Disinfestazione (tema: Azione)

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Mi accesi una sigaretta, inspirai ed emisi uno sbuffo caliginoso nella calda aria ferma. Ero stazionato di fianco ad un alto grattacielo ospitante quelli che un tempo dovevano essere uffici, ma che l'Avvento aveva trasformato in gusci vuoti dalle vetrate riflettenti il cielo perennemente rossastro di una terra in piena apocalisse. Guardai nello specchietto retrovisore della vettura, incontrando il mio stesso volto: un quasi trentenne dagli occhi scuri, i capelli neri ed un vestiario composta da un giacca nera, una camicia bianca, pantaloni scuri e scarpe altrettanto anonime. Mi aggiustai la cravatta.

"ma quanto diavolo ci mette?"

Lo ammetto ero piuttosto irritato, il capo ci aveva commissionato la disinfestazione quella mattina stessa e non avevo neppure fatto in tempo a fare colazione. Stavo per chiamare la mia collega quando un urlo terrificante mi fece sobbalzare. La facciata del palazzo alla mia destra esplose in una nuvola di detriti mentre qualcosa precipitò giù, direttamente sul cofano della Aston martin nero pece. L''urto fece sobbalzare l'intera vettura, senza però lasciare neanche un graffio sulla carrozzeria.

"Pete, io metterei in moto fossi in te"

La figura si rialzò immediatamente e balzò sul sedile del passeggero attraverso il tettuccio aperto. La mia collega aveva l'aspetto di sempre: una ragazzina sui quattordici anni con la passione per le t-shirt di band metal dal nome impronunciabile, che in quel momento portava assieme ad un paio di scarponcini neri, degli shorts in jeans ed una felpa nera dai dettagli rosso sangue aperta sul davanti, come accessori prediligeva braccialetti di vario tipo, collane assortite e alcuni piercing sulle orecchie. Il suo intero abbigliamento tuttavia contrastava con il suo aspetto: lunghi capelli biondo dorato, lisci e ben curati, occhi azzurro cobalto e pelle candida, pareva una cheerleader che aveva rubato per scherzo i vestiti alla sua amica gotica.

"tranquillo Pete, sarà una passeggiata, non accompagnarmi, posso fare tutto da sola"

La presi in giro mentre feci rombare i 700 cavalli del possente v12 sotto al cofano. Le ruote dai cerchioni scarlatti stridettero sull'asfalto, e noi ci fiondammo a 250 chilometri orari per le strade deserte di New York.

"il rischio era calcolato... "

La ragazza aprì il cruscotto ed estrasse una gomma da masticare, che si lanciò in bocca.

"... purtroppo faccio schifo in matematica"

Stavo per ribattere quando un altro grido, simile ad una canto gregoriano acuto e distorto, mi distrasse. Una figura piombò a velocità esorbitante verso di noi, riuscii a schivarla facendo derapare la vettura e ripresi subito velocità, mentre dallo specchietto osservai l'essere in armatura bianca alto due metri rialzarsi da terra e scomparire di nuovo in cielo.

"riesci almeno a dirmi quanti sono?"

La ragazzina chiuse gli occhi.

"stormo da cinque, due classe Mercury, due Venus ed un classe Mars"

Imprecai tra i denti.

"pure una Virtù... Bell, riesci a darmi supporto aereo? Dovrebbero essere attirati dalla fattura demoniaca dell'auto, appena si distraggono, colpisci.

La ragazzina parve pensarci su.

"Ad una condizione"

Stavo seriamente per scaraventarla giù dal veicolo in corsa.

"voglio fare il ponte"

"oh ma mannaggia a D-!"

Schivai per un pelo l'attacco di un secondo angelo.

"andata"

Derapando presi una strada secondaria e mi diressi verso la zona portuale. Dietro di noi gli angeli continuavano ad urlare e a lanciarsi ripetutamente verso la vettura. Dopo una decina di minuti finalmente giungemmo al ponte: una strada sopraelevata non finita, nella cui metà si apriva una voragine che impediva il passaggio dall'altra parte... per chi non fosse una cacciatore di angeli su una Aston Martin demoniaca. Pestai il piede sull'acceleratore e vidi il contachilometri schizzare quasi fino ai 300. Sentii la pendenza aumentare, sempre di più. Bell si era messa accucciata sul baule della macchina, immune all'accelerazione.

STRAPPASTORIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora