Capitolo 4 - Rey / Annabeth

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I mesi passarono alla Superior High School, ed era finalmente arrivato dicembre, con il suo vento freddo e la gioia delle vacanze di Natale che stavano per iniziare.

Rey passava le sue giornate tra scuola e il club di musica. Si era unito al club sia per migliorare a suonare la chitarra, visto che sua madre non sapeva suonarla, sia per cercare di diventare più sicuro di sé e di sconfiggere la timidezza.

Nel club c'erano altre quattro persone, tutte che condividevano la passione per la musica.

C'era la capogruppo dell'ultimo anno, Melody Smith, che suonava il violino ma era esperta di tutti gli strumenti. Aveva aiutato Rey a suonare un pezzo di "Perfect Sky " di Andrew York. Era un'insegnante fantastica ed era bravissima a suonare il violino, soprattutto pezzi classici.

Sarebbe sicuramente andata d'accordo con sua madre, entrambe avevano la passione per il periodo classico della musica. Secondo Rey avrebbero fatto sicuramente una bella coppia.

Poi c'erano: Matthew Sanchez, suo coetaneo, suonava la batteria, era lo strumento perfetto per il ragazzo, infatti era rumoroso come lui; Chloe Adams, secondo anno, suonava il flauto traverso, Rey le aveva dato qualche dritta ed erano andati subito d'accordo; e, infine, Celeste Lewis, suonava la tastiera elettrica, i due si erano dati consigli a vicenda.

Andava d'accordo con tutti e si trovava bene con loro, dopotutto condividevano una passione in comune.

Poi c'era quella ragazza, Annabeth.

Ogni tanto era capitato che si parlassero, lei cercava di stare tranquilla, ma Rey capiva benissimo che non lo era, era nervosa in sua presenza. Rey aveva la sensazione che lo stesse tenendo d'occhio.

Gli capitava di sentire come se qualcuno lo stesse osservando da lontano, e quando si girava dietro di lui c'era Annabeth, non la beccava mai in fragrante. Infatti, la trovava assorta a leggere o che scriveva qualcosa su un quaderno... ma sapeva che era lei ad osservarlo. Ne era certo, e Rey era stato certo di poche cose in tutta la sua vita.

Non capiva cosa la rendesse nervosa e così sospettosa da doverlo osservare continuamente. Rey era stanco di quella situazione, avrebbe tanto voluto andarle a chiedere cosa avesse. Ma ogni volta che ci provava, lei cambiava discorso e si trovava una scusa per scappare via.
Non capiva cosa le prendesse. Cosa di lui la mettesse così a disagio da farla scappare via ogni volta che cercava di parlare con lei.

— ♪ —

Rey stava tornando a casa da scuola.

Si stava maledicendo per non aver caricato il telefono, odiava i rumori della città ed era anche per questo che si era appassionato alla musica.

Odiava quella quotidianità così lineare e rumorosa. Attraverso la musica, però, scappava da quella realtà, entrando in mondi diversi e mai visti prima, creati dalla sua immaginazione.

Il ragazzo si fermò di colpo. Era arrivato davanti alla via che lo avrebbe portato a casa. Il problema? Quella via gli metteva i brividi.

Era buia, nonostante fosse pieno giorno e il sole risplendesse rigoglioso sulla città.

Quella via era piena di vicoli che si andavano a districare, Rey aveva paura che uscisse qualche specie di essere spaventoso e lo afferrasse per portarlo nella sua oscura tana.

"White hai sedici anni, ormai queste cose devi lasciatele alle spalle, non sei più un bambino!".

Il biondo strinse i denti e fece alcuni passi in avanti, all'inizio erano titubanti ma la sua camminata alla fine si trasformò in una corsa. Essa, però, venne fermata da qualcosa, o qualcuno, contro cui Rey andò a sbattere.

Le (Dis)Avventure di due semidei Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora