4.
Jisung si lascia spingere a destra e a manca da un po, durante e dopo il viaggio in macchina nessuno gli ha rivolto la parola. Sa per certo di non essere più accanto a Minho, non sente il suo profumo costoso riempirgli i polmoni, l'uomo che lo sta accompagnando gli sta stringendo il braccio con più forza. Si sente sbattere contro una sedia e poco dopo qualcuno gli toglie la benda.
Ci mette un po per abituarsi alla luce, si sfrega gli occhi come un bambino e poco dopo si guarda in giro curioso. È seduto su una poltroncina morbida, accanto ad un enorme tavolo di marmo nero. Quella, che Jisung identifica come la sala pranzo, è decorata alla perfezione, tutto in stile moderno, i colori variano dal bianco al nero e qualche dicrazione in oro che spicca qua e là.
<<Rimani seduto qua>>
Jisung alza lo sguardo sull'uomo accanto a lui e nota che ha più o meno la sua età, è più alto e indossa un completo nero. Ha i capelli corti e scuri, gli occhi enormi gli danno una sensazione di tranquillità, ma lo sguardo serio gli fa capire che non si scherza con lui. Ha un auricolare nell'orecchio destro e lo sta ancora guardando per avere una sua conferma. Jisung annuisce e lo vede girare i tacchi e uscire dalla stanza enorme.
Ovviamente non potrebbe mai fare come gli è stato chiesto e si alza dalla sedia, si avvicina alla grande vetrata e la percorre tutta. Davanti a lui c'è un enorme giardino illuminato, pieno di alberi e fiori, non riesce a vedere nient'altro, non capisce dove lo hanno portato. Crede di essere stato in macchina circa mezz'ora ed è sicuro che la casa sia gigantesca perché ha camminato un bel po per arrivare in quella stanza.
Si avvicina al corridoio dove il ragazzo di prima è sparito e lentamente lo percorre, alla fine si ritrova in un'altra stanza enorme, un salone decorato nello stesso stile della sala pranzo. Al centro c'è il divano più grande che lui abbia mai visto, è bianco e davanti ad esso c'è una televisione da almeno 120 pollici. Sente delle voci e si spalma contro il muro, dietro la vetrata vede due uomini sul terrazzo, nel classico completo nero, che parlano fra di loro, non li conosce, ma sembrano delle guardie del corpo.
Corre dall'altro capo della stanza e vede una prende porta di legno, ci si appoggia contro quando sente altre voci provenire dal corridoio dove stava lui prima, preso dalla paura schiaccia la maniglia ed entra velocemente nella stanza. Chiude la porta immediatamente e sospira, si appoggia con la fronte ad essa e chiude gli occhi. Non riesce a capire chi sono le persone che lo hanno rapito, non sa chi sia quel Minho, ma sicuramente sono ricchissimi.
Sente qualcuno tossire dietro di lui e salta in aria spavento, si gira di scatto e si congela sul posto. Davanti a lui ci sono Changbin ed il ragazzo che prima gli ha detto di rimaere seduto, il primo è in piedi, ben saldo in mezzo alle gambe del secondo che è seduto sulla scrivania al centro della stanza. Anche un idiota avrebbe capito di aver interrotto qualcosa e Jisung si copre immediatamente gli occhi.
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He's the boss || Minsung (+16⚠️)
FanfictionHan Jisung è uno degli studenti più bravi della Seoul National University, si sta laureando in Cyber Security e Software Development. Ha ventidue anni ed ha la sindrome di Asperger, disturbo dello spettro autistico. La sua sindrome gli ha portato de...