Montecarlo

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La città era veramente un sogno, sembrava un reame incantato, un posto magico. Dal finestrino dell'auto di Lando, Alyssa guardava rapita le mille luci che sfrecciavano davanti ai suoi occhi.
Sembrava fatta di cristallo, un posto per principi e principesse d'altronde.

Mentre Lando parcheggiava l'auto nel suo garage, ad Alyssa venne una fitta allo stomaco e le mancò d'improvviso il fiato. Quel posto era troppo buio e si sentì di colpo chiusa dentro.
Eccolo di nuovo: il panico. Pensava sempre di averlo sconfitto una volta per sempre, e invece imperterrito continuava ad impadronirsi di lei.

"Va tutto bene?", chiese Lando, comprendendo subito il cambiamento d'animo di Alyssa.

La ragazza si limitò ad annuire guardando fisso davanti a lei e cercando di respirare regolarmente. Iniziava a sudare freddo. Doveva scendere da quella macchina subito. E fu quello che fece, si slacciò la cintura e di scatto saltò fuori dalla macchina, quasi come se il sedile avesse iniziato a scottare.

Lando, a sua volta, scese veloce dall'auto e la raggiunse.
Alyssa aveva provato ad aprire l'unica porta che vedeva davanti a lei, ma senza risultati, era ovviamente chiusa a chiave.

Completamente confuso Lando la guardò e subito cercò le chiavi per aprire quella porta. Forse ora aveva capito, forse poteva davvero comprendere quello che le stava succedendo. Perciò non fece ulteriori domande, si limitò a prenderla per mano e a guidarla verso il suo appartamento. Non appena entrarono, la portò sul grande terrazzo vista mare, spalancando la finestra. I loro volti furono sferzati dalla brezza della sera.

Alyssa si sedette su una delle sedie intorno al tavolo esterno.
Sembrava aver ripreso colore, ma tremava come una foglia e un gran mal di testa la colse senza preavviso.

Sentì le mani calde di Lando sulle sue spalle. Fu lì, in quel preciso istante, che tornò alla realtà, che si rese conto di quello che era appena successo e del fatto che aveva fatto una brutta figura davanti a quel ragazzo da cui era così tanto presa, e davanti al quale avrebbe voluto apparire sempre perfetta.

Scoppiò a piangere, non riuscì a trattenersi, non sapeva come controllarsi.

"Ehi ehi, sono qui, va tutto bene. Ok?", Lando si inginocchiò davanti a lei e le prese le mani. Voleva a tutti i costi tranquillizzare quella ragazza, a cui tanto teneva. Voleva poter essere in grado di calmare ogni sua tempesta.

Alyssa non riusciva a guardarlo negli occhi, piangeva e tremava senza riuscire a far altro. Si vergognava così tanto!

"Ehi, guardami.", le prese il mento con due dita costringendola a incontrare i suoi occhi.

"Va tutto bene. Sei qui, con me. Non ti può succedere nulla, non lo permetterò. Hai bisogno di riposare ora, se vuoi ti preparo una tisana e ti aiuto a sistemare le tue cose."

Alyssa alzò il viso e incontrò quei bellissimi occhi verdi che, ancora una volta, le mozzarono il fiato.
Ebbe solo la forza di annuire e di accennare un lieve sorriso.

*****

Stesa su quel letto, non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse calmante il profumo di Lando che quelle lenzuola emanavano.
Si sentì stupida, ancora una volta era ceduta al panico. Ancora una volta aveva perso il controllo e ora si sentiva estremamente esausta. Avrebbe solo voluto chiudere gli occhi e lasciarsi andare a quel sentimento di pace a cui la richiamava il sonno ogni volta che le succedeva di avere delle crisi di panico.
Tentò di resistere, Lando era andato a prepararle una tisana, non voleva farsi trovare addormentata.
Eppure crollò, non ce la fece, ogni sensazione e ogni rumore intorno a lei si attutirono e fu cullata dal profumo di lui che le invadeva le narici.

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