9.

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*Toni pov's*

Stavamo finendo la cena di Pop's e non mi staccava gli occhi di dosso, finì di bere dalla bottiglia che aveva preso poco prima dal frigo, e poi sospirò

T: "amore, tutto okay?" mi preoccupava un po', fece si con la testa e poi si decise a parlare 

C:  "Titì, dato che..." ci girò un po intorno ma stavo aspettando quelle parole più di qualsiasi cosa "stavo pensando...ti va di dormire qui con me?" disse abbastanza tesa, io la guardai e ovviamente le dissi di si, finimmo in fretta la cena, mi misi a lavare i piatti ma lei continuava insistere per farlo, così alla fine mi baciò e i piatti rimasero felicemente nel lavandino, ma al loro posto il divano attendeva le nostre figure, di li a poco finimmo di parlare di qualsiasi cosa, anche del colore dell pareti, mi sentivo così bene, così in sintonia che decisi di dirle una cosa davvero importante per me...

T: "bimba, c'è una cosa che vorrei dirti" si avvinghiò a me facendomi spazio tra le sue braccia, mi precipitai tra esse e tutta rossa in viso confessai "sei stata la mia prima volta" dissi un po' sottovoce, appiccicandomi al suo petto, lei sorrise e arrossendo si avvicinò a me, con un dito mi alzo il mento e mi diede un bacio leggero, tranquillo, per poi baciarmi la fronte 

C: "sei stata la mia prima volta Titì" disse la rossa, così tutte rosse continuammo a parlare e scherzare, ci addormentammo lì.

Le due rimasero sul divano fino a che in piena notte Cheryl si svegliò

C: "alzati, andiamo a letto dai" amo quella voce ma in questo momento voglio solo sprofondare nei miei sogni, così mi giro, ma sento che qualcosa mi solleva, mi ha presa come un sacco di patate e mi sta portando a letto, appena tocco il materasso mi giro verso di lei e mi addormento, siamo abbracciate e non esiste sensazione migliore di questa.

~skip time~

Un raggio di sole si fa strada nello spazio tra le due tende e mi costringe ad aprire gli occhi, non esito e mi ritrovo in un letto che guarda caso non è il  mio, non mi sorprende e mi rendo subito conto di dove sono, non vedo la rossa, così mi alzo in cerca della ragazza, ma non la trovo, vado in bagno e mi lavo la faccia, ne approfitto e faccio anche una doccia per poi sentire dei passi, mi metto l'accappatoio di Cher e mi dirigo in corridoio affacciandomi alla ringhiera, è lei, ed è al telefono, -uhhh la colazione- scendo e la vedo un attimo imbambolata a fissarmi con solo il suo accappatoio in dosso, prima che possa sbavare le frego una ciambella e corro di sopra, mi sembra parlasse con un ospedale, poco dopo la vidi salire e guardarmi, aveva la testa da un altra parte, le feci segno di sedersi su quel comodissimo letto, e poi la invitai a dirmi che cosa le scocciasse così tanto

C: "la strega torna verso sera" disse con il groppo in gola per l'accaduto che le ritornava alla mente, aprì le braccia e la accolsi tra esse, nonostante possa sembrare spietata e senza cuore, non lo è, è solo stata ferita...come me

T: "amore tranquilla, ci sono qui io, non ti farà più del male" la strinsi ancora, sapevo che con me era diversa, che con me era la vera lei e questa cosa non mi spaventava, io la amavo, so di amarla e non la ferirò come sua madre e come tutti gli altri, continuai il discorso 

T: "se mi dici per che ora torna so per che ora andare via, immagino che non mi voglia in questa casa e non voglio scatenare casini" lei mi guardò, quei due occhioni lucidi e colmi di lacrime che minacciavano di scendere, oltre a quelle che già rigavano il suo viso pallido, le presi quest'ultimo tra le mani, per poi baciarle la fronte

C: "ti prego non lasciarmi sola con lei, resta..." disse tra un singhiozzo e un pianto che soffocò quella frase, la guardai bene, non potevo stare lì, ma soprattutto non potevo lasciare lei lì, la guardai e per un attimo come mai prima, i nostri sguardi si incastrarono e fermarono il tempo, finito questo scambio interminabile le feci una proposta, sapevo che non sarebbe stata soddisfacente rispetto alla sua ma non potevo, non volevo lasciarla lì, non era sicuro per nessuna delle due

T: "amore, prepara le tue cose, ti vengo a prendere tra un ora, così ho il tempo di sistemare, verrai da me okay?" non disse nulla ma i suoi occhi parlarono per lei e così, guardandoli brillare, si convinse, corsi dopo un paio di minuti alla moto e andai a casa, appena arrivata ero già stanca, ancor prima di iniziare -cristo ma non c'era tutto sto casino l'altro giorno- penso, per poi vedere un biglietto con la calligrafia di cappellino, "scusaci per il casino, abbiamo approfittato del fatto che non c'eri, ma poi ci hanno buttati fuori per l'ennesima perquisizione e siamo dovuti andare in centrale" firmato Jugh. -Li odio- scoppio in una risata isterica per poi cominciare dalle bottiglie di birra e altro, le butto e esco di casa con un sacco colmo interamente di vetro, passo l'aspirapolvere, faccio la polvere e piego le coperte, cucina e sala sono perfette, o per lo meno presentabili, abito in una roulotte vicino a scuola, non ho mai trovato un appartamento adatto e poi passo più tempo fuori, mi accontento, è sempre un tetto sulla testa, vado a pulire le altre stanze e fino alle 11:45 non ho finito.

Ti voglio dentro di me e dentro la mia vita. ChoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora