THE MAZE RUNNER STORY 3 - I CAN'T LIVE WITHOUT YOU

CAPITOLO DIECI

"DUBBI E DOMANDE"

La mattina dopo mi svegliai e vidi che Newt non era sul letto accanto a me. Mi stropicciai gli occhi assonnata e in quel momento il biondino fece il suo ingresso nella stanza. 

"Buongiorno Principessa"- disse lui sedendosi accanto a me e dandomi un bacio a stampo. Sorrisi e ricambiai il suo bacio. "Dove sei andato?". "Sono andato un attimo in bagno, tranquilla". Annuii col capo e lui mi diede un altro bacio. 

In quel momento, ripensai alle parole di Brenda. "Newt io...io vorrei parlarti di una cosa". "Ok, dimmi pure". Deglutii a fatica mandando giù il groppo che avevo alla gola. Ero agitata. Newt percepii il mio nervosismo e strinse dolcemente la mia mano. 

"Hey, stai tranquilla. Lo sai che puoi parlarmi di tutto vero?"-chiese facendomi una carezza sulla guancia. Sospirai e sorrisi al ragazzo. "Ok, beh ecco...ieri Brenda mi ha suggerito una cosa alla quale non avevo mai pensato prima e ho realizzato che non è una cattiva idea in fin dei conti...". Mi morsi il labbro inferiore e mi feci coraggio. "A te...insomma,...a te piacerebbe se ci sposassimo?". 

Newt non disse nulla e si limitò ad abbassare lo sguardo al suolo. Sentivo il cuore battermi all'impazzata nel petto e il fatto che il ragazzo non stesse dicendo o facendo niente, mi faceva agitare ancora di più. 

"Tutto ok?"- chiesi preoccupata. "Si, si sto bene, è solo che...mi hai davvero colto di sorpresa"- disse il ragazzo grattandosi il capo, gesto che solitamente faceva quando era nervoso o imbarazzato. "Allora che ne pensi?"- chiesi impaziente. 

"Beh ecco...è una bella cosa certo, ma non credo che adesso sia proprio il momento adatto. Insomma...abbiamo un figlio che occupa la maggior parte del nostro tempo. Magari possiamo riparlarne fra un anno o due"- spiegò il biondino accennando un sorriso. "O-ok"- dissi sforzandomi di sorridere. Newt mi diede un bacio sulla fronte e dopodiché andò nell'altra stanza a svegliare Benny. 

Ero rimasta delusa dalla nostra conversazione. Credevo che il ragazzo ne sarebbe stato entusiasta, ma evidentemente non era così. Sposare Newt era una cosa che desideravo davvero tanto e magari, con un po' di fortuna, sarei riuscita a convincerlo. Sospirai cercando di non darci troppo peso e cominciai a prepararmi per andare a fare colazione. 

Il resto della giornata passò abbastanza in fretta. Provai più volte a riprendere il discorso del matrimonio con Newt, ma ogni volta che ci provavo, il ragazzo troncava la conversazione dicendo che aveva qualcosa da fare o che doveva occuparsi di Benny. Voleva evitare di parlarne e la cosa mi feriva. 

Cercai di non pensarci e siccome Benny era con Newt, decisi di andare a trovare Kitty per vedere come stava. Era da un po' che non riuscivo a trascorrere del tempo con lei. La bimba viveva insieme a Minho e Harriet adesso. I due ragazzi l'avevano accolta a braccia aperte come se fosse loro figlia e lei era felice. 

Ben presto, raggiunsi la loro capanna e venne ad aprirmi proprio la piccola Kitty. "Mara!"- disse lei gettandosi fra le mie braccia. "Ciao piccola"- dissi ricambiando l'abbraccio. Improvvisamente, sentii Harriet gridare dal piano di sopra. 

Salimmo le scale e vidi la ragazza in piedi sopra una sedia in preda al panico. Minho ci raggiunse immediatamente. "Che succede? Perché stai gridando?!"- disse il ragazzo palesemente confuso. "Amore c'è un ragno!"- gridò Harriet spaventata indicando un punto poco lontano. Vidi l'animaletto a 8 zampe camminare sul pavimento. 

"E che cosa vuoi che faccia?"- chiese Minho ancora più confuso. "Ma che domanda è?! Uccidilo!"- rispose la ragazza coi rasta. "M-ma l'hai visto prima tu, ammazzalo da sola!". "Minho fai il tuo dovere, sei tu l'uomo!". "E da quando?!"- disse Minho facendomi scoppiare a ridere. 

"Qui dentro devo fare sempre tutto io"- si lamentò Kitty. Prese un foglio di carta e si avvicinò all'animaletto. "Ma che diavolo fai?!"- disse Minho. "É solamente un ragnetto, Minho"- disse la bimba. Lo prese e lo gettò fuori dalla finestra. Mi piegai in due dalle risate guadagnandomi degli sguardi di fuoco da parte del Velocista.