Cap 20

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Bakugou POV

Scappare o restare

Mi chiesi cosa avrebbe fatto quella farfalla appoggiata alla finestra se avesse scoperto che la stavo osservando.
Sarebbe scappata? O sarebbe restata?

Era ciò che mi chiedevo da più di un'ora. Da quando, svegliandomi, mi resi conto della piccola creatura nera e arancione, delle grandi e oscure nuvole che coprivano il cielo e del ragazzo dalla capigliatura verdina stretto a me. Spaventato e tremante.
Che situazione di merda.

Dopo alcuni giorni la scuola si era riempita di un forte vociferare, quei bastardi si interrogavano senza pietà su quando sarebbe stata la "battaglia finale", così avevano chiamato la partita tra me e Deku, la nostra più grande paura e l'unica speranza per quel coglione del preside di tenere la baracca in piedi.

Capimmo che il nostro tempo era agli sgoccioli quando Deku ricevette una chiamata da suo padre, più nello specifico da un certo Tenko, che mi spiegò essere assistente e amico fidato sia suo che di suo padre.
Non mi disse con esattezza cosa si erano detti, ma mi si spezzò qualcosa dentro quando dopo aver chiuso la chiamata disse:
"Mi dispiace"
E si mise a piangere tra le mie braccia, pianse e pianse, mentre copiose lacrime rigavano silenziosamente il mio viso.

Credavamo di poter vivere nella nostra bolla per sempre, solo io e lui, ma il mondo ce lo impediva.

<<Anche noi meritiamo il lieto fine!>>

<<Ma non siamo in una favola..>>
.
.
.

<<Ei piccolo, è ora di svegliarsi>>

Dissi nella speranza di vedere i suoi occhioni aprirsi e sorridermi.

<<Mmh..è già ora?>>

<<Credo lo sia>>

A quelle parole aprì gli occhi di scatto, fissandomi attento.

<<No Kacchan! Non voglio!>>

<<Se non è oggi, sarà domani e anche tu lo sai>>

<<Ma non voglio lasciarti!!>>

<<Non mi stai lasciando! Troveremo un modo cazzo!>>

<<Kacchan..>>

<<Vuoi davvero ricevere un'altra chiamata?>>

<< . . . >>

Sui nostri visi si vedeva la rabbia e la frustranzione, nei nostri occhi la paura e il terrore, nei nostri cuori la tristezza e il dolore.

Ci abbracciamo, ci baciammo, cercammo di tenere i nostri corpi il più uniti possibile perché ormai le nostre anime erano già una cosa sola.

Alla fine ci alzammo dal letto, ci lavammo e ci preparammo. Tutto era maledettamente simile a quando non sapevamo come affrontare il bastardo a metà, quando il mondo aveva assunto le tonalità del grigio. Ma a ciò trovammo una soluzione, una via di fuga. In quel momento invece, no.
La speranza ci aveva lasciati al nostro destino.

Mentre aggiustavo per l'ultima volta la cravatta al verdino, lui mi disse

<<Ti amo Bakugou Katsuki>>

<<Anche io..Izuku Midoriya>>

I nostri occhi erano lucidi, le voci roche, le mani tremavano e i respiri irregolari.

L'ultimo giorno insieme, l'ultimo gioco da affrontare. Ci dirigemmo insieme in classe, tra bisbigli e occhi curiosi, poi a pranzo e di nuovo a lezione.

Vincerò il tuo amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora