CAPITOLO TRE

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"IL PIANO"

POV'S NEWT

Siamo in viaggio da circa un'oretta e sono terribilmente nervoso. Sento l'agitazione che cresce sempre di più dentro di me ogni minuto che passa. 

"Ci siamo muchachos!"- gridò a gran voce Jorge dalla cabina di comando. Lo vidi abbassare una leva e la berga cominciò a scendere lentamente verso il suolo. Il rumore dei propulsori diminuì drasticamente facendo sballottare un pò la navicella. Mi aggrappai con forza ad un manico ancorato alla parete e i miei amici fecero lo stesso. 

Ben presto la berga toccò il suolo completando l'atterraggio. Jorge aprì subito il portellone facendoci scendere. Mi guardai attorno. Eravamo in una piccola radura circondata dagli alberi, ma grande abbastanza per fare atterrare il nostro mezzo. 

Avevamo deciso di atterrare qui per non correre il rischio di essere visti. Da qui in poi avremmo proseguito a piedi. Cercai di inspirare un pò d'aria fresca, ma il fastidioso prurito alla gola me lo impedì. 

Negli ultimi giorni mi è capitato spesso di provare questo fastidio insopportabile e non potevo fare a meno di domandarmi quanto tempo ci avrebbe impiegato il virus per uccidermi. Tutto ciò che sapevo per certo, era che non mi rimaneva più molto tempo da vivere. Ogni volta che succede butto fuori quell'orribile sangue nero per poi riprendermi...solo che, più giorni passano, più tornare a respirare normalmente diventa terribilmente difficile. 

Tossii violentemente e mi allontanai dagli altri. Corsi nel bosco nascondendomi dietro un cespuglio e vomitai una quantità allarmante di sangue. Una volta essermi ripreso, presi un fazzoletto dalle tasche e me lo portai alle labbra ripulendomi. Questo non mi era mai successo prima d'ora. Spero solo che non sia nulla di cui dovermi preoccupare. 

"Newt, va tutto bene?!"- gridò James spostando con un braccio le foglie di un albero per cercare di vedere dove fossi andato. 

Dopo aver scoperto della mia malattia, avevo fatto promettere a Teresa di non farne parola con nessuno. Tutto quello su cui dovevamo concentrarci tutti, era il nostro piano. 

Presi rapidamente una manciata di foglie secche e le gettai sopra il mio capolavoro. Non voglio che gli altri scoprano tutto e si preoccupino per me. Abbiamo cose più importanti a cui pensare in questo momento. 

Mi allontanai dal bosco camminando verso James. "Stai bene Newt?"- mi chiese nuovamente il ragazzo. "Sto bene"- mentii. Quelle due semplici parole erano più false del mio sorriso, ma decisi di provarci comunque. 

Sorrisi amichevolmente a James, in modo da dare credibilità alle mie parole. Lui sembrò non accorgersi di nulla. Ricambiò il mio sorriso e insieme ci avvicinammo agli altri. 

Gally e Brenda stavano indossando le uniformi delle guardie di WICKED. Si sarebbero avvicinati all'ingresso principale del quartiere generale e Teresa sarebbe andata con loro. Si spacceranno per due guardie che hanno appena catturato una Mune ed entreranno nell'edificio. 

Dopodiché, una volta dentro, Teresa avrebbe fatto la sua magia entrando nel database e violando il sistema di sicurezza. Avrebbe disattivato le immagini delle telecamere e così facendo Thomas, Minho, James ed io saremmo potuti entrare senza essere scoperti. 

Thomas e Minho rientrarono nella berga uscendo poco dopo con le uniformi fra le braccia. Le appoggiarono per terra e le indossarono entrambi. Io e James facemmo lo stesso con le nostre. Jorge, Frypan ed Aris si occuparono di recuperare i caschi delle uniformi e l'artiglieria a nostra disposizione. Caricammo tutte le armi e impugnammo saldamente i lanciagranate. 

"Siamo tutti pronti?"- chiese Minho. Tutti annuirono. "Molto bene. Muoviamoci pive!". Detto questo, il Velocista cominciò ad incamminarsi verso l'uscita della radura. Gli altri afferrarono i loro zaini seguendo il ragazzo asiatico. 

THE MAZE RUNNER STORY 3 - I CAN'T LIVE WITHOUT YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora