LUCIFER thv

20

Scesi dall'autobus, con le mani che stringevano il bagaglio, mentre cercavo il volto familiare. A un paio di metri di distanza c'era Namjoon, con un sorriso smagliante sul volto quando mi vide. Sorrisi un po' alla sua vista, ma non riuscii ad essere emozionata come ogni volta che lo vedevo.

"Come stai?", mi disse abbracciandomi forte e io ricambiai l'abbraccio, non volendo lasciarlo andare. Namjoon sentì un singhiozzo sommesso e la sua stretta divenne più forte. "Va tutto bene, Oppa è qui. Non piangere", disse accarezzandomi la testa. "Andiamo a casa. Non vorrai restare qui fuori a lungo".

Annuii e mi asciugai le guance mentre lo seguivo alla sua auto. Ci sedemmo entrambi e iniziammo a guidare verso casa sua. La sua casa era un po' lontana dalla città principale, ma era comunque una bella casetta che aveva comprato producendo canzoni di successo per i migliori gruppi idol della Corea.

Prese la mia borsa e lo seguii all'interno. "Parliamo in salotto", mi disse. "Ma prima lascia che ti porti il tè".

Tornò più tardi con due tazze di splendido tè al gelsomino e mi porse la mia tazza. Ho bevuto un sorso del liquido caldo, lasciando che mi calmasse la gola mentre ne registravo il sapore. "Cos'è successo Nana?".

"Oppa, sai che il nonno ha detto a tutta la famiglia che mia madre Hwayoung è morta in un incidente stradale?".

Namjoon annuì, ricordando l'incidente di sette anni prima. Di come avevano ricevuto una telefonata nel cuore della notte in cui si diceva che Hwayoung era morta. Era troppo giovane per capire qualcosa, ma ricordava ancora quanto tutti fossero rimasti feriti e distrutti quando l'avevano saputo.

"Non l'ha fatto"

Gli occhi di lui si allargarono, mentre si prendeva un momento per capire quello che lei aveva detto. "Zia Hwayoung non è morta in un incidente stradale?".

Scossi la testa. "È morta dandomi alla luce", dissi mentre le lacrime mi scendevano dagli occhi. "Il nonno ha mentito a tutti. L'ha detto a tutti i membri della famiglia tre giorni dopo la sua vera morte. L'anniversario della sua morte non è tre giorni dopo il mio compleanno. È il giorno del mio compleanno".

Namjoon rimase congelato sulla sedia. Ora tutto aveva un senso. Perché il nonno si rifiutava di rispondere alle domande di chiunque.

"Nana, sei sicura? Voglio dire, io non...", le sue parole si interruppero. Non riusciva ancora a credere a ciò che stava sentendo.

"L'ho affrontato", dissi rievocando gli amari ricordi di ieri. "È scoppiato in lacrime. L'unica cosa che disse fu che mia madre non si meritava questo. E che se non fosse stato per il suo desiderio di morire, non si sarebbe mai preso cura di me. Tutti pensano che io sia il motivo per cui è morta...", mi sono strozzata con le parole, non riuscendo a parlare di più.

Il cuore di Namjoon soffriva nel vederla così. La strinse in un abbraccio mentre le dava una pacca sulla schiena. "Non è colpa tua, Nana. Eri una semplice neonata. Cosa avresti potuto fare? Non avevi voce in capitolo. È stata una scelta della zia Hwayoung quella di averti".

"Mi odiano... mi odiano tutti...", gridò a pieni polmoni. "Mi sento indesiderata".

"Non sei indesiderata, non pensarlo nemmeno", disse lui, stringendo la presa sulla ragazza in lacrime. "E nessuno ti odia. Il nonno deve averlo detto perché era sopraffatto dalle emozioni o probabilmente nella foga della situazione. Ma non potrebbe mai odiarti. Tu sei sua nipote, il suo sangue. Ti ama e l'ho visto io stesso".

"Non so Namjoon, ma io non torno indietro. Non voglio tornare indietro".

"Se non vuoi tornare, allora non farlo. Puoi restare qui per tutto il tempo che vuoi. So che a volte la famiglia può essere difficile, quindi non ti costringerò a tornare. Troveremo una soluzione per te, ok? Per ora pranziamo prima. E poi possiamo sederci e decidere qualcosa per te. Magari cercare dei college qui?".