l'inizio della fine

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erano passate molte ore, moltissime, infinite, in cui io stavo chiusa in quella stanza appesa per i polsi e per le gambe.

di nuovo la porta di spalanca, vengo liberata da mio padre, finalmente tornato in se non ricordo più nulla di quello che è successo.

mi trascino con le mie ultime forse in cucina, dove ad aspettarmi c'è una zuppa calda, mi preparo ed esco di casa dirigendomi a scuola, la testa mi pesa, la luce mi da fastidio e i rumori sono assordanti.

sento Finney chiamarmi, e girandomi vedendolo insieme a Gwen è come se tutto ritornasse come prima, alla normalità.

"dove sei stata?!" mi chiesero preoccupati,"a casa, stavo male" mi credettero, mi aggiornarono sugli ultimi gossip che mi ero persa stando a casa non ricordo per quale ragione, e procedemmo entrando a scuola.

avevo un urgente bisogno di andare in bagno quindi alzai la mano e "prof, gentilmente potrei andare in bagno?" acconsentì, non appena mi allontanai dalla classe, il cranio sembrava scoppiare e ad un tratto lo vidi, vidi un braccialetto pieno di sangue, ma non era veramente li, mi sembrava che qualcuno volesse darmi un segno, il sangue può significare la morte, ma il braccialetto?

passarono alcuni giorni e una cosa molto simile riaccadde, vidi una bicicletta, propio dietro casa mia vicino a dei vasi, ma veramente li non c'era...

Robin pov:

ero in quella stanza da diversi giorni ormai, lo sapevo, sarei morto a breve.

appena la vidi guardare qualcosa accanto alla finestra, una gioia immensa mi percosse, stava per spostare quel vaso, e se fosse riuscita a farlo, io non sarei morto ma era stata scoperta dal così detto 'Rapace' oh Finney... lei ha ragione, suo padre è il rapace e tu sarai il prossimo se qualcuno non lo fermerà, mi dispiace non essere stato più forte.

lui ha l'intenzione di punirci per essere stati a contatto con sua figlia, sua figlia è sua e noi siamo suoi, a lui piace guardarci, a lui non piace però vederci insieme alla sua bambina, o come la definisce lui, insieme a sua moglie, noi siamo solo un passatempo, a lui piace guardare quel che facciamo, a lui piace picchiarci fino a morire, a lui piace la violenza, a lui piacciamo noi.

t/n pov:

era sabato, mi ero appena svegliata e un odore di pancake appena sfornati mi persuase le narici, corsi di sotto, ma vidi mio padre con una tremenda ferita al braccio pieno di sangue.

"papà che hai fatto??..." chiesi spaventata all'uomo sporco di sangue davanti a me,
"piccola mia mi sono tagliato... ma stai tranquilla piccola" mi avvicinai al suo braccio e lo aiutai a medicarsi, inconsapevole di come si fosse procurato quella profonda ferita.

il telefono squillò, era zio max! ZIO MAX!! io adoravo zio max...

verrà a stare da noi per un pò, ne sono felicissima!

parole: 481
|| revisionato ||

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