Capelli rosso sangue

65 8 3
                                    


"Alexandra questa è la tua nuova guardia del corpo, Jeon Jungkook, che ti proteggerà insieme a me. Lui è un mio amico di lunga data e una persona di cui ci si può fidare, ci conosciamo dai giorni di addestramento militare."

Con un sorriso che non riuscivo a capire se malizioso o semplicemente incantevole Jeon parlò: "Salve ho sentito molto su di lei dal suo amico qui presente, parla continuamente di voi. Come già detto sono Jeon Jungkook ed ho due anni in meno di Taehyung, ma questo non vuol dire che non possa fare un lavoro migliore del suo maestà."

Con un inchino finì il discorso velato di arroganza e improvvisamente mi misi a ridere per la faccia arrossata ed imbarazzata che adesso Tae indossava, la quale cercava di nascondere rimproverando Jungkook per il suo inutile sproloquio.

"Spero che sia all'altezza del compito che le viene assegnato cavaliere Jeon, ho i miei dubbi." Dissi infine in modo sarcastico.
"Mi scusi per la mia impertinenza imperatrice Alexandra, ma io non ho nessun dubbio nelle mie capacità."
"Mmm...vedremo."

"Vuole ballare?" Con un inchino drammatico mi pose la domanda tendendo la mano guantata di nero.
"Vediamo come se la cava a ballare. Tae ritorno presto intanto serviti pure non ti ho visto mangiare tutta la sera." Dopo un bacio sulla sua guancia e aver preso per mano Jungkook ci dirigemmo verso il centro della pista da ballo.

Jungkook, con un cenno di mano all'orchestra, diede inizio alle danze.
Tutto ad un tratto mi prese fra le sue braccia e mi ritrovai a pochi centimetri dal suo bellissimo viso: gli occhi ramati muniti di lunghissime ciglia mi stavano scrutando altrettanto in modo accurato, i capelli mossi neri e con sfumature rosso sangue oscillavano dolcemente al movimento del nostro corpo; la divisa uguale a quella di Tae faceva risaltare il corpo tonico e muscoloso, anche se non allenato in modo eccessivo.

Appena lo avevo visto mi avevano attirato i piercing che aveva al labbro ed al sopracciglio. Sono dovuti fare male. Poi indossava un paio semplice di orecchini argentei circolari alle orecchie.

Danzavo con grazia, leggiadria, e Jungkook, ora, non sembrava più l'arrogante e presuntuoso cavaliere, anzi adesso un sorriso genuino e quasi infantile adornava il suo splendente volto, facendo trasparire l'aura giocosa e spensierata che forse nascondeva dietro una maschera, poiché troppo innocente per questo Mondo.

Nel danzare non ci siamo accorti che la musica era finita da tempo, ma troppo assorti uno dall'altra avevamo continuato a ballare, fino a che lo scroscio degli applausi ci ha risvegliato dalla bolla nella quale ci eravamo racchiusi.

Con un inchino drammatico ringraziò il pubblico dell'apprezzamento della nostra performance, seguito dal mio più modesto e mi riportò da un Taehyung troppo silenzioso.

