One word

206 10 13
                                    

Misi un cappotto bianco, dei jeans classici e delle scarpe del medesimo colore della giacca sopra ai miei vestiti pesanti.
In quella giornata mi sarei dovuto precipitare al cenone di natale per le sei di sera...contando fossero le tre del pomeriggio andai con calma verso la montagna.
Andai a ovest per contemplare quella zona a me ancora ignota, malgrado in 19 anni di vita in montagna di cui ho memoria, anche se ne ho 21.
Arrivai in una piccola via con la neve spalata che collegava ad una stradina. Vidi una ragazza, poco più alta di me...dedussi fosse una ragazza dalla vita molto stretta. Mi ritrovai a camminare in avanti per chiederle come si chiamasse e mi precedette la sua palla di neve tirata in aria alla cieca.
Caddi a terra e la vidi correre verso di me preoccupata.

<<Tutto bene? Stavo lanciando a caso>> mi si fermò il cuore...quella ragazza era un ragazzo.

<<S-sì tranquillo>> mi aiutò delicatamente ad alzarmi e io lo contemplai, aveva dei capelli lunghi, un giubbotto sul rosa e i vestiti restanti completamente neri.

<<So che probabilmente ti sarai fatto due domande...mia madre voleva una femmina>> disse con voce roca in modo tale che io potessi capire la situazione e annuì in risposta <<come ti chiami escursionista?>> Mi fece sorridere leggermente questa domanda.

<<Felix e tu?>> gli sorrisi dolcemente e lo vidi in pensiero.

<<Hyunjin>> sorrise dolcemente <<che ci fai da queste parti?>> sorrise ancora <<non viene mai nessuno qui>>.

<<Mi sono avviato verso la montagna che si vede da casa mia...non pensavo di trovare qualcuno>> dissi leggermente a disagio.
Lui sorrise come se fossi una specie di salvatore e sentimmo una voce.
Notai immediatamente come lui tenesse le mani sui suoi fianchi e non le muovesse.

<<Hyunaaa è pronta la cena!>> disse la voce di una signora.

<<Devo andare a casa...mia madre non accetta ritardi...cena alle cinque>> rideva, ma era molto a disagio.

<<Allora che ne dici se ci rivediamo?>> dissi molto sospettoso. Lui annuì e corse verso la casa chiudendosi la porta alle spalle.
Non so che cosa, ma i miei piedi camminarono da soli verso quella casa, sembrava molto abitabile e bella dall'esterno.
Bussai alla porta e venne una donna ad aprirmi.
<<Salve stavo facendo una camminata nei dintorni, sono un turista>> lei sorrise.

<<Oh, caro ti sei perso?>> chiese lei per tagliare corto.

<<No stavo seguendo una pista e mi sono imbattuto qui, sa a volte nella neve ci si confonde>> la buttai sul ridere e lei abboccò, alchè arrivò un uomo.

<<Salve posso aiutare?>> chiese cordialmente.
Si vedeva che c'era qualcosa che non andava qui.

<<Oh salve, sono un turista e dopo un po' mi sono imbattuto in questa casa>> indicai la parte opposta da quella dove vi era il ragazzo prima <<arrivo da sud, sa dove mi posso fermare per qualcosa di caldo da bere? Sa com'è non basta sempre il ghiaccio ad un amante del sole>> buttai una battuta che faceva sempre mio nonno da giovane e lui rise.

<<Sei molto acculturato ragazzo, più avanti verso nord>> dove c'è casa mia tra l'altro <<non c'è nessuna locanda o casa molto ospitale>> si certo...si girò verso quella che dovrebbe essere la moglie <<vai a dire a Hyuna di prepararsi per l'ospite>> disse con un sorriso alquanto inquietante <<Noi stavamo giusto per cenare, adesso chiedo a mia figlia se ti possa preparare un thè caldo così mi racconti di te ragazzo, entra entra che fa freddo>> non esitai...è solo che interiormente avevo moltissima paura.

Mi portò in una specie cucina dove vi era il tavolo preparato per tre persone e la pentola fumante. Mi invitò a sedermi nella sedia dove non vi era apparecchiato e quasi dopo 3 secondi entrò anche la signora accompagnata da Hyunjin.
<<Comunque mi reputo maleducato, sono Devon, lei è mia moglie Jisa e lei mia figlia Hyuna>> io esitai un po' spacciato presentandomi...in mezzo secondo scelsi di non usare il mio nome.

