Zio max 2

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finney è scomparso, ne sono certa ormai, mio padre è il rapace, ma come dimostrarlo?

mi addormento involontariamente sul divano, per 'risvegliarmi' legata nell'angolo di una stanza, sento le pesanti manette sui miei polsi il che mi fa pensare di non star sognando, un telefono suona apro lentamente gli occhi intravedendo un letto, inizio ad urlare "zio max" sento la sua voce ma non lo vedo, apro del tutto gli occhi e me lo ritrovo davanti, con le braccia aperte per abbracciarmi, "non devi aver paura ok? era solo un brutto sogno" mi dice, ma quel sogno sembrava così reale, così famigliare.

-passa qualche ora-

lo zio è andato a fare un giro con un vecchio gruppo di amici, papà si avvicina a me porgendomi un pezzo di una delle sue maschere "mettila e seguimi" mi ordina, eseguo il suo ordine e lo seguo nella cantina, a me prima d'ora inaccessibile.

scendiamo le scale che ci portano ad un ulteriore porta chiusa dall'esterno, apre lentamente la porta e subito l'incubo fatto in precedenza si fa vivido nella mia mente, e vedo Finn sdraiato sul letto, guardo mio padre impaurita, lui mi da una spinta facendomi entrare.

noto un coltello nella sua tasca destra, e penso non sarà l'unico.

Finney è davanti a noi con gli occhi sbarrati riconoscendo la mia figura, non riesco a dire niente, le lacrime escono dai miei occhi senza controllo, guardo mio padre, che con il dito indica finn così vado affianco a lui "toglila" tolgo la maschera e gliela porgo poi lui esce dalla stanza puntandoci un coltello alla gola per poi dire prima di chiudere definitivamente la porta "fai conoscenza con la mia mogliettina" ci rinchiude dentro, sono incredula.

guardo per terra, il telefono nero attaccato alla parete, finn seduto sul lurido letto, le pareti sporche di chissà quale sostanza, mi metto in ginocchio danti a lui dopo aver notato la finestra con i vasi che la coprivano in parte, e la flebile luce che fuoriusciva dalla lampadina.

inizio a scusarmi, sembra tutto così surreale.

Finney pov:

sento la porta aprirsi, tengo la mia penna in mano in modo da potermi difendere, entra il rapace insieme a T/n...

aveva ragione, dovevamo dargli ascolto fin dall'inizio, lei è li che mi fissa, spaventata che non riesce a trattenere le lacrime, vederla mi ha dato una speranza, forse lei potrebbe provare ad uscire di qui ingannando suo padre.

inizia a scusarsi appena suo padre, o meglio, il rapace esce dalla stanza, cerco di consolarla alla bene meglio ma mi è difficile.

tutto un tratto il telefono suona, il fatto che anche lei lo senta mi sorprende.

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|| revisionato ||

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