9. Il mittente

2.1K 87 8
                                    

"Vero Malik?" Chiede il professore svegliando i miei pensieri.
Scuoto leggermente la testa per "svegliarmi" e porto lo sguardo su di lui.
"C-certo" rispondo imbarazzata.
"Quindi anche lei pensa che economia sia una materia inutile?" Dice quasi ridacchiando.
"Certo che no" dico velocemente.
"Distraiti meno" porta lo sguardo sul libro e continua la spiegazione.

Penso che un mini brivido mi abbia scosso la schiena e mi abbia fatto venire un minuscolo infarto. Non mi piace fare brutta impressione sulla gente, però non riesco proprio a mantenere accesa la spia della concentrazione.
Non posso fare a meno di pensare a Louis, se stia bene, se gli sia successo qualcosa.

Poco dopo suona la campanella che segna la fine dell'ora, non posso fare altro che essere felice di questa cosa, stavo iniziando a non farcela più.
Mi alzo in piedi e vado verso la porta, sistemando la borsa sulla spalla.
"Malik?" Mi chiama il professore.

Sbuffo internamente e mi giro verso di lui, avvicinandomi alla cattedra.
"Si, professore?" Chiedo più tranquillamente possibile.
"Ho notato che eri distratta, va tutto bene?" Mi chiede chiudendo il registro e mettendo dei fogli in un raccoglitore ad anelli pieno di scartoffie.
"Si si, va tutto bene" rispondo sorridendo, anche se in realtà non va per niente bene.

Louis, l'unica persona che conosco, non mi risponde più e non vuole farsi vedere, però mi faccio seriamente troppi problemi, credo.

"Va bene. Ricordati di arrivare in orario alle lezioni e se non trovi le aule, chiedi ai bidelli" ridacchia e si alza in piedi.
"Ehm..okay, grazie" dico ridacchiando.
"Arrivederci" lo saluto ed esco dall'aula prima di sentire il suo saluto.

"Vediamo un po'" sussurro tra me e me prendendo il foglio delle aule.
"Zoey!" si avvicina Ashton e mi saluta.
"Ciao Ash" sorrido e lo saluto.
"Tutto bene?" Mi chiede camminandomi accanto.
"Sì grazie" annuisco sorridendo. "Tu?"
"Bene bene" osserva il mio foglio.
"Inglese" sussurro tra me e me.
"Anche io ho inglese adesso" sorride sistemandosi la cartella sulla spalla.
"Oh, possiamo..andare insieme" sorrido guardandolo, che ricambia subito con un altrettanto sorriso e con un cenno della testa.

Arriviamo davanti all'aula di inglese ed entriamo.
Ci sediamo come al solito nei banchi infondo alla classe e appendo la borsa allo schienale della sedia.
"Già mi immagino la noia" ridacchia lui.
Mi unisco alla sua risata e prendo il quaderno con una penna.
"Comunque tranquilla. Louis sta bene" dice guardando davanti a sé.

La sua veloce frase mi fa spiazzare e giro la testa verso di lui schiudendo le labbra.
"Ah, okay" fingo un comportamento tranquillo e rassicurato.
"Una curiosità" guardo il quaderno.
Si gira verso di me per ascoltarmi e faccio girare la penna tra le dita.
"Come fai a sapere di Louis?" Chiedo guardandolo con il dubbio leggibile negli occhi.
"Le voci girano" risponde sicuro di sé concludendo con un'alzata di spalle.
"E chi le diffonde queste voci?" Chiedo socchiudendo gli occhi.
"I mittenti" dice guardandomi negli occhi.

Credo di non aver capito del tutto cosa voglia intendere con questa frase, o meglio, con questo trisillabo.
Non sono sicura neanche di aver capito se l'abbia detto come scherzo o se fosse serio, il suo tono di voce e il suo sguardo sono troppo neutri, troppo difficili da capire.

Annuisco alla sua risposta, anche se ho capito ben poco, e sposto lo sguardo sul quaderno, facendoci degli scarabocchi.

La lezione termina, metto il quaderno e la penna nella borsa e mi alzo in piedi.
"Che fai oggi a pranzo?" Chiedo ad Ashton. Non sono sicura di volerglielo chiedere veramente, ma credo di averlo fatto più per educazione che per interesse.
"In realtà nulla. Perché?" Chiede sistemandosi lo zaino su una spalla.
"Beh, potremmo mangiare insieme" propongo con un leggero imbarazzo.

Surreal.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora