Cielo indaco

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Jimin mi aveva appena aiutato ad alzarmi. Uno splendido sorriso adornava il suo volto e le sue labbra non smettevano di farmi il solletico, per il loro tocco leggero e ripetitivo sul mio collo.

Con una piccola risatina mi staccai dal suo abbraccio e gli presi la mano guidandolo all'interno del castello.

"Cosa vuoi fare? Io proporrei di andare a rilassarci in camera mia." Mi stava guardando con fare malizioso alzando le sopracciglia periodicamente.

Feci un suono di finta sorpresa e gli diedi uno schiaffo al braccio. Non feci in tempo a dargli una risposta alla sua proposta indecente, ad un orecchio estraneo, che una figura dall'ombra del corridoio emerse.

Era Jungkook. Lanciò uno sguardo velenoso alle nostre mani unite mentre stringeva le sue in dei pugni.

"Possiamo parlare Alexandra?"
La sua voce grondava di dirompente furia, ma non capivo ancora da cosa fosse causata.

"Certamente Jungkook, dimmi pure."

Non era per niente felice della mia risposta e ribatté poco dopo in modo ancora più astioso e deciso.

"In privato."

Salutai Jimin con un bacio sulla guancia e senza indugiare Jungkook prese il mio braccio trascinandomi non troppo gentilmente in un angolo appartato del palazzo.

Arrivati in un posto opportuno per il suo gusto mi spinse contro il muro e mi sollevò il viso con una mano sotto la mascella. La sua presa era tanto gentile quanto mortale.

"Perché lui? Dimmelo. Perché lui e non io?"
Il suo cipiglio iniziale si trasformò rapidamente in disperazione. I suoi occhi erano lucidi e la presa che aveva sul mio braccio si era strinta ulteriormente.

Ero confusa dalle sue domande e cercai presto di rassicuralo anche se non feci un buon lavoro.

"Non è successo niente di male, perché piangi, non ce n'è motivo." Gli stavo accarezzando la guancia proprio sotto alla sua piccola cicatrice.
Gli occhi borgogna si lasciavano scappare oramai una moltitudine di lacrime e mi cinsi immediatamente ad asciugarle con l'indice.

"Perché non capisci, perché sei così ingenua."

Lo guardavo in modo interrogativo e lui con un grosso sospiro, sempre scrutandomi le iridi dorate, appoggiò la sua fronte contro la mia.

"Jungkook dimmi cosa non comprendo."

Si bagnò con la lingua le labbra e guardò per un momento alla sua sinistra verso alcune vetrate che davano verso il giardino. Il piercing al suo labbro scintillava per un minuscolo raggio di sole che attraverso le nuvole invernali era riuscito a baciare la sua eterea pelle.

Il suo sguardo percorse tutta la mia faccia fino a trovare rifugio nei miei occhi. Sembrava nervoso, ma presto ne capii la motivazione.

"Che sono innamorato di te."

Non sapevo cosa dire: mi aveva rubato le parole. Stava ridendo della mia espressione evidentemente divertente.

"Lo so che non ricambi i miei sentimenti, ma non riuscivo più a teneteli nascosti, mi stavano facendo a pezzi il cuore."

~~~

Jungkook mi aveva lasciato nella confusione più totale. Pensavo, mentre bevevo un tè per calmarmi, alle parole che mi aveva detto prima di scappare e senza lasciarmi tempo di risposta.

Non mi ero mai accorta dei suoi sentimenti per me, ma forse a causa, molto probabilmente, della mia ingenuità.

"A cosa stai pensando? Sembri nervosa, perché ti stai torturando una ciocca di capelli come al tuo solito."

L'imperatrice (BTS reverse harem)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora