva completamente.

<<Ma come siamo eleganti oggi>> le dissi ridendo

<<Beh dopo ho un appuntamento con un altro ragazzo e devo fare bella figura>>

<<si si immagino, che simpaticona>>

L'aria fuori era abbastanza umida, e se non fosse per il lieve venticello freddo, si stava veramente bene.

Chiaramente scegliemmo l'opzione "all you can eat", a discapito della qualità, nei posti giusti, si riesce comunque a mangiare bene. Per le prime portate, ci concentrammo soprattutto sul sashimi e sulle "novità della casa", spesso introducevano nuovi piatti e quando si trattava di sperimentare cose nuove, io e Chiara eravamo sempre in prima fila. Dopo un'oretta passata letteralmente a ingozzarci, iniziammo a dare i primi segni di sfinimento. Il sushi però, è una questione di vita o di morte e noi, eravamo disposti a tutto pur di vincere. Chiara iniziò a nascondere il sushi nella borsa, a rischio di imbrattarla di salsa di soia e pesce crudo. Io invece lo nascosi nei posti più disparati: nella salsa di soia, fra un piatto e l'altro, qualsiasi posto diventava buono per nasconderci dentro un po' di riso.

Dopo aver svuotato tutti i piatti, soddisfatti di aver portato a termine la nostra missione, ci alzammo ancora storditi per tutto il sushi ingerito per dirigerci verso la cassa per pagare. Dopo questa estenuante battaglia, ci sentivamo come due palle da biliardo, eravamo pieni fino al collo e per un po' di tempo, la parola sushi non avremmo voluto nemmeno sentirla nominare.

Con il cuor leggero perché anche questa volta avevamo vinto e lo stomaco decisamente appesantito per tutto il cibo ingerito, arrivammo al parco della musica. Non molto lontano dal ristorante infatti c'era un parco pieno di giostre, bambini e fontane con le quali avevano fatto molte coreografie che univano la coordinazione delle correnti d'acqua alla musica. Appena trovammo la prima panchina libera, non ci pensammo due volte a fiondarci sopra. Anche se la luna ormai era fissa in cielo, l'aria era calda.

<<Oggi ho parlato con Tommaso, sai?>> disse Chiara con tono cupo

<<Beh e che ti ha detto?>>

<<Che il giorno del saggio d'orchestra sarebbe voluto venire a trovarci con Federica, prima di iniziare la nuova sessione sarebbero voluti venire a trovarci.>>

<<Ah beh, sarebbe stato bello se ci fossero stati anche loro>>

<<Si si, solo che Federica è fidanzata quindi non ti pensa proprio violinista>>

<<Si ma non vuol dire niente, pure noi siamo fidanzati ma mica sono gelose le altre>>

<<Ah beh va bene, allora vai al sushi con le altre la prossima volta invece di farmi sporcare la borsa di sushi>>

<<Amore, ma come siamo permalosette eh>> dissi divertito prima di darle un bacio.

Il mare non ha orizzontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora