8. È semplicemente perfetto

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La sveglia suona, svegliandomi più nervosa del solito.
Apro gli occhi e sbadiglio stiracchiandomi e sedendomi.
Mi rifaccio la coda e mi torna in mente quanto accaduto ieri sera.

Prendo il telefono e Louis non mi ha risposto.
"Ti fai troppi complessi mentali Zoey, prova a pensare che magari non ha visto il messaggio, o semplicemente non l'ha ricevuto" penso camminando avanti e indietro in camera.

"Ti fai troppi problemi Zoey" scuoto la testa e scendo in cucina per fare colazione.
"Buongiorno" sorride la mamma.
"Ciao" dico con un piccolo sorriso sulle labbra.
Mi verso un po di caffè in una tazza e lo bevo stando con i gomiti appoggiati al davanzale della finestra.

Finisco di bere in silenzio il mio caffè e salgo in camera, prendo un paio di jeans neri strappati e una camicia a quadrettoni rossi.

Mi lavo, mi vesto, mi metto un po' di eyeliner e di mascara e mi infilo le mie All Star bianche.
Mi metto una giacca di pelle, prendo la borsa, il telefono, le cuffie e scendo in salotto.
"Mamma allora mi accompagni?" Chiedo mettendomi davanti alla porta.
"No, non riesco. Zayn ha la febbre e non ho fatto in tempo a prepararmi, scusami" dice con tono dispiaciuto.
"Ha la febbre?" Corro su per le scale e vado in camera sua.
"Zayn" sussurro entrando e avvicinandomi al letto.
"Ehi" sussurra tenendo gli occhi chiusi.
"Mi dispiace che tu abbia la febbre" dico rattristata sedendomi accanto a lui accarezzandogli la guancia.
Fa un lieve sorriso e alza le spalle.
"Capita a tutti" ridacchia tossendo.
"Vado a scuola, ci vediamo dopo" gli do un bacio sulla fronte ed esco dalla stanza, scendo le scale e arrivo davanti alla porta.
"Beh ci vediamo oggi" sorrido salutando la mamma.
"Ciao tesoro" mi saluta ed esco di casa. Bene, ora non so neanche dove debba andare.

Cammino fino in fondo alla via e vedo la fermata di un autobus.
Controllo il percorso che fa e noto che passa proprio davanti alla scuola. Direi che sia perfetto.

Qualche minuto dopo arriva, salgo in mezzo alla calca di gente che mi comprime e cinque fermate più tardi arrivo a scuola.

Sistemo la borsa sulla spalla e cammino verso il cancello, lo supero ed arrivo nel grande giardino sempre pieno di gente.
Cammino velocemente verso l'entrata dell'edificio ma mi accorgo di sentire qualcuno che mi chiama.
Mi giro e Valery mi sta rincorrendo.

"Hei" dico togliendomi una cuffietta dall'orecchio.
"Ciao Zoey" dice lei con il fiatone.
"Tutto okay?" Chiedo togliendomi anche l'altra cuffietta e arrotolandole intorno al telefono.
"S-si si" dice con il fiatone.
"Ho sentito che tuo fratello si è sentito male, e..beh, volevo chiederti come stava" dice distogliendo lo sguardo.

Come fa a sapere che si è sentito male quando io sono appena arrivata e non ho ancora aperto bocca?
"Ha solo un po' di febbre" rispondo alzando le spalle.
"Oh, okay. Beh, grazie" sorride.
"Di..di nulla" dico ridacchiando.
"Ci si vede" sorride e si allontana.

Annuisco un po' dubbiosa ed entro nell'edificio, cercando il viso di Louis tra la folla agitata.

Dopo averlo cercato per tutto il piano, mi metto in testa l'idea che probabilmente sia solo ammalato, anche se avrebbe potuto scrivermi qualcosa.

Ci conosciamo da due giorni, cosa voglio pretendere!? Anche se era terribilmente carino e disponibile nei miei confronti, non credo che fossimo così tanto conoscenti o così tanto amici.

Tra un pensiero e l'altro, suona la campanella dell'inizio delle lezioni.
Prendo il foglio con l'orario e vedo che alla prima ora ho economia.
Cerco disperatamente l'aula, non trovandola.
Il corridoio è ormai già vuoto perché tutti gli studenti sono già nelle loro aule.

Continuo a girare per il piano, finché Harry non gira l'angolo del corridoio. Da quello che ho capito è sempre in ritardo alle lezioni, e infatti me lo sono trovato davanti.

"Ehm..scusami" mi avvicino lentamente a lui.
"Mh" si ferma guardandomi negli occhi.

Ha degli occhi veramente stupendi, mi fanno quasi paura, mi rabbrividiscono.

"P-potresti dirmi dov'è l'aula di economia?" Chiedo guardando incantata i suoi occhi pietrificanti.

"Ci stavo andando anche io" dice serio mettendo le mani nelle tasche della giacca.
"Oh, beh, posso..venire con te?" Chiedo velocemente.
Annuisce disinteressato e alza le spalle, iniziando a camminare a passi rapido.

La sua altezza fa di lui due gambe lunghissime, quindi devo quasi correre per stargli dietro.
Piego il foglio e lo metto dentro alla borsa, finché non arriviamo davanti all'aula.
Si avvicina alla porta e bussa.

"Avanti" dice una voce all'interno dell'aula.
Apre la porta e viene accolto nello stesso modo che nelle altre classi.
"Styles, sempre in ritardo" sbuffa il professore seduto dietro alla cattedra.

Entro lentamente in classe un po' imbarazzata e rimango sulla soglia chiudendo lentamente la porta.
"B-buongiorno mi..mi scusi il ritardo" dico a testa bassa, iniziando a sentire le guance farsi sempre più bordeaux.
"Buongiorno, non c'è problema signorina. Benvenuta" sorride alzandosi in piedi e facendomi accomodare in terzo banco, accanto alla finestra.
Faccio un lieve sorriso e mi accomodo, camminando più rapidamente possibile per non stare al centro dell'attenzione degli alunni in quella classe.

"Lei è la signorina...Zoey Malik?" Chiede leggendo il registro.
"Si" quasi sussurro imbarazzata nascondendo le mani nelle maniche della camicia.

"Piacere" sorride il mio compagno di banco. Appena gira la testa verso di me, un sorriso smagliante e due occhi perfettamente perfetti di colore azzurro sono nei miei.
"Piacere" sorrido imbarazzata rimanendo incantata dalla bellezza dei suoi occhi.
"Niall" mi porge la mano sorridendo.

Ha un sorriso dannatamente perfetto.
"Zoey" sorrido stringendogliela.

La sua mano non è fredda, non è fredda e cupa come quella di Ashton, è calda e confortante, quasi come se mi stesse abbracciando.
"Ti sei appena trasferita o sei qua da molto?" Mi chiede giocherellando con una penna.
"Sono arrivata due giorni fa" prendo il quaderno e una penna.
"Io sono qua da una settimana" ridacchia facendo degli scarabocchi su un foglio.

Alzo le sopracciglia sorridendo, non mi sarei mai aspettata che fosse un novellino anche lui.
"Quindi siamo nuovi entrambi" sorrido giocherellando con il manico della borsa.
"Già" sorride guardandomi.

Il suo sorriso è qualcosa di indescrivibile, ti trasmette calore, felicità, è semplicemente perfetto. Proprio come i suoi occhi, color azzurro come il cielo.

Passo tutto il resto della lezione a guardare fuori dalla finestra o facendo finta di essere interessata alla lezione, pensando a veramente tante cose, ma la principale che mi rimane impressa nei pensieri è dove sia Louis.

Troppe distrazioni mi circondano, e mi sento non poco osservata.

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