<<Oh si, io sono Book>> era una abbreviazione del mio nome in coreano, l'ho usata apposta per via della mancanza di fantasia all'istante <<i miei genitori erano appassionati di libri>> gli strinsi la mano sorridendo.

<<Oh comunque hai un nome molto bello, Hyuna non è che prepareresti un thè caldo al nostro ospite?>> Hyunjin annuì e iniziò a far bollire l'acqua.
Se non lo avessi incontrato avrei scommesso che fosse una femmina al 100%.

<<Cosa fai nella vita Book?>> mi chiese Jisa.

<<Oh ecco studio in una università per diventare meccanico, così da trasferirmi in un posto dove posso lavorare in autonomia e su richiesta>> dissi con un sorriso, il più vero che potessi mostrare.

<<Uh ne ho sentito parlare di questa facoltà! È molto da uomini fare una cosa del genere, anche se non ti conosco ti stimo molto ragazzo>> disse Devon con il solito sorriso inquietante.
Nel mentre non notavo nessun gesto problematico, in realtà studio psicologia e li sto analizzando molto bene per essere il migliore del mio corso.
<<Quanti anni hai?>> e qua sono nei guai.

<<Ne ho 24>> dissi con un sorriso.

<<Ah più o meno come Hyuna, lei ha 20 anni e fino a che non trova un marito non vuole andarsene>> disse ridendo, io risi per assecondarlo ma quello che mi stavo chiedendo era "non vuole, o non può".

<<Vuoi lo zucchero nel the?>>chiese la madre di Hyunjin.

<<No, no grazie mille, lo bevo amaro, solo così si capisce la vera essenza>> dissi con un fare da campagnolo guadagnandomi dei complimenti da parte di entrambi i genitori di colui che mi porse il thè.

Feci un mezzo sorso solo per farmi bagnare le labbra e fare il test che vedevo sempre nei film polizieschi.
Il test consisteva nel bagnarsi le labbra con il liquido e se si increspavano nel giro di 5 minuti vuol dire che era avvelenato.
Continuammo a parlare e mi passai la lingua sulle labbra prima di provare a fare un altro sorso, non erano secche, continuai e bevvi un bel sorso di the...ci voleva per il freddo ma anche per capire come mai nessuno della mia famiglia mi avesse mai detto di questa abitazione.
Parlammo del più e del meno per una buona mezz'ora fino a quando non vidi l'ora, erano le sei meno dieci.

<<Mi dispiace interrompere questa chiacchierata, sapete com'è la voglia di visitare chiama sempre, adesso dovrei tornare a casa o mio zio si arrabbierà!>> dissi molto giocoso pur sapendo che i miei zii forse non erano ancora arrivati dato che arrivavano per le sei e mezza.

<<Uhh, capisco capisco>> disse sorridendo <<è stato un piacere conoscerti Book, spero di incontrarti nei dintorni>> io no.

<<Anche io mi farebbe molto piacere>> sorrisi.

<<Hyuna ti dispiacerebbe accompagnarlo all'uscita?>> Hyunjin annuì semplicemente e mi fece cenno di seguirlo.
"Ohh noi parliamo solo coreano, Hyuna invece studia tantissime lingue.."

<<Grazie mille per sta sera>> dissi per poi seguirlo, loro rimasero a sorridere e ridacchiare in cucina mentre lui mi portò fino a fuori.
<<If you need me...please, go in the same way were I was I, go fast on that direction and you just need to call my real name>> lo dissi canticchiando e poi mi inchinai <<Grazie mille tornerò presto>> gli sorrisi e lui restò indifferente ma i suoi occhi mi dissero grazie.

Andai verso sud per non destare sospetti e una volta fuori dalla loro visuale sgattaiolai verso casa mia correndo.
Ripensando solo alle bugie che ho detto.
Mi chiamo Felix, ho 21 anni, studio psicologia, detesto vivere lontano da una civiltá, voglio aiutare il prossimo e non disinteressarmene.
Hyunjin...sei in un casino.
E in tutto ciò stasera è pure natale...spero di essere stato un regalo per te.
Aveva addosso una gonna verde con delle calze a rete sottili, aveva un maglioncino bianco pelosino che gli dava un po' di caldo e che faceva un leggero contrasto con i suoi capelli.
Non disse una parola, forse perché non poteva?
Spero che segua il mio consiglio...scappa.

Il nostro percorsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora