La giornata con la sua burrascosa fine mi aveva lasciato confusa più che mai e i bei momenti passati erano svaniti in una nuvola di amarezza.Dopo aver chiesto, ad un Tae troppo ansioso per il suo bene di lasciarmi sola per riflettere, andai verso la cucina del castello, ormai avvolta in un silenzio inquietante, ed iniziai a prepararmi con movimenti quasi meccanici una tazza di tè.
Due occhi mi stavano scrutando nell'oscurità, blu come il mare più profondo e bianchi come la schiuma del mare. Me ne accorsi solo quando il proprietario si schiarì la voce e mi fece prendere un gran spavento.
"Non sapevo che l'imperatrice sapesse fare del tè, pensavo che avrebbe detto di farlo alla prima cameriera che avrebbe incontrato."
"Lei non mi conosce Kim Namjoon, sono piena di sorprese e me ne dispiaccio che lei pensi che un compito così banale come prepararsi una bevanda calda non rientri nelle mie capacità."
I suoi occhi fulvi mi stavano ancora scrutando con ritrovata curiosità, la quale aveva abbattuto il muro di indifferenza che prima specchiavano.
I suoi capelli argentei ricadevano dolcemente sulla fronte illuminati dalla luce fioca della candela al suo fianco.
Indossava una semplice vestaglia in seta nera che avvolgeva il suo corpo, come una persona abbraccia il suo amato.Riuscivo ad intravedere il suo petto muscoloso e di un invitante color miele.
Nel frattempo anche lui mi stava guardando: i miei capelli bruni cadevano in modo ribelle sulla mia schiena non sottoposti alle costrizioni di elastici e forcine.
Avevo probabilmente il naso e le guance arrossate per il freddo, che era ormai alle porte, e le occhiaie sotto gli occhi.
Si può dire che non ero sicuramente nel mio massimo splendore, ma Namjoon mi guardava con più interesse di quando ero agghindata e truccata.
"Come mai è qui? Non dovrebbe dormire?"
"Mi pare che anche lei dovrebbe da tempo essere sotto le coperte, non sono l'unica."
"Si può dire che non posso dissentire."Dopo del silenzio parlò di nuovo: "Glielo volevo dire domani, ma visto che siamo tutti e due qui, ne approfitto. Se lei si sente in dovere verso suo padre di tenere me e Seokjin come consiglieri sono sicuro che lui non lo avrebbe mai voluto: ambiva che lei avrebbe dovuto governato con i suoi ideali e persone fidate."
Rivolsi occhi d'oro verso di lui e lo guardai per qualche secondo prima di rispondergli.
"Voglio essere chiara: mi fido di lei e del consigliere Seokjin, come mio padre si fidava di voi. Vi ho visti lavorare con lui e non posso essere più certa che non ci sono persone più qualificate di voi."Mi scrutava con sguardo ancora non convinto e con un sorriso mi alzai della sedia e mi diressi verso la porta, ma la sua voce mi fermò.
"Chiamami Namjoon."
Rivolsi lo sguardo verso i suoi occhi acqua marina.
"Chiamami solo Alexandra."~~~
Il sole splendeva alto nel cielo e le nuvole sembravano dolce zucchero filato, la luce che filtrava dalla finestra mi illuminava il viso e sentivo il calore dei raggi solari confortanti.
Mi ero già alzata da tempo: avevo molte cose da fare, dopo un rinfrescante bagno e un'abbondante colazione.
Adesso ero nella mia terrazza a godermi alcuni attimi di solitaria pace, raccogliendo i miei pensieri."Alexandra, come va?" Era Eleonor con il suo solito fare amorevole.
"La vita va avanti ed anche io lo devo fare, bisogna che porti nel mio cuore la bellezza dei momenti passati con i miei genitori e non la desolatezza della loro assenza.""Parole sagge da una ragazza altrettanto saggia, sei sicura che hai 20 anni?"
"Magari sono un vampiro centenario che ha preso il corpo della vera Alexandra." Non riuscii a trattenermi dal ridere e Eleonor mi seguì a ruota.
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L'imperatrice (BTS reverse harem)
FanfictionIN PAUSA (in riscrittura) Ho sempre saputo che sarei diventata la prossima imperatrice, ma quello che invece non sapevo è che sarebbe successo molto prima di quando mi sarei mai aspettata. Questa storia è di mia inventiva e i BTS sono usati solo com...