Chapter 4

528 50 43
                                    

Per tutto quel giorno mi rimasero in testa le parole di Hyunjin: come poteva una persona non essere in grado di amare?

Sin da piccolo avevo sempre creduto fermamente nell'amore ed ero sempre stato convinto che chiunque, trovando la persona giusta - aromantici a parte - sarebbe stato in grado di amare.

Non sapevo quale fosse l'orientamento di Chan, ma, in caso non fosse stato aromantico, avrei davvero immaginato a fatica il fatto che non potesse amare.

Quella sera decisi di andare da solo in quel locale, per distrarmi, o almeno, per provarci, quindi, dopo essermi preparato, chiamai un taxi dicendogli poi l'indirizzo verso il quale sarebbe dovuto dirigersi.

Ovviamente però, come se il destino ce l'avesse con me, appena essere entrato, una delle prime persone che vidi fu Chan.

Accanto a lui non c'era però Felix, bensì un altro ragazzo, che indossava una sorta di collare, cioè un chocker con una catena che partiva da esso, tenuta in mano da Chris.

Rimasi per un po' a guardarli, rimanendo ancora più scioccato quando si baciarono.

Comunque sia, non ero lì per preoccuparmi di ciò che Bang Chan facesse, quindi andai verso il bar iniziando a bere, volendomi dimenticare di tutto, ed esagerando assolutamente, finendo addirittura per non ricordarmi più niente.

Non so dopo quanto tempo tornai cosciente, in una stanza che non conoscevo, stesi in un letto e avvolto dalle calde coperte.

Diedi una veloce occhiata intorno a me: le camera era illuminata da delle lucine appese sul muro dietro al letto ed era diffuso un colorito sul rosa-violetto, davanti a me c'era una tv, in un lato della stanza una tenda e nell'altro un armadio, stavo per soffermarmi a guardare sugli oggetti posti sul comodino quando la porta si aprì, facendomi sussultare non appena vidi Chan.

«Che è successo?» chiesi confuso.

«Hai bevuto davvero tanto e appena mi hai visto mi sei saltato addosso, rimanendomi attaccato per tutta la sera.»

Arrossii imbarazzato ed abbassai lo sguardo. «Non mi ricordo niente, ero ubriaco, mi dispiace.»

«Mi chiedevi di scoparti tipo trenta volte in solo cinque minuti - ridacchiò - fossi in Felix vorrei assolutamente avere un migliore amico come te.» aggiunse ironico.

«Fossi in Felix vorrei assolutamente frequentarmi con una persona che quando non ci sono flirta e pomicia con altri.» risposi a tono, riferendomi a ciò che vidi prima di iniziare a bere.

«Non stiamo insieme, quindi faccio quello che voglio.»

«Comunque, non montarti troppo la testa per quello che ti ho detto, ero ubriaco e non lo pensavo seriamente.»

Non rispose ed afferrai il mio telefono che era poggiato sul comodino, vedendo che fossero le quattro e mezza del mattino.

«Rimettiti a dormire, hai dormito pochissimo.» sussurrò.

«E tu?»

«Questa è la mia stanza, ma dormirò nella camera in più che ho.»

Annuii e mi coprii di nuovo con le coperte, portandole fino a sotto il naso e riaddormentandomi.

———

Aprii gli occhi solo a mezzogiorno, alzandomi lentamente dal letto, con un mal di testa fortissimo, dirigendomi poi di là, trovando Chris seduto sul divano intento a guardare la tv.

«Ei.» sussurrai.

«Buongiorno, hai fame?» chiese.

«Credo sia il caso che io vada.»

«Perché?»

«Non ho motivi per restare.»

«Come vuoi.»

Andai in camera prendendo il telefono, per poi salutare il ragazzo, ringraziarlo ed uscire di casa.

Speravo con tutto me stesso che non avrebbe detto nulla a Felix, va bene che avrei potuto dirgli anche io del ragazzo, ma sicuramente non mi avrebbe creduto, e poi avrei perso lo stesso un'amicizia che andava avanti da anni.

Questa paura sparì però presto dalla mia testa, lasciando spazio ad un'altra che nacque quando mi guardai allo specchio dopo essermi spogliato per entrare in doccia: il mio corpo era pieno di morsi e succhiotti.

Mi affrettai a prendere il telefono e chiamare Chan.

«Jeongi-» iniziò, venendo subito interrotto da me:
«Perché ho dei segni su tutto il corpo? Che cazzo abbiamo fatto stanotte?»

«Mi sei saltato addosso e non ho resistito...mi dispiace...» sussurrò, dopo qualche istante di silenzio.

«Chan, tu eri sobrio?»

«Sì...»

Gli chiusi in faccia, non potendo credere che avesse davvero fatto una cosa del genere, soprattutto sapendo che fossi vergine ed essendo lui stesso sobrio.

Entrai in doccia, cercando in tutti i modi di ricordarmi qualcosa quando, improvvisamente, mi tornò in mente tutto.

Slave | JeongchanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora