Race and mistakes

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Alyssa camminava per il paddock guardando attenta ogni cosa che la circondava. Non c'era cosa che non la incantasse, per lei era tutto così nuovo e meraviglioso.
Non avrebbe nemmeno mai pensato di dirlo, infondo quando mai si era interessata di Formula 1? Eppure essere lì, respirare la frenesia delle ore prima della gara e conoscere tante belle persone, le toccò profondamente il cuore.

Lando cercò di stare con lei più tempo possibile, nonostante i vari impegni e le interviste da fare. Cercò di guidarla all'interno del suo mondo, completamente nuovo e attraente ai suoi occhi.
Era felice di vederla sorridere delle piccole scoperte, cose che per lui erano invece scontate da che era un bambino ormai. Le spiegò il funzionamento della settimana di gara, gli orari, le regole sul circuito, e lei non si annoiò un solo secondo. Lo ascoltava con interesse e ammirazione.

Poi arrivò il fatidico momento, Lando adesso doveva proprio andare, e doveva mettere insieme tutta la concentrazione e determinazione che possedeva. Doveva dare tutto sé stesso, e non solo per lui o per la scuderia, ma per Alyssa. Voleva renderla fiera, voleva mostrarle ciò in cui era bravo, ciò che lo appassionava a tal punto da rinunciare a una vita normale, pur di realizzare quel suo sogno.

"Devo andare, ma ti lascio in buone mani.", sorrise Lando.

Alyssa annuì, si sentiva ancora più agitata, rispetto ai giorni precedenti. Capiva che ora le cose si facevano serie.
Lando se ne accorse, notò quel piglio triste nei suoi occhi.

"Va tutto bene?", le chiese preoccupato.

"Sì, sì.. non preoccuparti. Sono solo un po' agitata.. tutto qui.", si sforzò di sorridere Alyssa.
Provava una paura irrazionale e non capiva che le stava succedendo.
Soffriva d'ansia, di attacchi di panico e per cui le capitava spesso di provare paura in modo irrazionale, di punto in bianco. Ma negli ultimi tempi le cose sembravano andare meglio. Forse tutte quelle emozioni insieme le avevano scombussolato l'anima oltre che il cuore.

"Ehi, va tutto bene. È successo qualcosa in particolare?", le chiese lui per capire meglio.

"No, no.. è che.. non so, andate troppo veloci e non voglio che ti accada nulla.", ammise Alyssa tutta rossa in viso. Avrebbe voluto sotterrarsi viva. Come le era saltato in mente di dirlo ad alta voce?

Lando sorrise e, cogliendo Alyssa del tutto alla sprovvista, l'abbracciò. La tenne stretta a sé e le sussurrò qualcosa all'orecchio.

Alyssa si sentiva stordita, ebbe bisogno di alcuni secondi prima di riprendersi da quell'abbraccio e rendersi conto che Lando si era già allontanato, richiamato dal team principal, per salire sulla sua monoposto numero 4.

*****

Mancava un giro alla fine del Gran Premio di Montecarlo, ormai era fatta. Lando aveva lottato duramente per ottenere il terzo gradino del podio, ma non ci era riuscito. Hamilton era un pilota esperto, non per nulla sette volte campione del mondo.

Eppure, quasi per magia, quell'ultimo giro Lando riuscì a superare Lewis in una delle curve più pericolose del circuito. Nel box scoppiò un fragoroso applauso e tutti urlarono felici abbracciandosi l'un l'altro.
Era finita. Lando era arrivato terzo. Ce l'aveva fatta.
Alyssa era emozionatissima per lui, non ci poteva credere, era successo tutto così in fretta.

Sceso dalla monoposto, si tolse il casco e subito la cercò con lo sguardo. Ovviamente una folla di meccanici e ingienieri si riversò attorno a lui. Erano tutti fieri e felici per il risultato che era riuscito ad ottenere.

Alyssa si avvicinò, timida e spaventata dalle telecamere e da tutto il caos che in quel momento circondava il ragazzo.
Lui, non appena la vide, le corse incontro e la sollevò, facendola roteare, poi la posò a terra, e mentre erano ancora abbracciati, Lando posò la fronte su quella di lei.

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