"You're my Home"

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Si trovava sul lungo lago di Como, stava aspettando il suo taxi, quello che l'avrebbe portato da Alyssa.
Aveva un mazzo di fiori in mano e una piccola scatolina con un fiocco rosa.
Guardava il lago assorto, e pensava a quante volte doveva averlo fatto anche Alyssa. Da quelle parti c'era un suo posto del cuore, le aveva detto, e desiderava che lei lo portasse lì. Era curioso, adesso era il suo turno di entrare nel mondo di quella giovane ragazza che gli aveva rubato il cuore.

Si sentiva agitato, il cuore gli martellava nel petto e aveva lo stomaco in subbuglio.
Era stato al telefono con Daniel fino a poco prima, e lui, come sempre, lo aveva incoraggiato e spronato a trovare Alyssa e ad essere totalmente sincero con lei.
Ma ora i dubbi lo stavano assalendo: se lei non avesse accettato di incontrarlo? Se lei non provasse nulla per lui?
Doveva scacciare quei pensieri dalla testa. Era innamorato di lei, e sta volta non avrebbe fallito. Ci avrebbe provato con tutto sé stesso, non avrebbe più permesso a niente e a nessuno di intromettersi tra loro.

*****

Una volta sceso dall'auto, ringraziò il tassista e lo salutò cordiale come sempre.

Si trovava di fronte al cancello di casa di Alyssa e dei suoi genitori.
I suoi genitori: incontrarli era un'altra cosa che lo spaventava a morte. Probabilmente loro non sapevano niente di lui, oppure, ancora peggio, lei gli aveva raccontato tutto e quindi l'avrebbero cacciato senza dargli l'opportunità di spiegarsi e sistemare le cose.

Mentre pensava a tutto questo però, non poteva fare a meno di smettere di camminare verso quella casa. Ormai avrebbe portato a termine quello che aveva iniziato. Era deciso, non doveva farsi bloccare dalla paura di quello che sarebbe potuto succedere. Doveva provarci, a qualunque costo.

Ad aprire la porta fu una signora di mezza età, molto curata e con un bel sorriso. Assomigliava tanto ad Alyssa, doveva per forza essere sua madre.

"Ciao.. chi sei tu? Cerchi Alyssa?", chiese la donna sorpresa.

"Buongiorno, sono Lando. Sì, io cerco Alyssa. Scusa parlo male italiano.", rispose Lando imbarazzato, non aveva calcolato anche la questione linguistica.

"Oh, non ti preoccupare. Te la chiamo subito.. vieni pure.", la mamma di Alyssa lo fece accomodare in salotto.
Lando fu molto felice della sua reazione e non finì più di ringraziarla.
Seduto in attesa su quel divano si sentiva mancare il fiato, non avrebbe resistito ancora a lungo.

Alyssa in quel momento era nella sua stanza, ad ascoltare musica, come sempre quando aveva bisogno di calmarsi e non pensare a nulla.

"Ehi tesoro, c'è un ragazzo che ti cerca.", l'avvisò sua madre entrando piano in camera sua.

"Chi è?", chiese lei confusa.

Quando era tornata a casa, aveva raccontato tutto ai suoi, soprattutto a sua madre. Le aveva spiegato nei particolari quello che era successo e si era scusata per averla tenuta all'oscuro di tutto.
Sua madre capì chiaramente che lei teneva davvero tanto a quel ragazzo, pure se cercava di negarlo. Così, quel giorno, quando lo vide alla porta, provò una felicità immensa per la figlia. Voleva che risolvessero le cose, o quanto meno che si chiarissero, era giusto così.
Perciò fece semplicemente finta di non sapere nulla.

"Non lo so, ma ti sta aspettando in salotto.", le sorrise.

Voleva lasciarli parlare con calma, così ne approfittò per uscire e fare qualche commissione.

"Io devo uscire ora, se hai bisogno chiama. A più tardi.", concluse poi chiudendo la porta e scendendo le scale.

Salutò Lando con un gran sorriso e lasciò la casa. Il padre di Alyssa era al lavoro, per cui avevano tutto il tempo e la privacy di cui necessitavano in quel momento così delicato.

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