"Allora spero di essere stato un ballerino abbastanza capace per sua maestà."
"Hai passato l'esame con la sufficienza."
Un sorrisetto gaio stava crescendo sul suo viso e il leggero scuotimento di testa testimoniava la sua incredulità nel sentirmi ancora non lodarlo.

~~~

Finalmente la festa era finita e dopo estenuanti chiacchiere con nobili odiosi Taehyung mi stava accompagnando alle mie stanze.
"Da domani Jungkook inizierà già a scortarti insieme a me, so che può essere insopportabile all'inizio, ma dopo un po' che lo conosci cambierai totalmente opinione."
"Mi piace già tranquillo, adoro prenderlo in giro."
Mentre uno sguardo malizioso splendeva nei miei occhi Tae mi strinse più forte la vita con la mano, presumo come riconoscimento.

"Mmm allora come stai?"
"Io?"
"Certo sciocca, come stai veramente?"
Lo stavo adesso guardando negli occhi d'inchiostro così tanto intensi, che avrei potuto passare ore a fissarli per riuscire a distinguere tutte le diverse sfumature di nero che ci vorticavano all'infinito dentro.

"Ho tanta paura di perdermi. Perdermi nei miei pensieri angoscianti che assillavano la mia mente da qualche giorno ormai. Perdermi nella tristezza, nella solitudine, nella disperazione delle giornate piene di effimera importanza. Perdermi nella strada della mia vita e non riuscire più a ritrovare la vecchia felicità, sovrastata della malinconia e nostalgia dei giorni passati. Ho paura Tae, ho timore di non ritrovare più me stessa nelle tante maschere che ho indossato."

Sentii improvvisamente della braccia avvolgermi la vita e un petto caldo sfiorare la mia schiena. Tae ancora una volta cercava di confortarmi e lenire il dolore quasi fisico che provavo.

Il suo volto sprofondò nel mio collo ed io con una mano avevo iniziato ad accarezzare i riccioli petrolio. L'altra invece era intrecciata con la sua ed il suo ardore rassicurava il mio cuore.
"Rimarrò sempre al tuo fianco e se ti servirà il mio aiuto ti ritroverò, al massimo ci perderemo assieme ma non sarai mai sola."
"Grazie, ti voglio bene." E lo intendevo con tutto il cuore.
"Ti voglio bene anche io Alexandra e te ne vorrò sempre."
"Anche io"

Mi girai e lo guardai e lo abbracciai questa volta per bene, avvolsi le braccia intorno al suo collo e le sue serpeggiarono dove erano state antecedentemente. Prima di staccarmi totalmente dal calore del suo corpo gli diedi un affettuoso bacino sul naso dove abitava un adorabile neo.

"Taehyung, hai voglia di bere qualcosa?"
"No grazie sono ok, se vuoi ti faccio compagnia se vuoi bere del thè o del latte freddo, come piace a te?"
"Tranquillo mi limiterò ad andare a coricarmi in camera mia, volevo solo sapere se volessi qualcosa tu."

Tae mi accompagnò davanti alla mia camera e mi diede un bacio rassicurante sulla guancia come buonanotte. Dopo si allontanò silenziosamente per il corridoio, come un bambino che si alza di notte per mangiare i dolci che la mamma gli aveva vietato di mangiare.

Entrai in camera mia finalmente.
Eleonor era lì che mi stava aspettando pronta a togliermi le migliaia di mollette incastonate nei miei capelli ed il pomposo abito che ero stanca di indossare poiché troppo sfarzoso per i miei gusti.

Dopo i nostri numerosi sforzi sprofondai nel tessuto soffice delle mie coperte e del materasso. Eleonor dopo qualche parola rassicurante mi ha baciato la fronte e mi diede la buonanotte.

Adesso potevo chiamarmi ufficialmente imperatrice, il nominativo mi suonava ancora strano da pronunciare "imperatrice Alexandra". Bah non mi sembrava giusto, ma neanche sbagliato, dovevo solo abituarmici.

Forse per la troppa stanchezza non riuscivo ad addormentarmi e dopo essermi rotolata una quantità di volte infinita invano nel mio letto, mi alzai e presi il libro che stavo leggendo.

Parlava della storia d'amore fra questa ragazza e ragazzo, che dopo burrascosi eventi perdono la memoria e si dimenticano l'uno dell'amore per l'altro, ma ritrovandosi miracolosamente ad una festa, si rinnamorano come se niente fosse mai successo.

Riflettevo, pensavo se potessi anch'io avere in futuro un amore così forte come quello dei protagonisti, che anche la più sfortunata della sfortune avrebbe sconfitto. Non mi accorsi delle palpebre cadendo e delle braccia pesanti.
Presto sprofondai in un sonno profondo, scivolando verso il materasso confortante.

I miei sogni furono costellati dai miei genitori, ma questa volta anche da diverse paia di occhi che mi guardavano, mi studiavano nell'ombra. Mi sentivo spoglia, nuda sotto il loro sguardo, avevo notato che erano 7 tipi diversi, tutti familiari, anche se non riuscivo a capire a chi appartenessero.

~~~

Presto era mattina ed gli uccellini cinguettavano fuori dalle finestre, svegliandomi dai miei sogni tanto strani.

Mi alzai dal calore confortevole del letto e guardai il brulicare delle persone che solo alle sei di mattina si davano tanto da fare per svolgere le loro mansioni, il loro lavoro.
Mi sentii in pace per qualche attimo nella quiete dell'alba, nella melodia del vento, che dopo aver aperto la finestra mi scompigliava i capelli mentre odoravo aria che profumava di pioggia e tempesta.

L'imperatrice (BTS reverse harem)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora